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NikonClub.it Community > PRODOTTI NIKON > NIKON F 35mm e Scanner
roger_84
Ciao a tutti!
volevo sapere da chi ne faccia uso o ne abbia fatto se sapete indicarmi un pò le principali differenze tra le varie pellicole B&W tipo EFKE, FOMA, ROLLEI, KENTMERE e ILLFORD oltre alle solite KODAK e FUJI...

grazie
Claudio Orlando
Scusami roger_84 ma la risposta alla domanda che poni non può essere riassunta in quattro ma neanche in otto o in sedici parole smile.gif. Persino nell'ambito della stessa marca e a parità di sensibilità le pellicole sono diverse e devono, o dovrebbero, essere dedicate a generi diversi. Per non parlare poi dei diversi trattamenti cui dovresti sottoporle per ottenere negativi con peculiarità diverse. wink.gif

roger_84
QUOTE(Claudio Orlando @ Apr 1 2009, 05:23 PM) *
Scusami roger_84 ma la risposta alla domanda che poni non può essere riassunta in quattro ma neanche in otto o in sedici parole smile.gif. Persino nell'ambito della stessa marca e a parità di sensibilità le pellicole sono diverse e devono, o dovrebbero, essere dedicate a generi diversi. Per non parlare poi dei diversi trattamenti cui dovresti sottoporle per ottenere negativi con peculiarità diverse. wink.gif


Hai ragione è un pò troppo vaga!
allora proviamo a restringere il campo: pellicole B&W per foto "on the road" con contrasti marcati...
Claudio Orlando
Per quell'utilizzo posso dirti quelle che uso e che per la mia esperienza e soprattutto per il mio gusto, sono indicate. Ho provato ed escluso tutte le pellicole per B.N. a sviluppo C41 (false), sia quelle con grani tabulari (Delta, T-Max). Le prime perchè lo sviluppo mi piace condurlo personalmente ma soprattutto per la loro piattezza. Le seconde perchè, a mio avviso, sono grigie e "senza nerbo", scusami ma non riesco a trovare una locuzione migliore. Per concludere, per la foto di strada e ripeto, solo in quell'ambito, trovo che la Tri-X non abbia ancora paragoni, sia per il "corpo" che per contrasto generale in casa Kodak. In seconda battuta l'altrettanto vetusta HP5 plus in casa Ilford. Che possono e in qualche caso "devono" essere esposte a 800. Queste per quanto riguarda le 400. Ho trovato ottime in caso di scarsa luce sia le Fuji neopan 1600, sia le Kodak T-Max 3200 (unica nel suo genere). Le pellicole che si sono affacciate da poco sul mercato e di cui hai fatto qualche nome sono di solito riedizioni di vecchie pellicole su cui però non posso aiutarti in quanto non le ho mai usate.
dammad
QUOTE(roger_84 @ Mar 31 2009, 09:26 PM) *
Ciao a tutti!
volevo sapere da chi ne faccia uso o ne abbia fatto se sapete indicarmi un pò le principali differenze tra le varie pellicole B&W tipo EFKE, FOMA, ROLLEI, KENTMERE e ILLFORD oltre alle solite KODAK e FUJI...

grazie


La mia preferita in b/n puro è la Kodak TX (mi piace la grana.....)
La uso principalmente per fotografia architettonica e da viaggio!
Per i ritratti consiglio Kodak BW400CN (la puoi utilizzare come b/n puro o seppia stampata in C41)
messicano.gif
Ciao dammad
leorus
Io mi unisco al parere di Claudio.

Uso la TriX da diversi anni in diverse applicazioni e trovo sia davvero eccellente.
Poi a me piace molto il contrasto forte, quindi la "tiro" a 800, sviluppo in microphen e stampo con carta ilford grad 3 (solo in alcuni casi uso la 2).

I risultati sono strepitosi (ovviamente per i miei gusti).

