QUOTE(Seb @ Nov 3 2016, 01:44 PM)

Ciao a tutti,
c'è uno sconvolgimento della situazione. Ho aperto questa discussione anche su altro forum dove ci sono utenti di tutte le marche e chissà cosa veniva fuori. é venuta una bella sorpresa fuori e cioè chela foto che io pensavo fosse fuori fuoco in realtà è micro-mossa ed infatti mi hanno detto che la "legge del reciproco" si riferisce al tempo di sicurezza sulla pellicola e non sul digitale. Mi hanno detto che Ansel Adams, ad esempio, consiglia più che giustamente da 3 a 5 volte il reciproco.
Dato che scattare sul digitale non costa niente ho fatto delle prove. Risultato: la foto nitida dei nani,soggetto fermo e a mano libera, l'ho avuta con tempo di 1/500 e Vr On. La foto a 1/500 e Vr Off perde. Fatto anche a 1/400 e Vr off e perde al confronto con 1/200 e Vr On!
Provo a dire la mia dopo mesi di assenza perché questa discussione è davvero interessante e tocca le mie corde di vecchio analogico/manuale convertito al digitale.
Punto uno - Non capisco come possano cambiare le carte in tavola se si opera in pellicola o in digitale; fissato il tempo di scatto ed un dato livello di mano tremula, la luce farà sul piano focale i suoi bravi disegnini attorno al punto luce dovuti al movimento dell'insieme corpo/obiettivo indipendentemente dal fatto che a raccogliere la luce ci sia una emulsione chimica o dei recettori elettronici;
Punto due - La cosiddetta "legge del reciproco" più che una legge deve essere intesa come un parametro di partenza, un consiglio che non mette al riparo dal mosso se scatti da una moto da cross in corsa né ti impedisce un eccellente risultato ad 1/15" se hai una bella mano rocciosa. Ovvio che più veloce è il tempo migliori saranno i risultati ma occorre avere chiaro che non esiste la foto esente da mosso (macro o micro o pico che sia), ma solo la foto in cui il mosso non "viene fuori" perché è irrilevante rispetto al fattore di ingrandimento che userò per osservarla. E' lo stesso concetto applicabile alla MAF il cui livello di esattezza esiste solo in teoria perché nella realtà il puntino luminoso che deve incidersi come tale sulla superfice sensibile non sarà mai un puntino perfetto per via delle inevitabili aberrazioni dell'ottica. Dunque avremo sempre una MAF apparentemente perfetta rispetto all'ingrandimento con cui osserveremo il sunnominato puntino quando stamperemo il 7x13 ma scopriremo di avere cannato alla grande sul 50x60.
Detto questo che altro non è che una rozza legge della relatività (tutto è relativo, anche il fuoco ed il mosso) veniamo al discorso dell'uso del punto verde nella MAF manuale. E' ovvio che il suddetto mostra ampi margini di invarianza nell'uso col grandangolo a causa appunto della sostanziale invarianza della MAF dovuta all'amplissima profondità di campo. In tale situazione andare a cercare con caparbietà l'esatta MAF è puro esercizio accademico che poco o nulla incide sul risultato finale che poi è quello che ci dovrebbe interessare. Al contrario con i tele il suddetto punto verde diventa assai ballerino attorno a microscopiche variazioni come deve essere in forza della ristrettissima PDC del sistema. Resta da capire se l'indicazione del suddetto è affidabile e quanto. Qui immagino che ognuno debba cercare la risposta nella propria macchinetta perché il telemetro elettronico (il punto verde appunto) rappresenta una misura "indiretta" della MAF e dunque dipende dalla taratura della singola macchina proprio come il tachimetro di ciascuna automobile misura la velocità indirettamente ed in modo sempre diverso da vettura a vettura. Poiché sono un tecnico e non amo le chiacchiere mi sono fatte le mie sperimentazioni ed ho scoperto che sulla mia D800 (ma vale solo per la mia) mi posso fidare abbastanza del puntino verde anche se una minima discrepanza esiste. Ho operato col vetusto Nikkor 300 mm. F4,5 AI (ideale per una prova del genere) scattando con tutte le cautele del caso (cavalletto roccioso, scatto a distanza, specchio alzato, fiato sospeso etc.) mettendo a fuoco prima in LV con il massimo ingrandimento possibile (o quasi) e poi verificando la MAF col puntino verde. Ho trovato che il puntino è abbastanza affidabile visto che devo solo fare delle fotografie e non esami di laboratorio, ma sia chiaro che questo vale solo per la mia macchina e neanche per tutte le D800 visto che è un problema di taratura che nella produzione di serie non garantisce nulla !
Quanto alla MAF sui vetrini di messa a fuoco la mia lunghissima esperienza sulle analogiche mi ha insegnato che se c'è abbastanza luce e adeguate linee verticali da spezzare nulla può avvicinarsi alla precisione del telemetro ad immagine spezzata che non per niente è il sistema che ha sempre usato Leica nelle sue telemetro e l'artiglieria per determinare le distanze. In subordine la corona di microprismi che incorniciava il suddetto telemetro nella mia Nikkormat se la cavava anch'essa niente male specie quando non c'erano linee da spezzare (tipicamente le fronde di un albero) ma se qualcuno mi vuole sostenere che il vetro smerigliato possa servire nella MAF evidentemente non ha mai imbracciato una analogica.
Finisco dicendo che quando mister Nikon ci fornirà una macchina a vetri intercambiabili (che occasione persa la DF, l'avrei comprata subito !!) o almeno con telemetro e microprismi non sarà mai troppo tardi, chiamiamola nostalgia di un anziano ma provate a mettere l'occhio sul vetrino di una F3 e ne riparliamo.