Comunque, sono appena passato al mondo reflex digitale ereditando una D100 corredata da un terribile Tamron 28-200 che vorrei cambiare.
Leggo che, in generale, un'ottica pensata per il fullframe si deve riportare al formato DX moltiplicando per 1.5 (circa). Quindi il 28-200 mi diventa più o meno l'equivalente di un 40-300, se non ho capito male. Premetto che la D100 è per fare pratica, più avanti prenderò qualcosa di più nuovo, pensavo alla D300. Il ragionamento che ho fatto è di investire su delle ottiche non proprio scadenti per riciclarle più avanti con la macchina "buona".
Ora, per vari motivi vorrei restare in casa Nikon, mi trovo comunque di fronte ad un parco sconfinato di obiettivi. L'occhio cade inevitabilmente sulla famiglia DX, che stando a quanto scritto, sono pensate appunto per i sensori di questo formato. Ora, consapevole del fatto che difficilmente passerò al fullframe visti i costi, vale la pena l'acquisto di un'ottica di questo tipo? Intendo dire: quali sono i vantaggi se non si ha la necessità di passare a formato pieno?
Inoltre, sono coerenti le misure nominali riferite al formato DX, o bisogna comunque fare la conversione (in questo caso inversa rispetto all'esempio di prima)? Cioè il 300 mm DX corrisponde al 300 mm normale o al 200? Dal sito Nital non si capisce molto, tendono a confondere le idee con certi dati poco chiari.
Vorrei avere un'idea chiara della situazione prima di spendere soldi, ma documentazione in giro non ne ho trovata molta e credo che l'esperienza diretta di altri utenti sia molto importante.
Se decido per il DX, pensavo al 18-55 VR e al 55-22 VR (lo so, potrei prendere il 18-200, ma due ottiche insieme costano meno della metà della singola...).
Magari più avanti ci abbino il 50 mm 1.4 tradizionale.
Non mi dispiaceva il 17-55 da 2.8, ma il prezzo è esorbitante.
Voi che dite?
Grazie infinite per le delucidazioni!
