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Rinux.it
L'ottimo "dimapant", in un suo intervento a pag. 15 del thread <<Bianco e nero un'arte fotografica!>>, in un passaggio avverte sul progressivo deterioramento che subisce un file JPEG ad ogni sua apertura e chiusura.
Mi interessava sapere se la cosa è circoscritta solo alla sua apertura/chiusura in un software di fotoritocco oppure ad una semplice azione che può essere una sua visione sul monitor, oppure una sua duplicazione o un suo trasferimento su una memoria di massa, ecc.
Inoltre, in percentuale, quanto si deteriora ad ogni azione? E il deterioramento si riflette, principalmente, su cosa?
Massimo.Novi
QUOTE(rinux1956 @ Sep 27 2010, 02:01 PM) *
... la cosa è circoscritta solo alla sua apertura/chiusura in un software di fotoritocco oppure ad una semplice azione che può essere una sua visione sul monitor, oppure una sua duplicazione o un suo trasferimento su una memoria di massa, ecc.
Inoltre, in percentuale, quanto si deteriora ad ogni azione? E il deterioramento si riflette, principalmente, su cosa?


Un file JPEG viene "ricreato" quando viene salvato. Anche senza modificare nulla. Il deterioramento è dato dal ricalcolo delle zone di compressione (in realtà dei quadrati). Se fatto molte volte, si perde uniformità nei colori e dettaglio. Qualsiasi operazione di ridimensionamento, ritocco, modifica di cotnrasto, ecc. ovviamente modifica il file e lo costringe ad un ricalcolo.

Se un'immagine JPEG viene ruotata e se il software non prevede la rotazione "lossless" ossia il ruotare l'immagine in modo simmetrico senza ricalcolarla, si ha un nuovo salvataggio e perdita di qualità (es. il visualizzatore di Windows). Le fotocamere impostano un bit interno al file per indicare ai software la visualizzazione verticale o orizzontale. Ovviamente ciò non provoca perdite, ma non tutti i software usano tale valore.

La percentuale di perdita dipende sia dal software (software diversi comprimono in modo diverso) sia dalla qualità voluta. Dipende anche dall'immagine.

Se si modificano solo i metadati interni (IPTC o EXIF), non si ha danno, in quanto scritti in una zona specifica del file, senza bisogno di toccare l'immagine.

Visione, copia, spostamento et simili, se fatti normalmente, non fanno altro che leggere e scrivere il file byte per byte, senza quindi eseguire nessuna operazione specifica su di esso e senza alcun danno.

Spero di essere stato chiaro.

Massimo
Rinux.it
QUOTE(manovi @ Sep 27 2010, 02:57 PM) *
Spero di essere stato chiaro.
Massimo

Sei stato chiarissimo, Massimo.
grazie.gif
Ciao da Rinux.
SkZ
la perdita avviene a come il jpeg effettua la compressione.
Un file di testo lo puoi comprimere, riaprire, ricomprimere senza che si deteriori perche' la compressione e' lossless, senza perdita.
Il Jpeg si basa sulla suddivisione della foto in parti e sul calcolo della trasformata di Fourier prendendo pero' solo parte di essa (la trasformata coseno) e poi tenendo parte della rimanente, a seconda del grado di compressione, che determina pure la dimensione delle zone analizzate (eco perche' le immagini molto compresse sono a quadrettoni).
Quandi apri un jpeg effettui la trasformata inversa, ma visto che non hai tutte le informazioni (parte le hai buttate per risparmiare spazio), non riottieni esattamente l'immagine iniziale.
Quando risalvi ricomprimi, ributtando parte del dettaglio di nuovo.
Rinux.it
QUOTE(SkZ @ Sep 28 2010, 04:40 AM) *
Il Jpeg si basa sulla suddivisione della foto in parti e sul calcolo della trasformata di Fourier

Accidenti non lo sapevo che il JPEG andasse a scomodare il grande Jean Baptiste!
Meno male che durante la Rivoluzione francese riuscì a mantenere la testa sulle ... spalle! wink.gif
Dovrò riprendere in mano i vecchi libri di analisi dell'università.
Ciao da Rinux.
Massimo.Novi
QUOTE(SkZ @ Sep 28 2010, 04:40 AM) *
... sul calcolo della trasformata di Fourier prendendo pero' solo parte di essa (la trasformata coseno) e poi tenendo parte della rimanente...


La DCT (Trasformata Discreta del Coseno) usata nell'algoritmo JPEG non è una parte di una FFT (e nemmeno della DFT nel nostro caso), anche se "analoga" al calcolo della sola parte reale della DFT.

Si usa la DCT perchè, anche se più complessa da calcolare della DFT, fornisce una migliore rappresentazione dell'immagine compressa, con meno discontinuità.

Scusate l'approssimazione ma vado a memoria.

Massimo
Rinux.it
Mi sa che dovrò darmi al NEF! ohmy.gif
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