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78Anto
Sera a tutti forse sono io che vado controcorrente ma quando scatto una foto e la scarico il massimo che elaboro è raddrizza orrizzonte e il taglio per eliminare oggetti indesiderati anche perchè bella o brutta che sia la foto e come lo scattata ed e "MIA". Invece noto che anche fotoamatori come me ritoccano le non più propie foto il non sta perchè ora e il PC l'artefice principale della foto.

Prima del digitale era l'uomo e non la macchina a fare la differenza visto considerato che i migliori fotografi sono nati dalla pellicola.

E ora se volete contradditemi e spiegate il motivo del fotoritocco al tal punto di non riconoscere più la propia foto.

Non e polemica ma una semplice chiaccherata.

78Anto
wgator
beh, forse perchè ho sempre lavorato con la pellicola, anch'io non comprendo fino in fondo un eccesso di p.p. tuttavia le signore non propriamente teen (come me) non protestano di sicuro se viene tolta qualche rughetta di troppo! messicano.gif
enrico
Anche ai tempi della pellicola le foto si ritoccavano e come. i ritratti venivano ritoccati col raschietto, matita e mattoleina. Nell'800 molti fotografi aggiungevano nubi in maniera artificiale. Quindi, la modifica delle foto non è una cosa che è nata con il digitale.
Con la pellicola, sviluppi diversi producono risultati diversi. Il fotografo determina l'esposizione sotto l'ingranditore e sceglie la carta col contrasto che preferisce. E' dei tempi della pellicola l'uso di mascherare e "bruciare" parti delle foto.
Vedi, la foto come fatto creativo, non finisce all'atto della ripresa, non termina con lo scatto dell'otturatore. Prosegue dopo, in fase di sviluppo e stampa nella fotografia chimica ed al computer per il digitale.
Quando una scena ti affascina, tu scatti. Ma sei proprio sicuro che la macchina ti renda la scena proprio come tu l'hai vista?
Credo che invece, il ritocco serva a non lasciare la decisione dell'immagine finale alla macchina, ma a metterla nelle mani del fotografo.
Se poi parli del fotoritocco come mezzo per stravolgere una immagine, allora il discorso si amplia e diventa più complesso.
Ciao
Enrico
Francesco Martini
Bella domanda..... rolleyes.gif ...e quante volte se ne e' discusso qui di questo!!!!
Io che vengo dalla pellicola e camera oscura pero' ti dico che...di modifiche, anche in camera oscura, se ne facevano..e come se ne facevano!!! Si basculava per raddrizzare le linee cadenti, si usavano sviluppi e carte per maggiore o minore contasto, si tagliava, si solarizzava, si "virava"...blu o seppia.... rolleyes.gif ....etc..etc...si "mascherava" per dare uniformita' alle luci e ombre della foto....
Insomma..quel negativo che usciva dallo sviluppo (che poteva essre piu' blando o piu' energico per il contrasto)...dopo la stampa non era piu' la foto veramentre scattata. La "vera" analogica foto rimane solo da diapositiva: si sviluppa e si proietta!!!!!!
Quindi...cosa c'e' di male migliorare oggi una foto digitale con i programmi di fotoritocco??????
Francesco Martini
78Anto
Se una foto e fatta bene e "naturale" anche la nonna di 100 anni risulta la più bella perchè il fotograto a messo il megli di se stesso.

78Anto
wgator
si, certo... anch'io ho lavorato molto in camera oscura, ma era tutt'altra cosa... gli interventi erano molto meno significativi, non si stravolgeva completamente un'immagine come vedo fare con Photoshop e N.C. tongue.gif
Trigger
Quoto Enrico al 100%.
Ricordo le polemiche in seguito all'uscita delle macchine "elettroniche" che sembravano mettere da parte il fotografo. Oggi accade lo stesso col digitale. E' ovvio che tutti gli ecessi sono negativi. Io ad esempio non ho masi apprezzato la tecnica dei sandwich di diapositive o l'uso smodato di filtri in fase di ripresa.
La PP è il fotografo che la esegue e se la fa con lo scopo di riprodurre l'immagine come lui l'ha pensata per trasmttere le emozioni che ha provato nel momento dello scatto, allora ci siamo. Se si vuole stravolgere la realtà crearene una finta allora non si parla più di fotografia ma di creazione di immagini digitali e virtuali.
terri2
Ciao, non sono un esperto di fotografia, nè di fotoritocco.
Io vedo la postproduzione delle fotografie scattate un po' come se fosse una "camera oscura digitale".
Per quanto mi riguarda le modifiche che faccio alle immagini sono per lo più di contrasto, curve e livelli, saturazione e cose del genere.
Non sono assolutamente esperto di fotografia tradizionale nè tantomeno di camera oscura (e prego che qualcuno mi corregga se scrivo delle cavolate), ma mi pare che anche nella fotografia a pellicola si usi sviluppare in modo diverso il negativo a seconda del risultato che si vuole ottenere, si stampi su carte diverse a seconda del contrasto voluto, si utilizzino pellicole di proprietà diverse e con diversa "risposta" alla luce.
Per quanto riguarda il fotoritocco "spinto" mi pare si utilizzassero anche con le pellicole varie tecniche di ritocco, in particolare i fotomontaggi... rolleyes.gif

