QUOTE
Vedere le persone in modi nuovi...superare il “realismo del momento decisivo”, già... la realtà riprodotta in una fotografia...ma quale realtà?
Quale realtà? Non lo so. Quella che il fotografo percepisce
dietro la "maschera" che il soggetto ritratto mostra, immagino. Non sono un ritrattista. Ma in qualche modo, leggendo questo tuo post, mi è venuto da pensare "questo è esattamente il motivo per cui mi piace
rubare i ritratti... perché mi permette di cogliere un attimo
in cui si esprime una parte del soggetto "nascosta", che forse
nemmeno lui sa di avere, e
di cui non si rende conto". Probabilmente sbaglio... Ma mi piace pensare che, ritraendo una persona, il fotografo abbia la possibilità di cogliere e mostrare un aspetto, una caratteristica non comune, nascosta,
sotto la superficie ed oltre l'apparenza, della persona fotografata.
Oppure si può mostrare qualcosa che è, magari,
ciò che il soggetto vorrebbe essere, qualcosa che vorrebbe avere dentro di sé (e di solito ce l'ha, ma non lo sa o non se lo riconosce).
Questo può essere fatto in modo sottile, attraverso una sfumatura, un dettaglio, un'espressione, oppure in modo eclatante, con una scenografia, un'ambientazione, un simbolismo... o in qualsiasi altro modo "intermedio". E probabilmente in molti altri che ora mi sfuggono.
Ma certamente sono d'accordo con Michals quando dice che un ritratto "non dovrebbe dirvi ciò che già sapete"... o almeno non dovrebbe mostrare la solita, usuale, quotidiana faccia conosciuta del soggetto.
Probabilmente è per questo che non sono mai stato un buon ritrattista!

Davide