Eh si, molto interessante...da vari punti di vista.
Dal punto di vista meramente tecnico, nell'accezione più esasperatamente
pignola del termine, una conferma in più (qualora ce ne fosse bisogno...beh, a volte credo proprio di si!

) che i mille
onanismi dell'odierna concezione di fotografia, sbilanciata totalmente verso il raggiungimento della perfezione formale e tecnologica, molto spesso fine a sé stessa, vengono puntualmente spazzati via dal cuore, dalla passione, dall'umanità e dall'emozione, capaci di dare un grande valore iconografico ad immagini anche (alcune) tecnicamente "imperfette" (non perfette).
Ebbene si, ho generalizzato, ma il messaggio forte che si può raccogliere è:
meno contenitore, più contenuto!(..quando il soggetto non è "il contenitore", of course... )
Interessante anche constatare come il supporto al lavoro che una redazione come quella del NG dedica (può dedicare) ai suoi professionisti, sia di un livello incredibile se paragonata alla realtà italiana ed europea in generale, per quanto mi è dato conoscerla..
Certo, 35 milioni di copie vendute ogni mese aiutano di certo, però fa comunque una certa impressione notare, nei particolari del documentario, una "cura" che da noi non viene dedicata nemmeno a produzioni editorial/pubblicitarie con budget ragionevolmente superiori, sulla carta.. (anche se non mi stupirei del contrario a questo punto..).
E per "cura" non mi riferisco solo ad un'attenzione formale alla qualità, ma alla passione ed al contributo "collettivo" che sembrava seguire al lavoro sul campo, in termini di osservazione accurata del materiale, di costruzione della storia, di interazione, di editing...insomma 20 persone chiuse in una stanza che si guardano una proiezione digitale di centinaia o migliaia di scatti per scegliere i più adatti alla pubblicazione mi pare fantascienza!

Non saprei scegliere uno scatto o una storia preferita...ho guardato al contenitore, più che al contenuto...

Tra un paio d'ore mi riguardo il contenuto, va...
'notte.