Comunque anche oggi secondo me è l'uomo a fare la fotografia, la macchina fa la foto, ma se quello che la usa non lo sa fare non sempre si riesce a recuperare con il fotoritocco... smile.gif

Ciao, Mattia

P.S.: cavolo, mentre scrivevo hanno scritto altri 6 utenti...sarò io che sono lento?? biggrin.gif
enrico
QUOTE(wgator @ Feb 7 2008, 09:48 PM) *
si, certo... anch'io ho lavorato molto in camera oscura, ma era tutt'altra cosa... gli interventi erano molto meno significativi, non si stravolgeva completamente un'immagine come vedo fare con Photoshop e N.C. tongue.gif


Come ho detto prima, stravolgere una foto è una cosa, correggerla o modificarla per esprimere meglio le sensazioni provate di fronte alla scena reale è un'altra. Non sono un ragazzo, ho 62 anni ed ho iniziato a 15 anni con la camera oscura. Sto ripercorrendo addirittura le prime tecniche fotografiche

http://www.nital.it/forum/index.php?showtopic=53279

eppure non sono affatto contro il digitale ed il fotoritocco. Li considero dei mezzi molto più potenti di quelli di cui disponevamo prima, che aumentano il nostro controllo sulla foto e, di conseguenza, le nostre possibilità espressive. E poi, quello che conta è l'immagine, non i mezzi con i quali la si è ottenuta.
Ma forse il punto è un altro:
come intendiamo la Fotografia? Come si diceva ai tempi di Daguerre "uno specchio con memoria?", nel senso di un mezzo per riprodurre la realtà, quindi un fatto puramente meccanico nel quale il fotografo è solo un tecnico, un operatore, poichè la foto "la fa la macchina"?.
Oppure vediamo la foto come un mezzo espressivo attraverso il quale il fotografo esprime se stesso? In questo secondo caso, la foto non la fa la macchina ma il fotografo. La fotocamera è come il pennello per il pittore ed il computer non è che un altro mezzo espressivo.
Enrico
Moua
Io concordo con Enrico e gli altri che non ritengono la postproduzione una sorta di manipolazione digitale, anche se all'inizio della mia esperienza digitale la pensavo come te.

Lascio da parte gli interventi di grafica, che hanno alla base una foto, perchè non sono fotografia ma appunto arte grafica.

L'elaborazione dei file è, come detto, o può essere visto come lo sviluppo della pellicola.
L'illusione che con la pellicola eravamo solo noi artefici del risultato finale è crollata quando ho scoperto che anche i lab di stampa correggevano sia lo sviluppo che le stampe, solo che io non lo sapevo.

Saluti

paolopetrone
Be un conto è stravolgere una foto e l'altro è eseguire dei lievi ritocchi o miglioramenti, anch'io ho iniziato con la pellicola, ma non significa nulla.

Un programma di fotoritocco a mio avviso coinvolge il fotografo anche nella creatività, posso dire che qui nel forum ci sono degli scatti veramente notevoli, saranno anche ritoccati ma quando la composizione, l'inquadratura e la scelta dell'attimo giusto per lo scatto finale è roba solo per pochi eletti e non ci sono programmi di fotoritocco che tengono.

ciao
paolopetrone
Un conto è modificare e l'altro è stravolgere una foto, per quanto mi riguarda un programma di fotoritocco aiuta in un certo senso anche nella cretività di chi lo utilizza e non necessariamente per stravolgere.

