http://www.pbase.com/vthian/athens_olympics_2004
guardate che cavolo di attrezzature hanno questi!!!
QUOTE (|Claudio| @ Aug 27 2004, 05:35 PM) |
Ma scusa che è...uno spot velato per CANON ? |
QUOTE (doc @ Aug 27 2004, 05:47 PM) |
In realtà una Nikon sembra esserci nella foto 2. Sembrerebbe una d2h con un tele nikon se non fosse per un particolare: ha l'lcd arancione. C'è un interessante thread su questa foto in un altro forum, ma nessuno sembra esserne venuto a capo. Qualcuno qui ha qualche idea? doc |
QUOTE (E.A. Juza @ Aug 27 2004, 07:06 PM) |
su dpreview c'è un 3d dove sostengono che sia una D2X |
QUOTE (mgiac81 @ Aug 27 2004, 06:10 PM) |
http://www.pbase.com/vthian/athens_olympics_2004 guardate che cavolo di attrezzature hanno questi!!! |
QUOTE (rdfoto @ Aug 27 2004, 06:11 PM) | ||
No, solo le Fuji hanno il display di colore arancione |
QUOTE |
Except the lens is AF-S 400mm F/2.8, and the camera has a white balance sensor like the D2H. The mystery is the orange LCD, which no current Nikons have.... |
QUOTE (@lberto @ Aug 27 2004, 06:24 PM) |
Guardate questo cannone! 1200mm ![]() La reflex sembra compattina ![]() |
QUOTE (tembokidogo@libero.it @ Aug 27 2004, 05:31 PM) |
.....tutte quelle reflex col telecomando: è la nuova fisosofia imperante, scatto 10.000 immagini per averne una buona... |
QUOTE (tembokidogo@libero.it @ Aug 27 2004, 05:31 PM) |
Che tristezza tutte quelle reflex col telecomando: è la nuova fisosofia imperante, scatto 10.000 immagini per averne una buona...alle prossime olimpiadi accrediteranno degli scimpanzè... Diego |
CODE |
ti interessa qualcosa sapere come è stata scattata questa immagine????a me no me la godo e basta... |
QUOTE |
Quando ad un fotografo viene commissionata un'immagine la deve portare a casa |
QUOTE (tembokidogo@libero.it @ Aug 30 2004, 07:13 PM) |
Tante belle foto scattate al momento giusto, tecnicamente perfette o quasi, poche col "fuoco" dentro... Ma questo è un altro discorso... Diego |
QUOTE (mmfr @ Aug 30 2004, 02:00 PM) | ||
Ciao Diego sono sempre esistite o comunque ormai sono tantissimi anni che si scatta in questo modo è il progresso.Sicuramente anche la fotografia come lo sport è un po' dopata ,ma è il risultato finale quello che conta non come l'hai ottenuto. Quando ad un fotografo viene commissionata un'immagine la deve portare a casa...es : una rivista specializzata richiede l'immagine dell'esultanza del vincitore subito dopo aver tagliato il traguardo della finale dei 100 mt alle olimpiadi. La gara dura tra i 9 e i 10 secondi,ci sono 8 possibili vincitori , ma soprattutto oltre a non sapere chi vincerà la gara non puoi sapere cosa farà l'atleta una volta superata la linea del traguardo ,non sai dove volgerà lo sguardo ,non sai se in quel preciso istante qualcun' altro gli passerà davanti,ma la cosa peggiore è che se fallisci dovrai aspettare altri 4 anni per avere quell'immagine....ad allora devi cercare di prevedere tutto,sapendo che forse quell'immagine non l'avrai comunque, e portare a casa quell'immagine per te diventa come vincere una medaglia d'oro ...ed allora se la gara è la sera alle 21 ,vai allo stadio alle 6 del mattino per prendere il posto che ritieni essere il migliore e metti in campo tutte le risorse possibili ed immaginabile...tutto per quella foto... no Diego agli scimpanzè lasciamo noccioline e banane e le foto facciamole fare agli uomini,anzi ai fotografi .... ti interessa qualcosa sapere come è stata scattata questa immagine????a me no me la godo e basta... ![]() ![]() ciao Marco |
QUOTE (Emanuele A. Fotografo @ Aug 31 2004, 04:19 PM) |
La tecnologia aiuta senz'altro ma bisogna anche saperla utilizzare! Ed essere comunque dei grandi fotografi. |
QUOTE (Claudio Orlando @ Aug 31 2004, 04:11 PM) | ||
