Buongiorno a tutti,
ho aspettato un pò prima di rispondere e dire la mia in questa discussione, un pò perchè sono ancora "giovane" biologicamente parlando e un pò perchè davanti mi sono trovato dei professionisti del mestiere che da tempo seguo con cura e dai quali non posso fare altro che imparare.
Dico la mia quindi perchè tutto sommato ho i miei 30 anni ('giovane'..) e perchè mi piace trovare e alimentare la costruttività in ogni genere di situazione e discorso.
Prima di tutto trovo molto sensati, validi e logici i discorsi di ognuno di voi (non per fare il ruffiano diplomatico o ché!

) e ne posso comprendere abbastanza le motivazioni che ci sono dietro (motivi economici, estro e ispirazione personali, esigenze del cliente, etc.); d'altra parte cercherei di evitare paragoni pericolosi così come specificazioni <a foto> altrettanto decostruttive, per non dire distruttive.
I primi alimentano un'insana competizione mentre le seconde si impongono come "maestre" in una scuola non più dell'obbligo
Perciò ho ripreso in mano le vostre foto e con occhio attento e mente sgombra mi sono fatto questi pensieri...
La ricerca della classicità piuttosto che quella dei particolari, segni del momento, il bianco e nero piuttosto che il colore, lo sfocato piuttosto che la nitidezza cristallina, la perfezione simmetrica e la verticalità piuttosto che uno scorcio inclinato... Sono sicuramente tanti aspetti che ognuno di noi, come fotografo (ma come persona in generale, nella vita) ha e coltiva. E perciò si vedono clientele che per esempio preferiscono una foto "street" con i bambini invitati al proprio matrimonio, piuttosto che una di schiena agli sposi in ginocchio con tutta la maestosità dell'altare che sovrasta la cerimonia...
Insomma, voglio dire, il mondo è bello perché è vario.
Io penso che la fotografia, in quanto arte, è un insieme di certi fattori che, a seconda delle situazioni, hanno priorità e importanza diverse. Non tutte le foto presentate ai premi pulitzer mi sono sembrate eccezionali nella ricerca dell'inquadratura perfetta o nel rumore di fondo o nella tecnica estrema in generale; anche perché far foto sotto le pallottole non dev'essere stato semplice; ecco, in questo caso ciò che più contava evidentemente era l'aspetto documentaristico. In un matrimonio invece c'è un ventaglio di possibilità differenti che ampliano le fantasia del fotografo: ci sono le situazioni conviviali ma anche quelle più tranquille e, perché no, con pose da aspiranti-'modelli'
Il punto che crescendo sembra stia diventando sempre più "pesante" tanto nella mia vita quanto in quella del prossimo è il RENDERE OGGETTIVA LA QUALITà.
Qualità non è 'solo' tecnica, perché altrimenti la sfida sarebbe semplice

Pensate e immaginate un futuro (più che possibile, direi concreto) dove ogni persona potrà permettersi strumenti fotografici eccezionali impensabili ora, che possono scattare in piena notte con frazioni di secondo come tempi di otturazione, senza flash a mano libera, e avere la stessa illuminazione di una foto odierna con cavalletto e tempi di posa infiniti....Pensate pure di scattare in pieno giorno contro-sole, mirando a un banchetto di persone sotto dei gazebi, all'ombra quindi, e ottenere tutto esposto alla perfezione...Potrà essere il cugino della sposa a fare la foto o il fotografo professionista. La reflex del futuro non guarderà in faccia nessuno! (e se non siete ancora convinti pensate alle reflex anni '80 quanto "ammattimento" rispetto a una semplice compatta odierna che sceglie e imposta gli ISO più congeniali esponendo decentemente una scena media...).
A quel punto essere qualitativamente un fotografo di professione, piuttosto che un amatore avrà la sua sconcertante importanza. La ricerca della classicità piuttosto che un'elaborazione moderna e complessa via software (etc.) sono e resteranno compendi a quell'abilità QUANTIFICABILE prerogativa del fotografo professionista. La tecnica in effetti è una cosa che si apprende, la "stoffa" bisogna avercela già addosso.
Mi viene in mente a scopo di esempio, nel mio campo di studi (ingegneria edile/architettura), la classificazione energetica degli edifici: la puoi guardare da tutti i punti di vista che vuoi, ma se hai una casa in muratura piuttosto che in acciaio e lamiera, avrai due differenti tipologie di comportamenti termici.
Tutto sta nel dosare sapientemente le cose: e nel mio campo vale a dire progettare la casa giusta nel "punto" giusto, oltre che nel modo (modo=tecnica).
Il mondo è bello perché è vario, le stagioni sono quattro e i generi (architettonici, musicali, etc.) sono infiniti!
Buona luce a tutti e in bocca al lupo per il futuro!
A