Il discorso non è tra pellicola e digitale, si ritorna sempre alla stessa semplice risposta, o sai fare foto o non le sai fare o ci si accontenta.

Nel forum ci sono postati molti scatti di notevole bravura e non parlo di fotoritocco ma di individui che sanno cogliere l'attimo per lo scatto finale e quello è solo per pochi eletti, non ci sono programmi di fotoritocco che tengono.

questa è la mia opinione

ciao
enrico
La discussione è certo molto interessante.
Voglio aggiungere che, se si intende il ritoccare una foto come l'alterarne l'originale significato, ovvero il significato che la cosa fotografata aveva realmente, ti dico che lo si può fare anche senza intervenire in camera oscura o al computer, ma solo all'atto dello scatto.
Ti mostro un esempio di un fotografo famoso: Robert Doisneau. Con la scelta di un adatto punto di vista egli fa assumere alla statua in primo piano un significato che non aveva nella realtà. La foto si intitola "Malizia".
Ancora, un'altra foto di Leonard Freed, ritrae due coniugi che si recano a far visita alla tomba del figlio. Ma siamo sicuri che nella realtà sia proprio quella la meta dei due anziani signori? Lo è nelle intenzioni del fotografo che ha sistemato in quel modo gli elementi dell'immagine. Queste si chiamano foto tematiche, foto nelle quali l'autore utilizza la realtà per dire "altro".
Finisco con un "trucco" che ho eseguito negli anni '80 quando non esisteva ancora Photoshop.
Un saluto
Enrico
paolopetrone
QUOTE(Petro @ Feb 7 2008, 10:23 PM) *
Un conto è modificare e l'altro è stravolgere una foto, per quanto mi riguarda un programma di fotoritocco aiuta in un certo senso anche nella cretività di chi lo utilizza e non necessariamente per stravolgere.

Il discorso non è tra pellicola e digitale, si ritorna sempre alla stessa semplice risposta, o sai fare foto o non le sai fare o ci si accontenta.

Nel forum ci sono postati molti scatti di notevole bravura e non parlo di fotoritocco ma di individui che sanno cogliere l'attimo per lo scatto finale e quello è solo per pochi eletti, non ci sono programmi di fotoritocco che tengono.

questa è la mia opinione

ciao

scusate credo di avere qualche problema con internet, il messaggio sembrava non partire e invece ne sono partiti un pò troppi biggrin.gif
paolopetrone
Condivido, quando mi trovo a guardare una foto, non penso agli eventuali interventi di fotoritocco ma alla creatività e bravura di chi la eseguita e questa è arte.
ros63
QUOTE(Petro @ Feb 8 2008, 12:25 AM) *
scusate credo di avere qualche problema con internet, il messaggio sembrava non partire e invece ne sono partiti un pò troppi biggrin.gif


Cancellati

Saluti Rosario
Moua
QUOTE(enrico @ Feb 7 2008, 10:24 PM) *
La discussione è certo molto interessante.
Voglio aggiungere che, se si intende il ritoccare una foto come l'alterarne l'originale significato, ovvero il significato che la cosa fotografata aveva realmente, ti dico che lo si può fare anche senza intervenire in camera oscura o al computer, ma solo all'atto dello scatto.
Ti mostro un esempio di un fotografo famoso: Robert Doisneau. Con la scelta di un adatto punto di vista egli fa assumere alla statua in primo piano un significato che non aveva nella realtà. La foto si intitola "Malizia".
Ancora, un'altra foto di Leonard Freed, ritrae due coniugi che si recano a far visita alla tomba del figlio. Ma siamo sicuri che nella realtà sia proprio quella la meta dei due anziani signori? Lo è nelle intenzioni del fotografo che ha sistemato in quel modo gli elementi dell'immagine. Queste si chiamano foto tematiche, foto nelle quali l'autore utilizza la realtà per dire "altro".
Finisco con un "trucco" che ho eseguito negli anni '80 quando non esisteva ancora Photoshop.
Un saluto
Enrico


Malizia è spettacolare e anche la tua è forte.
paolopetrone
QUOTE(ros63 @ Feb 7 2008, 10:36 PM) *
Cancellati

Saluti Rosario


Come?
davidebaroni
Ancora con questa storia?? biggrin.gif

Enrico ha ragione. Il fotoritocco è nato insieme alla fotografia, e IN OGNI CASO fa parte del processo creativo.