Mhà, è vero che una cosa non esclude l'altra ma, secondo me non la include nemmeno però! La foto postata è senz'altro una grande foto, ma se è frutto di uno scatto preso in mezzo ad una scarica di trenta foto da 10 scatti al secondo, non si tratta di avere un grande occhio ma di avere l'accredito per andare a piazzare la macchina nel punto giusto ( e questo è mestiere, non bravura) e di avere la macchina che ti consenta certe performances, e anche questo con la bravura c'entra poco. Sr fosse frutto di un unico scatto...pronto a rimangiarmi tutto, ma...io non credo. |
QUOTE (Emanuele A. Fotografo @ Aug 31 2004, 11:50 PM) |
Li non si è artisti, ma professionisti. |
QUOTE (sergiobutta @ Sep 1 2004, 10:02 AM) |
Quindi, solo cercando di chiarire in quale accezione utilizziamo il termine "professionista", saremo in grado di definire bella o brutta una immagine. |
QUOTE (Claudio Orlando @ Aug 31 2004, 04:11 PM) | ||
Mhà, è vero che una cosa non esclude l'altra ma, secondo me non la include nemmeno però! La foto postata è senz'altro una grande foto, ma se è frutto di uno scatto preso in mezzo ad una scarica di trenta foto da 10 scatti al secondo, non si tratta di avere un grande occhio ma di avere l'accredito per andare a piazzare la macchina nel punto giusto ( e questo è mestiere, non bravura) e di avere la macchina che ti consenta certe performances, e anche questo con la bravura c'entra poco. Sr fosse frutto di un unico scatto...pronto a rimangiarmi tutto, ma...io non credo. |
QUOTE (mmfr @ Sep 1 2004, 01:41 PM) | ||||
no Claudio mi permetto di contraddirti... quella è una foto cercata ed ottenuta...frutto della conoscenza da parte del fotografo dello sport che sta riprendendo ,eseguirla con un singolo scatto è possibile ,ma si tratterebbe di pura e semplice fortuna ,non di bravura ,eseguirla con un apparecchio che che scatta 10 foto al secondo è l'unico sistema per ottenerla (forse!) ,chi ha fatto quella foto oltre ad essere un grande professionista è anche un grande fotografo . ![]() La tecnologia deve essere al nostro servizio...sempre. ![]() Ciao Marco |
QUOTE (Claudio Orlando @ Sep 1 2004, 09:26 AM) |
Trarre da una sequenza di venti/trenta foto quella più bella, non è cogliere il momento... |
QUOTE (Claudio Orlando @ Sep 2 2004, 09:07 AM) |
Va bhè...non mi sono capito...fa niente. |
QUOTE (Claudio Orlando @ Sep 2 2004, 11:25 AM) |
OK! ![]() |
QUOTE (mmfr @ Sep 2 2004, 11:43 AM) |
...comunque comprendo benissimo il tuo punto di vista ,purtroppo tutto è cambiato ,tutto corre più velocemente e niente è più sufficiente o sembra bastare. fanno bene i fotografi a cercare di vendere la foto perfetta fatta sfruttando tutta la tecnologia di questo mondo, ma fa bene anche chi non pensa sia giusto...adeguarsi e la pensa come te... CIao Marco |
QUOTE (_Nico_ @ Sep 2 2004, 02:15 PM) |
Premesso che non trovo nulla di male a scattare una quarantina di foto (D2H = 8 foto al secondo per circa cinque secondi, metà tempo dei cento metri...) nel caso d'un evento che dura dieci secondi e si ripete solo ogni quattro anni, ma che di fatto è irripetibile (per l'esito, i protagonisti e così via), vorrei fare un paio di considerazioni di natura diversa. La prima è tecnica. Le foto in sequenza si sono cominciate a scattare intorno alla metà Ottocento per fini di studio. Muybridge, non godendo di camere con scatti a raffica risolse disponendo una gigantesca serie di fotocamere che venivano attivate da una cordicella al passaggio del soggetto in movimento. A lui dobbiamo fondamentali contributi sulla dinamica del movimento. Marey, che aveva scopi analoghi a Muybridge, optò però per lo scatto singolo e la luce stroboscopica, con risultati anche affascinanti: ![]() Le sequenze odierne nascono da questi scatti, che però contribuirono anche allo sviluppo del cinema, dell'aeronautica, della fisiologia... Non solo non v'è dunque nulla di male nello scattare molte immagini a soggetti in movimento rapido, ma può essere utile ai fini della comprensione dell'azione stessa. Se oggi ciò non avviene più è perché le video riprese consentono d'ottenere il fermo immagine, il rallentatore e tutti quegli strumenti per un'analisi