Ma la fatica e' stata, per fortuna, ampiamente ripagata.
Decido di salire, alla fine circa 1000m di dislivello, facendo caccia vagante con abbigliamento mimetico e rete mimetica, oltre allo zaino abbastanza pesante con liquidi, cibo e nikon d500+300pf+500pf+tc 1.4.
Non avevo altra scelta in quanto, conoscendo bene la zona, gli eventuali soggetti da fotografare possono presentarsi anche all'improvviso e per questo, imbracciando d500+nikon 500pf (2320gr di peso), procedevo salendo cercando di fare il minimo rumore su sentiero facile ma alcune volte ripido e scivoloso, per tre quarti boscoso e quindi abbastanza ricoperto da pignette e rametti. Ogni tanto, procedendo lentamente ed in continuo ascolto (5 o 6 cervi maschi bramivano continuamente per la valle), mi fermavo, prima di superare alcuni dossi del sentiero che aveva tratti altalenanti, perche' non sapevo cosa avrei trovato oltre: due piacevoli incontri inaspettati con cince dal ciuffo ed uno scoiattolo rosso.
Superato il tratto boscoso mi trovai allo scoperto e raggiunsi il punto culminante a 2200m di altezza: buon panorama e pausa. Avvistata aquila reale in caccia ma troppo lontana.
Proseguo in costa su sentiero quasi ormai completamente allo scoperto, quando, ad un certo punto, ormai scoraggiato, sentii alcuni rumori di fronte a me, dal sentiero, a circa 80m., da dietro un larice. Mi fermo, e completamente paralizzato, sorpreso e stupito vedo un bel cervo maschio con la propria compagna che scendono, attraversando il sentiero.
Ma quale e quanta meraviglia. Dopo tanti anni di montagna (ne ho soltanto avvistati alcuni ma e' sempre stata questione di un attimo) finalmente, solo e immerso nel silenzio, tra i pochi larici e le praterie di mirtillo rosso, ho potuto fotografarli con calma, grande emozione ed ammirazione. La femmina, da subito, e' scesa di alcuni metri e si e' fermata all'ombra di un larice, mentre il maschio dopo pochi metri si e' fermato ad osservarmi.
Poi e' sceso lentamente, penso perche' abbia compreso che non gli avrei fatto nulla di male, raggiungendo la femmina, la quale, poi e' risalita di qualche metro per osservarmi anch'essa.
Nel mio animo si sono accumulate tante belle sensazioni ed emozioni ma anche rabbia; rabbia dovuta al fatto che la zona e' aperta alla caccia (gli animali non sono per nulla "protetti", anche se nel nostro paese nemmeno nei parchi) e quindi magari tra qualche tempo li avrebbero ammazzati, anche se ho sentito pareri autorevoli affermare che quando sono troppo numerosi rappresenterebbero un problema (e certo, invece, l'aumento considerevole di pascoli, anche a quote impensabili, di vacche, pecore e capre no). Poi la consapevolezza che gli animali non conoscono la cattiveria e se uccidono lo fanno soltanto per la loro sopravvivenza, invece l'uomo no, possiede il libero arbitrio= guerre, violenze, terrore ecc.ecc.

cincia dal ciuffo; pdr reso difficoltoso dal sentiero ripido e dal soggetto in ombra

questa un po' meno in ombra