Poi la Trix è abbastanza economica e facilmente reperibile... sono curioso di provare la nuova (anche se forse non è cambiato nulla hmmm.gif )

Saluti
gfavaretto
QUOTE(Claudio Orlando @ Apr 1 2009, 08:25 PM) *
[...] Per concludere, per la foto di strada e ripeto, solo in quell'ambito, trovo che la Tri-X non abbia ancora paragoni, sia per il "corpo" che per contrasto generale in casa Kodak. In seconda battuta l'altrettanto vetusta HP5 plus in casa Ilford. Che possono e in qualche caso "devono" essere esposte a 800. Queste per quanto riguarda le 400. [...].


Io sono molto principiante in questo campo... nel gruppo fotografico che frequento per il corso di bianco e nero è ,diciamo così, assunto come standard l'uso della Ilford HP5 plus.
Mi sono incuriosito nel leggere l'affermazione che ho evidenziato. Cosa vuol dire che in qualche caso "deve" essere esposta a 800?
Da quanto ho capito ,esporre e sviluppare una pellicola 400 ASA come fosse una 800 ASA porta ad avere contrasti più marcati, ma quel "deve" mi fa pensare al fatto che ci possano essere situazioni in cui questa tecnica sia funzionale a qualcosa di più del gusto personale..
roger_84
Grazie a tutti per i vari consigli/opinioni!
Volevo chiedervi: cambia qualcosa tra le varie marche di tank in commercio? ce n'è qualcuna più facile o comoda da utilizzare o sono tutte molto simili?
Poi un'altra cosa ( scusate l'ignoranza ): se si tira una 400 a 800 ( cioè se si imposta l'esposimetro su 800 se ho ben capito ) si dovrebbero avere dei contrasti più marcati, ma il processo di sviluppo da seguire è lo stesso della 400?
Claudio Orlando
QUOTE(gfavaretto @ Apr 19 2009, 06:16 PM) *
Io sono molto principiante in questo campo... nel gruppo fotografico che frequento per il corso di bianco e nero è ,diciamo così, assunto come standard l'uso della Ilford HP5 plus.
Mi sono incuriosito nel leggere l'affermazione che ho evidenziato. Cosa vuol dire che in qualche caso "deve" essere esposta a 800?
Da quanto ho capito ,esporre e sviluppare una pellicola 400 ASA come fosse una 800 ASA porta ad avere contrasti più marcati, ma quel "deve" mi fa pensare al fatto che ci possano essere situazioni in cui questa tecnica sia funzionale a qualcosa di più del gusto personale..


La tua domanda non solo è molto pertinente ma dimostra che vuoi andare a fondo alle questioni non dando per scontato quanto leggi dal primo che passa. Benissimo Pollice.gif
Vi sono sitruazioni o reportage che, per loro natura, hanno bisogno, come dire...di una spinta in più per avere un maggior impatto visivo su chi osserverà poi le foto. Alcune volte ciò, può dipendere dalla drammaticità della scena, altre perchè un reportage, che può essere etnico o di costume, ha necessità di avere negativi già all'origine più contrastati per far sì che la stampa che ne risulterà abbia una scala tonale più compressa. Altre ancora, soprattutto con le nuve tendenze nel B.N., il contrasto talvolta esasperato è utile per far passare un certo concetto o finalizzare un certo messaggio. Da non sottovalutare che, assieme ad un aumento del contrasto, che può comunque essere ottnuto anche per altre vie (vedi un appropriato impiego di una carta di numerazione appropriata), il "tiraggio", così è definito l'esporre per una sensibiliotà maggiore una pellicola e poi sviluppare di conseguenza, ha come conseguenza "collaterale" anche un aumento della grana. Questa partiolarità è spesso utilizzata nelle occasioni più disparate che, oltre comprendere quelle esposte sopra, può essere applicata anche in particolari ritratti o nelle lavorazioni sia in chiave alta che bassa.
Claudio Orlando
QUOTE(roger_84 @ Apr 20 2009, 05:55 PM) *
Grazie a tutti per i vari consigli/opinioni!
Volevo chiedervi: cambia qualcosa tra le varie marche di tank in commercio? ce n'è qualcuna più facile o comoda da utilizzare o sono tutte molto simili?
Poi un'altra cosa ( scusate l'ignoranza ): se si tira una 400 a 800 ( cioè se si imposta l'esposimetro su 800 se ho ben capito ) si dovrebbero avere dei contrasti più marcati, ma il processo di sviluppo da seguire è lo stesso della 400?


