QUOTE(Paolo Gx @ Aug 20 2012, 07:55 PM)

.........Perche' invece cio' che vale per il micromosso non vale per 1) la qualita' dell'ottica e 2) per la diffrazione?
Aggiungo che un altro aspetto analogo a quelli esaminati, e per il quale valgono le stesse considerazioni, e' quello della precisione della messa a fuoco.
Il fuoco ci vuole ottimo, sempre per lo stesso discorso del formato nativo maggiore, come dimensione, della D 800.
Per ottiche e diffrazione:
1) Perché la D 700 con la sua bassa risoluzione (siamo a circa 45 LPM nel migliore dei casi) NON permette di rendere visibili le problematiche delle ottiche, dato che 45 lpm li danno anche i fondi di bottiglia vecchi, nella media 45 lpm li risolvono tutti gli obiettivi e dunque su D 700 nti ci vanno tutti bene, mentre la D 800 arriva tranquillamente sulle 100, e più, lpm, e 100 lpm, NON le danno tutte le ottiche per nulla, e se non le danno, lo vedi.
In altre parole, l’immagine D 700 è più rozza ma sempre nitida, per quanto concerne le ottiche usate, mentre l’immagine D 800 è migliore, più morbida e modulata, ma se l’ottica non basta per la risoluzione del sensore, la stessa immagine, ti si impasta. E si vede.
2) Perché con la D 800 la diffrazione c’è a f 16 o f 20, e c’è in modo molto visibile, si vede, mentre con la D 700 la diffrazione NON c’è, è un fenomeno fisico e si può dimostrare che non c’è in una mentre c’è nell’altra, dunque a diaframma chiuso tanto, la D 700 è più nitida della D 800, si può dire tranquillamente quasi sempre, dipende dal tio di immagine
Questa, a parer mio personalissimo, è l’unica, profonda e molto negativa conseguenza dei 36 Mpx: se in tante condizioni l’immagine è migliore dei 12 Mpx, in alcune condizioni è peggiore, ed in queste condizioni è facile cascarci se non stai attento.
La D 700 ha bassa risoluzione, solo 12 Mpx, su un sensore da 24 x 36 mm: la grandezza del fotodiodo della D 700 ( il “pixel pitch” che si trova sui dati tecnici) è notevolmente più elevata della grandezza del fotodiodo della D 800: la D 800 va in diffrazione VISIBILE su monitor già ad f 11, su immagine grande come un A3 si comincia a vedere il calo di risoluzione, mentre la D 700 NON va in diffrazione visibile su monitor nemmeno a f 20 su immagine grande come un A3.
A f 20 l’immagine D 800 èVISIBILMENTE “morbida”, per flare da diffrazione, ossia ha perso assai risoluzione, e questo si traduce in stampa, sempre A3 con immagine “impastata”, poco nitida per occhio esperto, e non c’è, praticamente, rimedio, recuperi poco con lo sharpening anche fatto bene.
La D 700 la risoluzione elevata della D 800 non ce l’ha: non va in diffrazione visibile a f 16 o 22, non c’è differenza visibile tra f 8 e f 20 anche su stampa A3: l’immagine della D 700 ha poca risoluzione, è grezza, il microcontrasto è poco modulato, ma è estremamente nitida, anche a f 20 su un A3.
La D 800 ha immagine migliore della D 700 a diaframmi di lavoro non troppo chiusi, a diaframmi aperti, con ottiche buone, l’immagine è estremamente migliore su formato grosso, si vede bene, ho il 60 f 2,8 maro AFS e va molto bene, mentre se strozzi il diaframma, la D 800 va alle corde, mentre la D 700, resta, a livello più basso, invariata.
Su A3, a parer mio, a f 16 o più stretto, la D 700 va meglio della D 800.
Qui vedi il fatto che la D 700 a f 20 non va in diffrazione, feci delle prove, mentre la D 800 a f 20 ha immagine fortemente in diffrazione.
http://www.nikonclub.it/forum/index.php?ac...amp;pid=2382742Qui trovi un calcolatore di diffrazione
http://www.cambridgeincolour.com/tutorials...photography.htmNiente di strano o di anormale, in pellicola era così per la diffrazione e ci abbiamo fatto le fotografie, almeno io, per 40 anni, anche belle fotografie a diaframmi molto chiusi, tranquillamente, ed altrettanto normale, e lo è sempre stato, è il fatto che per avere belle foto ci vogliono ottiche buone, ad alta risoluzione.
La D800 ha riportato la fotografia nella norma, era PRIMA che era sbagliata la situazione, prima la qualità del digitale era bassa ed andava bene tutto, perdonava tutto, adesso la qualità della fotografia è ritornata alta, anche in digitale, e tutto è ritornato nei parametri di sempre.