Il PC non è e non può essere "l'artefice" della fotografia, per il semplicissimo motivo che il PC fa quello che gli dice L'OPERATORE, che in questo caso, di solito, è sempre il fotografo. smile.gif

E poi... Esempio che ho già postato in passato... questa:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

é una immagine che ho realizzato nel 1983, per una mostra.
Ovviamente, é il frutto di una "post-produzione" in camera oscura piuttosto "spinta":
Scattata con una Hasselblad 500, in studio, su Agfapan 25, illuminazione diretta con 2 flash Bowens Monolite 800, pensata già in funzione del risultato finale da ottenere e quindi dei passaggi di lavorazione a venire;
Negativo sottoposto a un passaggio su fotomeccanica;
successivo doppio passaggio in Agfacontour con diverse filtrature gialle e tempi di esposizione per ottenere due equidensitometrie che isolassero diversi livelli di grigio;
sandwich delle due agfacontour stampato a contatto su fotomeccanica;
stampa finale dal negativo fotomeccanico.

Oggi la stessa cosa si potrebbe fare con fotobottega in meno tempo, con molto maggior controllo sul processo, con un risultato REVERSIBILE e RIPETIBILE, e senza intossicarsi con lo sviluppo FISICO dell'Agfacontour (me ne cadde una goccia sul pavimento, e fece un "alberino" di cristalli di un centimetro... c'erano più simboli di "Tossico!" in quella busta che in qualsiasi altro posto abbia visto. biggrin.gif ).

Sono cambiati i MEZZI, non la SOSTANZA delle cose... le operazioni che si fanno ora si facevano anche con la pellicola. Era solo più lungo e costoso, e se sbagliavi erano bestemmie, perché non si tornava indietro... rolleyes.gif

Se poi vogliamo proprio aggrapparci ad una immagine romantica, ma anche falsa, della fotografia... beh, FATE pure! tongue.gif

Ciao,
Davide
danighost
Io sono partito con il digitale e la poca pellicola che ho fatto è stata sviluppata in LAB, ma sono giunto ad una personale conclusione: la diapositiva sta al JPEG come il negativo sta al RAW.

Ovvero la diapositiva offre meno interventi di PP in fase di sviluppo (un po' come il jpeg), e quindi ora che molti sono passati al RAW non sono abituati a tutto questo.

Ovviamente posso sbagliarmi.
Gianni_Casanova
QUOTE(twinsouls @ Feb 7 2008, 11:03 PM) *
......
Oggi la stessa cosa si potrebbe fare con fotobottega in meno tempo, con molto maggior controllo sul processo, con un risultato REVERSIBILE e RIPETIBILE, e senza intossicarsi ...
Ciao,
Davide


Pollice.gif Bellissimo...fotobottega... ti riporta all'essenziale, al senso della parola...
ciao, Gianni
pepino_77
Credo dipensa da un po' di cose, posto che, da quello che ho letto, maschere di contrasto e quant'altro esistono anche in Camera Oscura (o sbaglio?).

La postproduzione non dev'essere vista come la panacea di tutti i mali: se una foto fa schifo, è esposta male ed è composta peggio, io l'intervento in PP neppure lo provo. La cestino e stop - e ti dirò di più, mi sto accorgendo che più passa il tempo, e più divento pratico di Capture NX, e più divento paradossalmente severo con i miei scatti che cestino, quando non riusciti, senza nessunissima pietà.

Io prima scattavo a pellicola (negativi e DIA) e facevo sviluppare nei Laboratori economici. Ho sempre sognato di poter gestire di persona il processo di sviluppo ma non ne avevo i mezzi né gli spazi. Ora con il digitale posso farlo: per me questa è una conquista, affascinante e fantastica - e te lo dice uno che di computer non ne capisce granché!

