Con riguardo al conte Primoli si trattava proprio di scatti "rubati".
Per le curiosità sulla tecnica si può fare riferimento al sito della Fondazione Primoli:
http://www.fondazioneprimoli.it/patrimonio...o/strumenti.htm"Come ha affermato nel suo studio Lamberto Vitali (vedi la BIBLIOGRAFIA ), il conte PRIMOLI utilizzava un apparecchio fotografico chiamato KINÉGRAPHE, apparso sul catalogo del 1892 della ditta A. Schaeffner di Parigi.
Il KINÉGRAPHE o NÉCESSAIRE PHOTOGRAPHIQUE, era un apparecchio reflex a lastre di formato 8x9 cm (come sono appunto quasi tutte quelle di Primoli), a fuoco fisso, che pesava, con tre châssis , un chilo e trecento grammi, e costava allora tra i 160 e i 180 franchi.
Per le lastre più grandi è possibile che PRIMOLI si servisse del TRAVELLER, comparso anch'esso nel medesimo catalogo Schaeffner e simile al KINÉGRAPHE, ma a soffietto, e che costava 260 franchi.
L'impiego del vetro come supporto allo strato fotosensibile dell'emulsione fotografica (un insieme di gelatina fotografica e sali d'argento la cui formulazione varia secondo l'epoca di produzione e le qualità che si volevano ottenere), è tutt'oggi diffuso per la fotografia astronomica e per la geografia. Il vetro è un materiale inerte, trasparente, con l'inconveniente di essere fragile e pesante.
Nel XIX secolo le lastre di vetro venivano trattate, per favorire l'adesione dell'emulsione; le lastre venivano quindi tagliate a formato dopo aver ricevuto lo strato di emulsione. Quasi sicuramente il conte acquistava lastre già pronte.
Tra le ipotesi possibili, si fanno risalire i materiali utilizzati dal conte a quelli forniti su scala industriale, a partire dal 1874, dalla Liverpool Dry Plate and Co., che immise sul mercato lastre al bromuro, affinando la realizzazione di Richard Leach Maddox del 1871.
Tale procedimento soltanto nel 1878 si impose come processo industrializzato in seguito al perfezionamento della tecnica che permetteva un aumento di sensibilità dell'emulsione, tale da diminuire fino a dieci volte i tempi di esposizione del negativo. In simili condizioni di ripresa, infatti, fu agevolata la fotografia di soggetti in movimento e di soggetti poco luminosi. Inoltre il procedimento si presentava pronto all'uso nella forma secca e poteva essere conservato per un periodo relativamente lungo, non richiedendo lo sviluppo immediato. Tali peculiarità fanno pensare che proprio questa fosse la tecnica utilizzata dal conte Primoli che, a detta degli esperti, era già in grado di scattare delle ‘istantanee'. Il conte si teneva al corrente dei progressi della tecnica fotografica: era membro della SOCIÉTÉ photographique di Parigi, era abbonato a numerose riviste fotogtafiche italiane e straniere, partecipò, anche con il fratello, a varie esposizioni, ed ebbe, in vari concorsi italiani e stranieri, dal 1991 al 1994, medaglie d'oro, d'argento e di bronzo. "