QUOTE(__Claudio__ @ Oct 14 2005, 04:38 PM)
Davide invece dice:
E' proprio questo il punto: L'attimo fuggente. No si ripete, non si ripete Mai lo stesso attimo. Tutte le considerazioni che hai fatto sulle diverse inquadrature che avresti potuto fare e non hai fatto sfumano come nebbia davanti a quel sorriso e a quel gesto, pensaci un attimo.
Il resto che tu hai visto sinceramente io non l'ho neanche notato, persino la macchina sullo sfondo che comunque non è riconoscibile. Non l'ho visto perchè il soggetto, la bimba, è talmente importante nel Suo momento, che tutto il resto passa in secondo piano. Ma questa è la foto che piace a me. In questo tipo di foto io non chiedo altro.
Caro Claudio, è lunedì e come promesso ti voglio rispondere in modo più ponderato e approfondito.

Tutto quello che dici è sensato, è vero che l'attimo fuggente non si ripete e non si ripeterà mai, ed è vero che in questo tipo di scatti il "soggetto" cattura (o
dovrebbe catturare) l'attenzione e diventa prioritario rispetto a tutto il resto. Ed è vero anche che, comunque,
l'osservatore troverà nell'immagine che osserva qualcosa di personale e soggettivo (in psicologia è il principio su cui si fondano tutti i "test proiettivi"), e che in uno stesso scatto verrà visto tutto e il contrario di tutto. E la tua stessa lettura dell'immagine di Fenderu lo prova. Ma...

Ma il mio punto di vista, di uno che vuole sempre migliorarsi, e che magari vuole comunicare delle cose e non sempre offrire semplicemente uno stimolo ambiguo e "neutro" su cui fare delle proiezioni, è che riguardando, commentando e/o criticando un'immagine cerco di
scoprire possibilità che in quel momento ho trascurato, non ho visto, non ho nemmeno immaginato, così da
arricchire la mia visione e la gamma delle possibili ipotesi di ripresa, per non parlare del "vocabolario" e della padronanza "linguistica" del mezzo fotografico (ti prego di notareche non ho nemmeno nominato la "tecnica"!). Certo, non so che risultati queste nuove "visioni" avrebbero prodotto, e non potrò mai saperlo... ma almeno adesso so che esistono, e posso sperimentarle in futuro! Ho "arricchito" la mia "mappa del mondo".

In questo senso va la mia "richiesta" di critica e suggerimenti e di motivarli in qualche modo, anche quando il commento è positivo. "Mi piace perché mi piace" non aggiunge niente alla mia mappa. Un commento motivato può confermare o smentire un'ipotesi sulla comunicazione attuata per mezzo di quell'immagine, e mi fornisce informazioni che posso utilizzare per capire meglio, e magari tu ci hai visto una cosa che io nemmeno sospettavo e mi fai guardare con i tuoi occhi e mi apri un mondo fino a quel momento inesplorato che mi arricchisce... Mi spiego?
"Crescere" è per me un valore importante, e ogni aiuto è benvenuto.

L'ho già detto rispondendo a Brunoci: "
QUOTE(twinsouls @ Oct 14 2005, 03:41 PM)
Se lo spettatore mi motiva l'effetto che gli ha fatto la mia foto, quale che esso sia, io posso imparare sempre meglio a gestire la parte "linguistica" del mio fotografare. Se mi motiva le critiche tecniche, posso migliorare la mia tecnica o trarne spunti per sperimentare cose nuove. Se mi suggerisce delle ipotesi alternative, mi permette di aprire finestre dalle quali mai avrei pensato di guardare, e arricchisce la mia capacità di visione.
Pian piano, con questi input a questi continui stimoli ed arrichimenti, posso arrivare ad avvicinare con una certa costanza il risultato alle mie intenzioni, perché conoscerò sempre meglio la "lingua" che si parla con le immagini.
Ma se mi dice solo "bravo, gran foto!" non aggiunge nulla a ciò che già conosco.
Non mi aiuta a crescere. Non mi apre nuovi orizzonti. Alimenta soltanto il mio ego (che, di solito, non ne ha alcun bisogno, anzi, andrebbe messo a dieta ferrea...).Non credo di saperlo dire meglio di così.

QUOTE(bluemonia @ Oct 14 2005, 05:08 PM)
guardo questa foto eppure non ci rivedo le cose che ho immaginato quando ho scattato, ho sbagliato l'inquadratura, forse dovevo riprenderla con un po' più di contesto e forse avrei dovutoi lasciarla a colori.. quel colore slavato che avrebbe trasmesso un senso di "freddo interno".
ecco credo che questo scatto non racconti.. è una sedia, punto e oltre non c'è nulla.
Ciao Bluemonia, ti ringrazio di aver raccontato il processo che ti ha portato a scattare quella foto e poi quello che te la fa criticare... Hai, ai miei occhi, spiegato anche "cosa non andava". Ed era già al momento dello scatto... Nel tuo pensiero, l'emozione che volevi trasmettere era legata a un'immagine, "una persona che si riscaldava bevendo una bevanda calda, e che guardava oltre, senza vedere nulla, perché l'immagine era nei suoi pensieri".

Ma hai fatto la foto a ciò che ti ha suscitato quest'immagine, anziché "a quest'immagine". Spero di essermi spiegato. In un certo senso, la sedia ha suscitato in te un "racconto", una storia, senza la quale la sensazione non esisteva... ma anziché fotografare la storia, hai fotografato la sedia. Senza volerlo, senza saperlo, hai realizzato proprio ciò a cui ho accennato nella risposta a Claudio: un test proiettivo. Ognuno può "leggere" nella tua immagine un "prima" e un "dopo", una storia... ma non sarà mai la tua, la tua
di quel momento. Nemmeno per te, che la guardi adesso,
in un momento diverso.