Ciao!
alessandro.sentieri
Quando riguardo una mia foto voglio che susciti in me (e nelle altre persone che la osservano) le stesse emozioni provate al momento dello scatto. Il sensore della mia d200, vuoi per limiti suoi che per limiti miei, non riesce a restituirmele compiutamente. Per questo sono assolutamente favorevole alla post, giudiziosa e pensata, ma non mi piace quella che "trasforma" eccessivamente le immagini (fotomontaggi, foto-fumetto, ecc...) perchè ritengo che la scena di partenza non debba essere snaturata.
Ricordo anche che quando stampavo i miei negativi b+w in camera oscura, ricorrevo a tecniche di mascheratura e bruciatura per ovviare agli errori di esposizione e ai limiti della pellicola, ai fini di raggiungere i risultati che mi ero prefissato. Il digitale non ha fatto altro che amplificare e semplificare (per fortuna) questa possibilità.
Ciao ciao !!!
Massimo.Novi
Ciao

Ci sono due modi per "ritoccare" una foto:

1) correggere eventuali manchevolezze allo scopo di renderla ottimale, ma non travisando nè il senso dell'immagine nè la composizione.

2) "pastrocchiare" per cercare di fare in postproduzione quello che per imperizia, frettolosità o lassismo mentale non si è cercato o voluto fare al momento dello scatto.

Nel caso 1 di solito si hanno immagini comunque "vere" e rimangono foto.

Nel caso 2 si ottengono pasticci e soprattutto non si impara nulla. L'HDR è un evidente esempio. Nato per cercare di aumentare entro limiti accettabili la dinamica dei sensori, è diventato una specie di "Cartoonia" con immagini infami e colori assurdi. Che poi nemmeno abbelliscono la composizione.

L'immagine digitale in genere "porta" molti a pensare "tanto poi correggo in Photoshop" e quindi di solito peggiorano sia l'illuminazione ("esiste un plugin di Photoshop per creare luci?"), sia la composizione ("tanto poi lo tolgo con il timbro clone!"), sia l'atmosfera ("un bel filtro flou in Photoshop ci sta proprio bene!").

Quindi, a mio parere modestissimo, non è un problema di quello che si può o meno fare o è lecito fare, ma dell'"attitudine mentale" assunta dal fotografo (amatore o professionista, non facciamo distinzione) con l'apparente semplicità del ritocco digitale.

Se per ritoccare un negativo o una stampa ci voleva un'abilità X e per ritoccare un'immagine digitale ci vuole (in apparenza, si badi bene) un'abilità X - 100, state certi che più persone cercheranno il ritocco invece di curare la buona immagine "in macchina".

Pigrizia mentale o come volete chiamarla.

Se l'immagine nasce bene, tale rimane. Se nasce come "modello" di Photoshop, tale rimarrà.

Saluti
wgator
QUOTE(enrico @ Feb 7 2008, 09:58 PM) *
Ma forse il punto è un altro:
come intendiamo la Fotografia? Come si diceva ai tempi di Daguerre "uno specchio con memoria?", nel senso di un mezzo per riprodurre la realtà, quindi un fatto puramente meccanico nel quale il fotografo è solo un tecnico, un operatore, poichè la foto "la fa la macchina"?.
Oppure vediamo la foto come un mezzo espressivo attraverso il quale il fotografo esprime se stesso? In questo secondo caso, la foto non la fa la macchina ma il fotografo. La fotocamera è come il pennello per il pittore ed il computer non è che un altro mezzo espressivo.
Enrico


Ciao Enrico, ieri sera ho letto molto di ciò che hai scritto sul Forum e mi sono resa conto che in questo settore sei un autentico maestro; io sono una semplice appassionata, ho qualche anno di esperienza fotografica su pellicola, (mi sto affacciando solo ora al digitale) da ragazza stampavo B/N ed intervenivo molto marginalmente sulle foto, per quello che le mie modeste capacità ed attrezzature mi permettevano... intervenivo su contrasto, mascheratura, taglio e tutte quelle piccole cose che mi permettevano di sistemare un po' uno scatto non perfetto oppure per dare maggior risalto a qualche particolare. Nulla a che fare con ciò che, mi rendo conto, possono fare gli attuali programmi di post produzione e fotoritocco.

Ho quotato questa parte del tuo intervento perchè, dal mio punto di vista, la fotografia è una via di mezzo tra le cose che hai citato: la rappresentazione della realtà leggermente filtrata (mai stravolta) dal "sentire" di chi scatta, allo scopo di dare maggior risalto a quei dettagli che di solito sfuggono all'osservazione diretta. Non considero nel mio caso la fotografia come una forma d'arte, ma semplicemente la rappresentazione della realtà come io la vedo in quel particolare momento, secondo il mio stato d'animo.