dettagliata del movimento: sono gli strumenti di lavoro degli allenatori... La seconda considerazione è di natura 'estetica'. L'idea che una bella foto debba scaturire da uno scatto singolo, e non da una sequenza, implica alcuni presupposti estetici. Il primo è l'unicità dell'opera. Nel caso delle opere d'arte questo presupposto si fonda sull'unicità materiale dell'opera, ma guarda caso è stata proprio la foto a eliminare l'unicità materiale con le sua possibilità d'infinite riproduzioni... Foto e cinema hanno spostato questo presupposto estetico sull'unicità formale dell'opera. Ovviamente nessuno si chiede se il film che sta vedendo è l'unica copia in circolazione... ![]() Associato a questo presupposto dell'unicità formale, vedo anche quello strettamente correlato del 'colpo di genio': lo scatto singolo -la pennellata di getto- come espressione assoluta e immediata dell'artisticità. Chi non ci arriva alla prima non è artista. Inutile dire come questi due presupposti, legittimi quanto mai, per carità, siano da un lato stati cancellati dalla riproducibilità infinita che ci consentono le macchine, non solo fotografiche, e dall'altra abbiano prodotto la degenerazione nel campo dell'espressione creativa, che ormai pullula di persone convinte appunto che l'arte non richieda pazienza, esercizio costante e metodico, ma appunto il colpo d'ala. Naturalmente queste persone credono d'essere dotate di questo colpo d'ala e dunque d'essere esentate dall'esercizio. Le accademie di belle arti pullulano di soggetti convinti di ciò... ![]() Per parte mia ritengo l'unicità materiale dell'opera un presupposto estetico obsoleto, morto per surplus di tecnologia ![]() L'arciere coglie al volo il bersaglio mobile, ma dopo anni e anni di tiro ed esercizio. Dopo non ha bisogno di prendere la mira. Gli basta volgersi verso il bersaglio e centrarlo. Ma dopo, molto dopo. Certo se quel bersaglio è l'unico cibo che l'aricere potrà mangiare, egli s'attrezzerà per non rischiare di restare a digiuno. ![]() L'arte è la distillazione del mestiere. Ma se l'uva manca non c'è nulla da distillare... |
QUOTE (_Nico_ @ Sep 2 2004, 01:15 PM) |
Premesso che non trovo nulla di male a scattare una quarantina di foto (D2H = 8 foto al secondo per circa cinque secondi, metà tempo dei cento metri...) nel caso d'un evento che dura dieci secondi e si ripete solo ogni quattro anni, ma che di fatto è irripetibile (per l'esito, i protagonisti e così via), vorrei fare un paio di considerazioni di natura diversa. La prima è tecnica. Le foto in sequenza si sono cominciate a scattare intorno alla metà Ottocento per fini di studio. Muybridge, non godendo di camere con scatti a raffica risolse disponendo una gigantesca serie di fotocamere che venivano attivate da una cordicella al passaggio del soggetto in movimento. A lui dobbiamo fondamentali contributi sulla dinamica del movimento. Marey, che aveva scopi analoghi a Muybridge, optò però per lo scatto singolo e la luce stroboscopica, con risultati anche affascinanti: ![]() Le sequenze odierne nascono da questi scatti, che però contribuirono anche allo sviluppo del cinema, dell'aeronautica, della fisiologia... Non solo non v'è dunque nulla di male nello scattare molte immagini a soggetti in movimento rapido, ma può essere utile ai fini della comprensione dell'azione stessa. Se oggi ciò non avviene più è perché le video riprese consentono d'ottenere il fermo immagine, il rallentatore e tutti quegli strumenti per un'analisi dettagliata del movimento: sono gli strumenti di lavoro degli allenatori... La seconda considerazione è di natura 'estetica'. L'idea che una bella foto debba scaturire da uno scatto singolo, e non da una sequenza, implica alcuni presupposti estetici. Il primo è l'unicità dell'opera. Nel caso delle opere d'arte questo presupposto si fonda sull'unicità materiale dell'opera, ma guarda caso è stata proprio la foto a eliminare l'unicità materiale con le sua possibilità