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Giovanni Auditore
Il primo ottobre del 2009 un violento nubifragio si abbatteva sui paesi di Scaletta, Giampilieri, Molino e Altolia, in provincia di Messina. I 220 millimetri d'acqua caduti nell'arco di 3 ore rendevano instabili le colline soprastanti i paesi e provocavano numerosi eventi franosi.
Tre ore dopo l'inizio del nubifragio si registravano danni a strade e ferrovie ma la tragedia si compiva vicino alla mezzanotte quando intere palazzine nei paesi di Giampilieri Superiore e Scaletta Zanclea crollavano in seguito all'urto con le masse fangose e i detriti. Quella notte morivano nelle loro case investite dai detriti 31 persone e altre 6 risultano ancora disperse.

Sono nato a Messina 23 anni fa ma non mi sono mai sentito completamente "messinese". Ero a Novara, città in cui vivo da sempre, quando le tv nazionali trasmettevano le prime immagini del disastro. I paesi di Giampilieri e Scaletta sono distanti pochi minuti di auto dai luoghi a me familiari e la preoccupazione era tanta.

Devo ammettere di aver affrontato questa esperienza con una certa diffidenza: sentivo le testimoniante catastrofiste degli amici del luogo ma tv e giornali nazionali non le verificavano. E credevo siceramente che tutti fossero vittime di un isteria collettiva che rendeva le cose peggiori di quanto non lo fossero in realtà.

Oggi, luglio 2010 decido di andare a vedere con i miei occhi cosa è successo laggiù.

Il mio viaggio inizia a Scaletta Zanclea. Google Maps-Street View mostra ancora come era questa zona due mesi prima del disastro. Le vie di sfogo delle acqua piovane che dalla montagna precipitano verso il mare sono occupate dalle costruzioni. Una macelleria, una scuola, diverse attività commerciali e edifici residenziali. Di tutto questo oggi non rimangono che alcuni resti da cui affiorano oggetti di vita quotidiana. Caffettiere, stipetti, microonde. Le altre costruzioni ai lati e di fronte sono state abbattute dalla piena o successivamente dall'uomo per pericolo di crolli.

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Dietro la macelleria, la Scuola Elementare Guidomandri è in pezzi. Vi si può accedere liberamente, la zona non è sorvegliata. Raggiungo i servizi igienici. Fa un certo effetto osservare le piastrelle con i personaggi Disney sporche di fango, gli specchi sui lavelli in frantumi. Le pareti degli ambienti più ampi mostrano chiaro il livello della colata di fango. Su una parete rimasta miracolosamente bianca un bambino ha disegnato, con dovizia di particolari, ruspe e trattori.

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I piano-terra delle abitazioni nelle vicinanze sono tutti interdetti. Le porte e le finestre sono sprangate con assi di legno.

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Lascio Scaletta Zanclea con profonda amarezza e mi metto in macchina per raggiungere Giampilieri Superiore.
Giampilieri Sup. si raggiunge dopo 15 minuti di strada in salita. Non è un paese di mare ma vive da 600 anni aggrappato a un pendio montuoso. A differenza di Scaletta Zanclea che ha subito l'ondata di piena di una fiumara fatalmente cemetificata, Giampilieri Sup. è stata vittima di una frana che, partita dalla sommità del pendio, ha trasformato le strette stradine del paese in torrenti impetuosi. Non a caso i primi piani di interi viottoli sono devastati e sprangati.

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Raggiungere la zona di Giampilieri colpita dalla frana significa scalare a piedi viottoli che sembrano tessere un angusto labirinto. Proprio per questo raggiungere la zona colpita è un tale sgomento. I crolli e le demolizioni hanno cancellato un complesso di abitazioni cosicchè di questi non rimangono nient'altro che le fondamenta. Il luogo è desertico. I muri di molte case sono crollate e se ne scorge l'arredamento. Scopro un bagno orrendamente sventrato: alla parete uno specchio ancora intatto. Non so perchè ma mi scatto un autoritratto: sono vivo in un luogo di morte. Sollevando lo sguardo si scorge il pendio della montagna da cui è partita la frana e ci si chiede se tutto questo accadrà ancora.

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Mentre osservo in silenzio le rovine sento un allegro vociare. Che effetto! Alcune bambine coloratissime sbucano nel bel mezzo di quel grigio. Appena mi vedono le loro urla diventano sibilanti vocine e tentano di sfuggire alla mia vista proseguendo per un altro vialetto. Le lascio allontanare quel tanto che basta da non recare loro fastidio e scatto una foto. In quel momento mi rendo conto che la vita a Giampilieri Superiore continua a scorrere, nonostante tutto. Se non saranno gli interventi dello Stato a spazzare via il timore e l'insicurezza sarà la voglia di vivere a farlo.

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lorenzomulas(exdaisuke_jigen)
Reportage davvero degno di nota..le descrizioni, insieme alle foto, danno un'emozione particolare e, spiegano meglio di varie tv e giornali, come ahimè sonbo andate le cose...
Giovanni Auditore
ti ringrazio.
Effettivamente vedere con i propri occhi è un altra cosa. Spero di aver fornito una valida testimonianza!
Mitia
meglio di tanti tg...complimenti per il lavoro.
mitia
Negativodigitale
Ottimo Reportage, Giovanni, ben scritto e ben fotografato, senza sensazionalismi ma andando dritto all'essenza.

Bravo.
Paolo
davcal77
Ciao Giovanni
hai portato alla luce una testimonianza perfetta di cosa è successo. complimenti

Purtroppo i tg nazionali non diedero la giusta importanza all'evento, ma qui in Sicilia si è capito subito la gravità della situazione e mi fa un pò rabbia pensare che di quella tragedia più nessuno ne parla... abbandonati al loro destino.
Giovanni Auditore
grazie davvero!
Spero di poter far ancora meglio in futuro!
roberto depratti
Grazie all'autore per il lavoro proposto.
Hai dettagliato bene riuscendo con i tagli voluti a entrare nei giusti approfondimenti. Bravo e grazie ancora!!

Noto il BW un tantino grigiasto, a mio avviso, non è un appunto ma una considerazione su come avrei visto la resa tonale con dei neri più decisi. Comunque il lavoro mi piace.

Roberto
nuvolarossa49
un ottimo lavoro, complimenti, anche se mette tristezza pensare a chi paga le conseguenze di quel disastro.

claudio
marce956
Bel reportage, essenziale ed efficace...
Rino Terry
Reportage tragico con buone foto che raccontano tutta la drammaticità vissuta dalla gente che ne è stata colpita.
Buone inquadrature, bienne da rivedere ( grigio evidente ).
Bravo.
Ciao, Rino.
dnovanta
bravo bravo!!!
biga1
Ottimo reportage , che tocca il cuore di ognuno di noi . guru.gif



Ciao,Andrea
dario-
Mi unisco senza indugio alla lista dei complimenti, davvero intenso e toccante il tuo reportage, bravo Giovanni Pollice.gif.

Ciao
Dario
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