Secondo me quindi, ben venga il fotoritocco ma... "cum grano salis". Questo per dire che, a parte i veri maestri che possono permettersi di fare qualsiasi cosa perchè ne sono davvero all'altezza, le persone come me dovrebbero limitarsi solo ad interventi marginali e piccole correzioni, altrimenti ne escono cose fasulle o quantomeno poco credibili...
enrico
QUOTE
Ho quotato questa parte del tuo intervento perché, dal mio punto di vista, la fotografia è una via di mezzo tra le cose che hai citato: la rappresentazione della realtà leggermente filtrata (mai stravolta) dal "sentire" di chi scatta, allo scopo di dare maggior risalto a quei dettagli che di solito sfuggono all'osservazione diretta. Non considero nel mio caso la fotografia come una forma d'arte, ma semplicemente la rappresentazione della realtà come io la vedo in quel particolare momento, secondo il mio stato d'animo.

Intanto grazie per le tue espressioni.
Vedi, la macchina fotografica è uno strumento, come lo è la matita per l'artista grafico. Con una matita si può disegnare un progetto tecnico, il rilievo di un edificio, un ritratto, un soggetto astratto. Credo che la stessa cosa valga per la fotografia.
Mi spiego. Quando si fotografa, si fotografa un qualcosa in un certo modo. In ogni foto ci sono quindi due componenti: la realtà fotografata e l'autore.
L'autore vi appare con le sue scelte tecniche ed espressive, a partire anche dal solo punto di vista scelto. Rubando un metodo di rappresentazione proprio dei matematici e dei fisici, ho disegnato uno schema dove la foto appare come la risultante (in nero) di due componenti: la realtà (in verde) e l'autore (in rosso). In una foto documentaria prevale la cosa fotografata e l'intenzione del fotografo è di riprodurla (per quanto possibile) oggettivamente. In una foto tematica prevale l'autore e la realtà è al servizio di una idea che non è tanto della cosa fotografata quanto dell’uomo.
Fra questi estremi, esistono infiniti gradi intermedi. In ogni caso, pur se ridotta, ogni componente sarà sempre presente. Anche nella foto più oggettiva possibile ci sarà sempre una traccia, debole che sia, dell'autore. Come nella foto più creativa, resterà sempre una traccia dell'oggetto che era davanti all'obiettivo. E' il fotografo che sceglie di volta in volta, in base ai suoi gusti ed alla sua personalità, a quali fini usare il mezzo fotografico.
In questo discorso si può inserire benissimo il ritocco (chimico o digitale che sia), e questo per fini diversi:
a – modificare l’immagine per renderla come la si vuole al fine di comunicare un’idea, una sensazione personale.
b – modificare l’immagine per renderla più vicina alla realtà. Pensa ad esempio alla correzione delle dominanti cromatiche o al raddrizzamento delle linee cadenti. In questo secondo caso addirittura, lo strumento informatico è utilizzato per rendere l’immagine più fedele alla realtà, distorta dall’obiettivo.
Il tuo modo di vedere la fotografia è pienamente legittimo come possono esserlo i modi, diversi, di altri.
Vedo legittimo quindi anche un uso, diciamo “pesante” del ritocco, che muti la percezione di ciò che era davanti all’obiettivo al momento dello scatto. Io non mi scandalizzo affatto, a patto che ciò che ne viene fuori abbia un senso, sia frutto di una idea ed esteticamente valido. Il cattivo gusto è sempre in agguato, ma è anche dietro le spalle di chi non interviene affatto in PP.
Un saluto
Enrico

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.
PAS
Argomento già molto discusso, ma che appassiona sempre.
Ripeto ciò che espressi in passate discussioni.

Tentare di porre confini oggettivi all’elaborazione di una fotografia, oltre i quali si considera venir meno la “realtà” ,ritengo sia un esercizio destinato al fallimento.

La realtà oggettiva non esiste.

Ciascuno di noi è depositario di una propria realtà percepita al momento dello scatto. Per esprimerla come forma di comunicazione occorre attuare un nostro “progetto” dell’immagine che, partendo dalla fotografia, riesca a trasferire ad altri ciò che noi desideriamo di quella realtà.

Il progetto riuscirà se la comunicazione sarà sufficientemente efficace. Comunicazione che riguarda ovviamente tutte le principali valenze dell’immagine: emotiva, tecnico estetica, ecc.

