QUOTE(Giuseppe Maio @ Sep 28 2006, 03:39 PM)

È vero proprio il contrario.
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Qualcosa non mi è chiaro, forse non sono abbastanza ferrato in materia di astrofotografia, che non ho mai praticato
La foto astronomica richiese esposizioni lunghe, molto bene.
Se con esposizioni lunghe la pellicola fornisce in maniera nativa immagini prive di aloni, perchè non preferirla al digitale, che con le lunghe esposizioni fornisce immagini bisognose di correzione?
La pellicola presenta il noto difetto di non reciprocità, ma esso oltre a verificarsi in maniera omogenea su tutto il fotogramma, non danneggia l'immagine in alcun modo e quindi non c'è bisogno di correzione in fase di stampa, è sufficiente prolungare l'esposizione durante la ripresa, per ovviare a questo difetto.
In questo caso non mi pare sia applicabile il concetto che "la pp sta al digitale come la camera oscura sta all'analogico", perchè in analogico non occorre cancellare nessun alone causato dal surriscaldamento del sensore. Anche se le correzioni di questo tipo avvengono mediante somme o sottrazioni di immagini etc, e quindi non richiedono un impegno esagerato, si tratta pur sempre di tempo impiegato a correggere ciò che in altri modi (ossia: pellicola) si sarebbe ottenuto già bello e corretto.
Io amo molto il digitale ma ritengo evidente che in qualche settore fotografico o condizione d'impiego l'analogico sia ancora notevolmente superiore in termini di validità dei risultati, intesa come qualità ottenuta con il minor lavoro possibile.
Sarò grato a qualche astrofotografo se mi spiegherà come mai preferisce il digitale all'analogico. Magari sto sbagliando il ragionamento o trascuro qualche aspetto specifico che ignoro.
Buone foto a tutti