d'infinite riproduzioni... Foto e cinema hanno spostato questo presupposto estetico sull'unicità formale dell'opera. Ovviamente nessuno si chiede se il film che sta vedendo è l'unica copia in circolazione... ![]() Associato a questo presupposto dell'unicità formale, vedo anche quello strettamente correlato del 'colpo di genio': lo scatto singolo -la pennellata di getto- come espressione assoluta e immediata dell'artisticità. Chi non ci arriva alla prima non è artista. Inutile dire come questi due presupposti, legittimi quanto mai, per carità, siano da un lato stati cancellati dalla riproducibilità infinita che ci consentono le macchine, non solo fotografiche, e dall'altra abbiano prodotto la degenerazione nel campo dell'espressione creativa, che ormai pullula di persone convinte appunto che l'arte non richieda pazienza, esercizio costante e metodico, ma appunto il colpo d'ala. Naturalmente queste persone credono d'essere dotate di questo colpo d'ala e dunque d'essere esentate dall'esercizio. Le accademie di belle arti pullulano di soggetti convinti di ciò... ![]() Per parte mia ritengo l'unicità materiale dell'opera un presupposto estetico obsoleto, morto per surplus di tecnologia ![]() L'arciere coglie al volo il bersaglio mobile, ma dopo anni e anni di tiro ed esercizio. Dopo non ha bisogno di prendere la mira. Gli basta volgersi verso il bersaglio e centrarlo. Ma dopo, molto dopo. Certo se quel bersaglio è l'unico cibo che l'aricere potrà mangiare, egli s'attrezzerà per non rischiare di restare a digiuno. ![]() L'arte è la distillazione del mestiere. Ma se l'uva manca non c'è nulla da distillare... |
QUOTE (tembokidogo@libero.it @ Aug 27 2004, 06:31 PM) |
Che tristezza tutte quelle reflex col telecomando: è la nuova fisosofia imperante, scatto 10.000 immagini per averne una buona...alle prossime olimpiadi accrediteranno degli scimpanzè... Diego |
QUOTE (_Nico_ @ Sep 2 2004, 01:15 PM) |
" La seconda considerazione è di natura 'estetica'. L'idea che una bella foto debba scaturire da uno scatto singolo, e non da una sequenza, implica alcuni presupposti estetici. Il primo è l'unicità dell'opera. Nel caso delle opere d'arte questo presupposto si fonda sull'unicità materiale dell'opera, ma guarda caso è stata proprio la foto a eliminare l'unicità materiale con le sua possibilità d'infinite riproduzioni... Foto e cinema hanno spostato questo presupposto estetico sull'unicità formale dell'opera. Ovviamente nessuno si chiede se il film che sta vedendo è l'unica copia in circolazione... ![]() Associato a questo presupposto dell'unicità formale, vedo anche quello strettamente correlato del 'colpo di genio': lo scatto singolo -la pennellata di getto- come espressione assoluta e immediata dell'artisticità. Chi non ci arriva alla prima non è artista. Inutile dire come questi due presupposti, legittimi quanto mai, per carità, siano da un lato stati cancellati dalla riproducibilità infinita che ci consentono le macchine, non solo fotografiche, e dall'altra abbiano prodotto la degenerazione nel campo dell'espressione creativa, che ormai pullula di persone convinte appunto che l'arte non richieda pazienza, esercizio costante e metodico, ma appunto il colpo d'ala. Naturalmente queste persone credono d'essere dotate di questo colpo d'ala e dunque d'essere esentate dall'esercizio. Le accademie di belle arti pullulano di soggetti convinti di ciò... ![]() Per parte mia ritengo l'unicità materiale dell'opera un presupposto estetico obsoleto, morto per surplus di tecnologia ![]() L'arciere coglie al volo il bersaglio mobile, ma dopo anni e anni di tiro ed esercizio. Dopo non ha bisogno di prendere la mira. Gli basta volgersi verso il bersaglio e centrarlo. Ma dopo, molto dopo. Certo se quel bersaglio è l'unico cibo che l'aricere potrà mangiare, egli s'attrezzerà per non rischiare di restare a digiuno. ![]() L'arte è la distillazione del mestiere. Ma se l'uva manca non c'è nulla da distillare... |