Nel progetto dell’immagine concorrono tutti gli strumenti, anche di post elaborazione, atti a raggiungere il nostro fine comunicativo.

Si noti che ora parlo di “immagine” e non di “fotografia”, essendo la fotografia (intesa come impressione su un supporto fisico) il punto di partenza e lo stimolo originale del nostro intento espressivo.

Questa distinzione tra “immagine” e “fotografia” potrà sembrare cavillosa, ma ritengo sia estremamente importante per cercare di capirci quando trattiamo di questi temi.

Esiste infatti un tipo fotografia che non ha scopo di comunicazione, ma che serve solo per documentare in modo rigoroso.
Pensiamo banalmente alla fotografia di un autovelox o di una foto tessera o di un’indagine giudiziaria dei RIS. Ambiti questi che non riguardano certo il nostro modo di comunicare per immagini.
danighost
Enrico si vede che insegnare è la tua passione ed è un tuo talento.
roberto depratti
QUOTE(wgator @ Feb 8 2008, 11:18 AM) *
Ciao Enrico, ieri sera ho letto molto di ciò che hai scritto sul Forum e mi sono resa conto che in questo settore sei un autentico maestro; io sono una semplice appassionata, ho qualche anno di esperienza fotografica su pellicola, (mi sto affacciando solo ora al digitale) da ragazza stampavo B/N ed intervenivo molto marginalmente sulle foto, per quello che le mie modeste capacità ed attrezzature mi permettevano... intervenivo su contrasto, mascheratura, taglio e tutte quelle piccole cose che mi permettevano di sistemare un po' uno scatto non perfetto oppure per dare maggior risalto a qualche particolare. Nulla a che fare con ciò che, mi rendo conto, possono fare gli attuali programmi di post produzione e fotoritocco.

Ho quotato questa parte del tuo intervento perchè, dal mio punto di vista, la fotografia è una via di mezzo tra le cose che hai citato: la rappresentazione della realtà leggermente filtrata (mai stravolta) dal "sentire" di chi scatta, allo scopo di dare maggior risalto a quei dettagli che di solito sfuggono all'osservazione diretta. Non considero nel mio caso la fotografia come una forma d'arte, ma semplicemente la rappresentazione della realtà come io la vedo in quel particolare momento, secondo il mio stato d'animo.

Secondo me quindi, ben venga il fotoritocco ma... "cum grano salis". Questo per dire che, a parte i veri maestri che possono permettersi di fare qualsiasi cosa perchè ne sono davvero all'altezza, le persone come me dovrebbero limitarsi solo ad interventi marginali e piccole correzioni, altrimenti ne escono cose fasulle o quantomeno poco credibili...


Ciao a Tutti,
anch'io provengo dalla fotografia "su pellicola" e, come ho spiegato in queste settimane, sono approdato al digitale semplicemente come evoluzione tecnologica a conoscere ed approfondire, in quanto entrata a far parte del mio hobby primario.
La CAMERA CHIARA. Definisco così PHOTOSHOP (per la verità nn solo io). Anch'io ho usato tanto la camera scura con le elaborazioni che ne scaturivano e i vari esperimenti per rendere più avvincenti certi scatti. Forse oggi la possibilità di eseguire dei ritocchi fotografici è alla portata di tutti, anche di Chi non ha certe competenze tecniche. Per certi versi può essere un bene, per accomunare quanti più hanno interesse nella fotografia.

Certo, spesso mi imbatto in immagini che hanno molto poco di "fotografia" e tanto di "Creatività Grafica". In questo caso i grandi fotografi dovrebbero e/o critici dovrebbero, forse, segnare una linea di confine ....
Per quanto mi riguarda l'emozione nel far partecipare una mia immagine fotografica ad una qualunque manifestazione, sia essa concorso sia essa visione e dibattito tra amici, sta proprio nel proporre un primo scatto o comunque qualcosa che scaturisca da uno studio di fotografia, analogica o digitale, fatto di:
- Composizione, Scatto, Stampa.

Sarebbe stupendo riuscire a concorrere TUTTI ad armi pari, soltanto la tecnica unita alla creatività potrà prevalere.

Un caloroso "IN BOCCA AL CLICK" cari amici appassionati di FOTOGRAFIA!

Roberto Fotocamera.gif wink.gif



















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