ho letto una discussione nella sezione software che mi ha fatto pensare a come anche il modo di esporre correttamente uno scatto cambi passando dalla pellicola al digitale.
Nella discussione di cui sopra, si diceva che è meglio "esporre per le luci" per poi sistemare l'immagine via software di fotoritocco con una determinata tecnica che "tirava fuori" i dettagli dalle ombre, riducendone cmq la qualità.
A. Adams diceva invece (ma riguarda OVVIAMENTE il b/n e la pellicola) di "esporre per le ombre e sviluppare per le luci", visto che la teoria sul sitema zonale non riguardava solo il lato espositivo, ma tutto il processo fotografico, dall'intenzione di scattare l'immagine visualizzata alla sua presentazione.
Sviluppare per le luci vuol dire, nel caso delle zone sovraesposte, di ridurre il tempo di sviluppo del negativo sino a 1 o 2 stop, ottenendo non una sensibile variazione delle zone in ombra, ma una maggiore "leggibilità" di quelle luminose che risulteranno come fossero state esposte in maniera più corretta (la stessa cosa, ma aumentando il tempo di sviluppo, se le zone luminose le si vuole schiarire).
Poi ci sono le varie mascherature in fare si stampa (oltre alla scelta della carta per il contrasto), se non si vuole andare ad "intaccare" il negativo, ma è chiaro che migliore è il negativo, migliori saranno le possibilità di ottenere una stampa corretta (magari addirittura come la si era visualizzata.... BAAAAAAH, solo LUI ci riusciva davvero


Scusate l'intervento, che non vuole essere nulla di tecnico (visto che non ne ho né le competenze, né l'esperienza), ma uno spunto per una discussione costruttiva e che può dare tanto a tutti (IMHO)
Buonissime foto (digitali e tradizionali)
Franz (tradizionale

