Non molte parole, se non qualche descrizione dei posti e delle situazioni in cui mi sono trovato…
Iniziamo con un paio di scorci di Dakar,
un gattone nel suo territorio “di caccia”

e un’istantanea ad un tipico mezzo pubblico locale

quel che rimane di una ferrovia.

Alcuni appunti fotografici al villaggio di Pehul, situato proprio nella zona di arrivo della Paris-Dakar, senza dubbio la tappa che ha lasciato il segno più profondo nella mia mente…
il comitato di benvenuto

il pozzo, vera fonte di vita per il villaggio

l’amore di una madre che costantemente tiene pulito l’improvvisato tavolo del suo piccolo

due simpatiche canaglie…

e una giovane vedetta…

La scuola del villaggio, dove prima di tutto si impara a sopravvivere



Infine un particolare del cimitero dei capi, ricavato nel tronco di un grande baobab

L’isola di Goree, un tuffo nella storia dello schiavismo, che per quasi mezzo secolo ha oppresso il Senegal.
In quest’isola, centinaia di migliaia di uomini sono stati acquistati e venduti, segnando per sempre questo paese.

L’ingresso della Maison des Esclaves

E una vista dal suo interno, oggi questi ragazzi vengono sull’isola per ricordare la storia, nella speranza che questo ricordo tenga viva la loro voglia di libertà

La peggiore delle celle… quella dei bimbi innocenti, troppo giovani per essere venduti…

La “porta del non ritorno”, da questa porta, gli schiavi transitavano per salire sulle navi, passata quella soglia, la loro vita era segnata per sempre

Il veliero, costruito come simbolo di questo triste periodo storico

L’ultimo abitante di quella che fu la casa di un negriero

E due bimbi su un improvvisato campo di gioco…

Un ultimo scatto, simbolico, senza dubbio quello che personalmente preferisco…
sperando che il mondo non si smetta di tendere una mano a questi popoli…

Andateci... è un posto che val la pena di visitare!