Personalmente uso una tank della Paterson che trovo estremamente comoda sia per il carico che per lo scarico dei liquidi. Sotto al coperchio, ha infatti un comodo imbuto a tenuta di luce che si incastra a baionetta e non si toglie durante tutto l'intero processo. Questa tank è fornita con due spirali di ottimo metriale, queste spirali sono autocaricanti con un movimento alternativo delle facce, inoltre, alla fine, queste possono essere completamente staccate fra loro. Cosa da non sottovalutare è la possibilità di adattare le spirali ai vari formati, dal 35mm al 6X6.
Per il resto della domanda credo di aver risposto sopra, comunque: no. In linea generale, ad esclusione della T-Max 400 per quanto io ne sappia, il tempo di permanenza nel rivelatore di solito si allunga.
roger_84
QUOTE(Claudio Orlando @ Apr 20 2009, 06:50 PM) *
Personalmente uso una tank della Paterson che trovo estremamente comoda sia per il carico che per lo scarico dei liquidi. Sotto al coperchio, ha infatti un comodo imbuto a tenuta di luce che si incastra a baionetta e non si toglie durante tutto l'intero processo. Questa tank è fornita con due spirali di ottimo metriale, queste spirali sono autocaricanti con un movimento alternativo delle facce, inoltre, alla fine, queste possono essere completamente staccate fra loro. Cosa da non sottovalutare è la possibilità di adattare le spirali ai vari formati, dal 35mm al 6X6.
Per il resto della domanda credo di aver risposto sopra, comunque: no. In linea generale, ad esclusione della T-Max 400 per quanto io ne sappia, il tempo di permanenza nel rivelatore di solito si allunga.


Grazie!
già che ci sono approfitto per un consiglio: pensavo di iniziare a sviluppare da me le pellicole ( ecco perchè la domanda sulla tank ) pur non avendo la possibilità, per il momento, di stampare. Secondo te ha senso? posso migliorare i risultati?
Claudio Orlando
Secondo il mio parere ha sempre senso sviluppare in proprio le pellicole. Prima di tutto perchè, tra qualche tempo, potrebbe venirti la volglia di procurarti con poca spesa anche un ingranditore e terminare in proprio il processo, poi perchè comunque vada, la cura che puoi mettere tu nello sviluppo non potrà garantirtelo nessun altro. C'è un'altra cosa importante nello sviluppo in proprio che spesso viene sottovalutata: la scuola che garantisce lo studio e la critica del proprio negativo.
gfavaretto
QUOTE(Claudio Orlando @ Apr 20 2009, 06:40 PM) *
La tua domanda non solo è molto pertinente ma dimostra che vuoi andare a fondo alle questioni non dando per scontato quanto leggi dal primo che passa. Benissimo Pollice.gif
Vi sono sitruazioni o reportage che, per loro natura, hanno bisogno, come dire...di una spinta in più per avere un maggior impatto visivo su chi osserverà poi le foto. Alcune volte ciò, può dipendere dalla drammaticità della scena, altre perchè un reportage, che può essere etnico o di costume, ha necessità di avere negativi già all'origine più contrastati per far sì che la stampa che ne risulterà abbia una scala tonale più compressa. Altre ancora, soprattutto con le nuve tendenze nel B.N., il contrasto talvolta esasperato è utile per far passare un certo concetto o finalizzare un certo messaggio. Da non sottovalutare che, assieme ad un aumento del contrasto, che può comunque essere ottnuto anche per altre vie (vedi un appropriato impiego di una carta di numerazione appropriata), il "tiraggio", così è definito l'esporre per una sensibiliotà maggiore una pellicola e poi sviluppare di conseguenza, ha come conseguenza "collaterale" anche un aumento della grana. Questa partiolarità è spesso utilizzata nelle occasioni più disparate che, oltre comprendere quelle esposte sopra, può essere applicata anche in particolari ritratti o nelle lavorazioni sia in chiave alta che bassa.

capito... in buona sostanza c'è da far andare qualche rullino per vedere cosa salta fuori.. rolleyes.gif

..e per capire quali sono le situazioni adatte ... grazie mille per l'esauriente spiegazione! grazie.gif
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