QUOTE(VampirSergio @ Feb 5 2006, 06:50 PM)
Come mai l'informazione sull'esposizione non varia a seconda che il flash sia o meno sollevato? Forse ho capito male io come si utilizza l'esposimetro?!?!
L'esposimetro, offre l'indicazione della SOLA luce ambiente.
Quindi alzando il flash l'esposimetro continua a segnalare il valore luce "EV" misurato e propone il normale accoppiamento tempo diaframma in base al metodo di esposizione P,S,A o M impostato.
Alzando il flash in program si sposta il tempo di posa sul minimo tempo sincro flash accettabile normalmente di 1/60. In Slow sync il tempo scende anche al di sotto.
Nella ripresa flash (a patto di non lavorare in assenza di luce) si deve "pensare" come in una doppia esposizione oltre a valutare la tridimensionalità della scena illuminata dal flash.
Cerco di spiegarmi:
L'accoppiamento tempo/diaframma/sensibilità espongono per la luce ambiente e sottoesporranno o sovraesporranno l'immagine in base a quanto segnalato dall'esposimetro. Le indicazioni dell'esposimetro indicano dunque il risultato che si potrà ottenere dall'influenza della SOLA luce ambiente ed il flash si adeguerà SOLO sul primo piano emettendo la "potenza" decisa dall'automatismo TTL (i-TTL) in uso.
La luce flash deve essere dunque intesa di riempimento o comunque in aggiunta a quella ambiente anche se povera. Dipende dunque da ciò che si desidera ottenere. Un ritratto davanti ad una fontana illuminata di notte non avrà alcun valore se la fontana risulta troppo scura e la fontana non deve essere il flash ad illuminarla.
Se si prediligono esclusivamente tempi veloci e diaframmi chiusi il flash esporrà correttamente il primo piano (a patto che basti il numero guida NG del flash in uso) ma lo sfondo resterebbe nero. E talvolta questo è ciò che si ricerca.
Ecco che allora bisognerà utilizzare tempi più lenti, diaframmi più aperti (ecco dove gli obiettivi più luminosi possono servire) e sensibilità più elevate al fine di esporre il primo piano con il flash ma lo sfondo con le impostazioni prescelte tra ISO, Tempo e Diaframma.
La scelta del tempo sincro serve dunque come strumento del fotografo per "congelare" la scena specifica ma anche per decidere come e di quanto schiarire lo sfondo sul quale il flash non ha alcuna influenza. Ricordo che il flash produce una illuminazione bidimensionale e MAI potrà esporre con la stessa intensità primo piano e sfondo. Ragionando sulla tridimensionalità illuminata dalla luce flash, saranno sempre più chiare le porzioni di soggetto più vicine all'obiettivo per andare ad azzerarsi man mano che il riflesso di ritorno si allontana dal punto di ripresa.
La sincronizzazione con tempi lenti (associata ai valori ISO e diaframmi prescelti) consente riprese con sfondi presenti ed illuminati ma attenzione al mosso. La sincronizzazione con tempi veloci permette invece di non "bruciare" eventuali sfondi illuminati o di utilizzare il flash in schiarita magari di un ritratto fatto a mezzogiorno con le fastidiose ombre sotto naso ed occhi...
Lei potrà dunque utilizzare qualunque tempo di posa compreso tra 1/500 fino a quanti secondi desidera (Slow Sync) al fine di schiarire o scurire lo sfondo come desiderato oppure per governare gli effetti di congelamento o "mosso" ricercato (come quando per esempio si vuole registrare un volontario movimento).
Tutti gli aspetti di tridimensionalità sopra citati devono poi essere integrati nelle differenti temperature di colore coinvolte. Abbiamo infatti sopra parlato solo di densità o luminosità che dir si voglia ma in fotografia digitale risulta governabile (con più facilità) alnche il calore o la freddezza dell'illuminazione interessata sui due piani coinvolti: flash sul fronte e luce ambiente sullo sfondo.
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