QUOTE(maurizio angelin @ Apr 26 2013, 03:44 PM)

Ribadisco: valutare positivamente un ottica a f5,6-8 quando la sua luminosità é 2,8 mi sembra un (inutile) esercizio di equilibrismo dialettico.
Se poi il giudizio lo si sposta a quei diaframmi faccio presente che con
metà della spesa si acquista un AI-S (o un AI f4) e, sfido CHIUNQUE a percepirne la differenza a f5,6-8.
L'autofocus (comunque scarso sulla serie AF) per un 20 mm é quasi inservibile.
Poi, ognuno é liberissimo di farsi del male come meglio crede.

Non è inutile. La qualità va valutata dove lavoro, diaframmi aperti e centro per reportage/ritratti, diaframmi medi per foto da viaggio, chiusi per macro e certi panorami, con il PP opportuno. Leica stava per chiudere quando gli utenti scoprirono che le foto normali erano più dettagliate con altri obiettivi e i progettisti furono rimandati al tavolo, sfornando ottiche superiori e meno luminose delle precedenti (18-21-24 soprattutto). L'ottimizzazione a TA danneggia sempre alle aperture inferiori e quello che fa le foto è in realtà la nitidezza di punta. A 5.6 ci sono ancora molte differenze, se vai a 100+ lp/mm. A TA magari ci trastulliamo con le 80 mm al centro a f/1.4, ma in fondo stiamo parlando di circa 40% MTF a 40 lp/mm. Un'ottica seria fa 70-75% a f/5.6 e 40 lp/mm, un abisso in più. Dobbiamo sempre guardare al confronto con i dettagli del nostro occhio, se valido, e ci sono molte sorprese al riguardo scorrendo le focali.
I picchi di risolvenza per i wide sono sempre tra 5.6 e 8 e lì scatta il bravo fotografo. Poi, a meno di foto-effetti da quotidiano o matrimonio dove bordi e angoli non c'entrano nulla, i grandangolari devono chiudere parecchio per ragioni di PDC e di bokeh: vedere su uno scatto superwide un dettaglio d'interesse leggermente sfocato fa pena, devo sempre calcolare la PDC, come si fa in campo professionale.
Io faccio così, valuto la qualità a ogni diaframma come somma pesata di certi voti ottenuti da misure mie o rielaborate da me (contrasto, incisione, risolvenza, flare, colore, astigmatismo, distorsione...). Poi peso il tutto con la frequenza di uso, sommo e scelgo il migliore, a parità guardo prezzo e assistenza.
Sull'AFD, il test recente che ho fatto con la NEX-5n mi ha confermato tante cose e mi ha semplicemente fatto rallentare qualche acquisto Nikon (corpi) o Zeiss. Poi il 20 AFD va bene ANCHE a f/2.8 e soprattutto dove serve. I miei appunti di tanto tempo fa:
1) f/2.8: contrasto elevato per l'apertura, buona uniformità, angoli un po' fuzzy, risolvenza molto buona, lieve flare.
2) f/4: picco di resa da bordo a bordo, risolvenza elevatissima, colore superbo, angoli in LEGGERA CADUTA di MACROCONTRASTO.
3) f/5.6: resa uniforme, il centro perde lievemente di brillantezza, diaframma ottimale, molto saturo.
4) f/8-11: ingrigimento progressivo dell'immagine, con perdita di contrasto e risolvenza, valido per PDC elevate.
5) f/16-22: resa "cupa", buona per super-macro.
6) In genere: CA molto dipendente dalla MAF, visibile astigmatismo al bordo verso TA, ma con kernel (macchia principale) compattissimo per alta risolvenza, distorsione poco visibile in architettura, correzione software spesso sgradevole (PTLens, Nikon,...), resa molto elevata a 1-2 m, curvatura di campo 5%, infinito non tarato perfettamente per max risoluzione.
A presto
Elio