Per chi voleva sapere cosa sono le frequenze spaziali, in tre parole, nulla di tecnico, ecco una similitudine.
Le ottiche trasmettono immagini, le immagini sono associabili ad, sono fatte di, insiemi di bande luminose, più grandi e più piccole, più luminose e meno luminose.
Per rappresentare, fotografare, una scacchiera, rappresento bande bianche e grigie o nere , i quadrati della scacchiera, alternate, e tutte uguali: quella sequenza di bande bianco e grigie, è una sequenza di segnali luminosi , di una certa dimensione, legata alla dimensione del quadrato della scacchiera, e di una certa intensità, variabile e che si ripete, legata alla luminosità del quadrati bianchi e dei quadrati grigi. con andamento costante su una certa dimensione geometrica, ad uno spazio, la scacchiera.
Una sequenza di segnali con intensità diversa ma ripetitiva, associati ad una certa dimensione ripetitiva, altro non è che una “onda”: ai quadrati della scacchiera posso associare un’onda che ha una ben precisa:
- lunghezza d’onda, ossia la distanza tra il bordo esterno di un quadrato bianco ed il bordo esterno del quadrato grigio associato, ossia il doppio del lato del quadrato, che racchiude il segnale ripetitivo sia positivo,
- intensità, la differenza di valore di luminosità tra il bianco,positivo o maggiore, che negativo, o minore, il grigio.
Dato che associata alla lunghezza d’onda c’è sempre la frequenza, e che qui la lunghezza d’onda è data da una certa dimensione fisica dell’immagine da fotografare, rappresentare, che è fatta da quelle bande bianche e nere, di un certo spazio fisico, si parla di frequenza d’onda spaziale.
Si parla di frequenza SPAZIALE di un’onda per fare riferimento alle DIMENSIONI ripetitive di una immagine da rappresentare, fotografare, e non alla luce che le illumina.
La luce che una immagine riflette, ha una sua certa frequenza LUMINOSA: si parla di frequenza LUMINOSA di un’onda per definire il colore non la dimensione di una immagine da fotografare.
Supponiamo di avere la stessa scacchiera, illuminata sempre dalla stessa luce, identica come intensità e colore, ma fotografata una volta da una certa distanza, ed un’altra volta da una distanza più grande, le due foto fatte con la stessa fotocamera stessa ottica etc, mi rappresenteranno la scacchiera in dimensione diversa, una più grande ed una più piccola SUL SENSORE, con la stessa luminosità e colore: a quelle due immagini di dimensione diversa, sul sensore, sono associate dimensioni diverse dei quadrati bianche e neri: avrò, sul sensore, dunque sull’immagine, due frequenze spaziali diverse, più alta quella che è più piccola.
Le frequenze SPAZIALI sono riferite, chiaramente, alla loro dimensione SUL SENSORE, non alla realta del mondo 3D.
Su una foto normale, ci sono tanti particolari, dai più piccoli, piccolissimi, ai più grandi, rappresentat: ho, su una immagine normalissima, tante frequenze spaziali, da quelle molto alte, particolari minutissimi, a quelle basse, particolari grossolani, tipo la scacchiera.
NON posso dare la stessa maschera di contrasto , con gli stessi parametri alle varie frequenze spaziali, dato che quella che mi fa nitide le frequenze lunghe, i particolari grossi (erba ad esempio in primissimo piano) mi ammazza, rovina, le frequenze alte, ad esempio alberi e foglie piccolissime sullo sfondo, un occhio espero lo vede, vede le macchioline e gli aloni sullo sfondo, basta anadre sul Club D 800 reloaded e ne è pieno, si vede anche sul web.
Se uno vuole un lavoro fatto bene, vanno date USM diverse su zone (frequenze spaziali) diverse dell’immagine.
Alle USM date all’immagine, ci va data poi anche la USM per la stampa, fissa come valore e diversa a seconda con cosa stampi: la USM fa più bianco il bianco, e più scuro il grigio.
Se dai tante USM, gli estremi, gli scuri profondi saturano e fanno macchioline nere, mentre i bianchi chiari saturano pure loro e fanno macchioline scure, visibili anche quelle ad occhio esperto, e se consideri la dinamica d a 0 a 255, è bene non dare USM ai toni di grigio sotto 30 ed ai toni del bianco sopra 220, eviti le macchioline.
Questo se uno vuole stampare bene
Ma non tutti e, soprattutto ed ahimè, non molti, vogliono stampare bene……… molti applicano il detto che chi si accontenta gode!
Sperando tutto chiaro, saluti cordiali.