L'accumulatore della D60 è il Nikon EN-EL9 agli ioni di litio ed
ha una tensione nominale di 7,4 volt (2 elementi interni da 3,7 volt cad in serie tra loro), questo significa che raggiunge una tensione massima reale di fine carica di 8.4 volt ed una minima reale (quando è scarico) di 7.2 volt (solo a volte 7,0 volt), poi la fotocamera (credo che anche la D60 si comporti così) cessa di funzionare.
Questi valori sono comuni anche ad altri accumulatori di fotocamere diverse.
Le prese USB (fino alla ver. 2.0) dei computer attuali erogano al massimo 500 mA (0,5 Amp) di corrente, che sarebbero sufficienti per la ricarica allungando il tempo, ma
la tensione nominale è di soli 5 volt (realmente varia da max 5,15 volt ad un minimo di 4,80 volt a massimo carico), valore inferiore a quello dell'accumulatore in questione e, non raggiungendo un valore sufficiente (8,4 volt o poco più), non si presta allo scopo.
Normalmente i telefoni cellulari o altri accessori ricaricabili via USB hanno batterie di un solo elemento al litio da 3,6/3,7 volt oppure due elementi in serie di altro tipo da 1,2/1,5 volt (tot. 2,4/3,0 volt) quindi, con appositi adattatori possono essere ricaricati.
Tramite alcuni circuiti elettronici è possibile ottenere tensioni in uscita superiori a quelle in ingresso, ma tali dispositivi sono normalmente destinati ad usi particolari diversi dalla ricarica batterie.
Non penso proprio che la D60 dia questa possibilità, altrimenti sarebbe chiaramente indicato nel manuale.
Con adattatori appositi (riduttori di tensione
dedicati o autocostruiti, per chi ne fosse capace) la ricarica sarebbe invece possibile da fonte a 12 volt (batterie portatili o da auto).
Un saluto,
Tony.
PS: oooopppsssss

, mentre rileggevo il mio messaggio prima di inserirlo, mi hanno preceduto

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