Grazie buzz, giulio
Rispondo ad entrambi
QUOTE(buzz @ Nov 27 2013, 09:46 AM)

tutti questi tecnicismi hanno solo uno scopo matematico.
L'occhio vede e si adatta a tutto, ma quello che vuole essere il fine ultimo della fotografia lo scegli te.
Una cosa è finora certa: una foto da 100x70 difficilmente la potrai vedere per intero a monitor, e se hai un TV al plasma, fino ad oggi la sua risoluzione non sarà mai quella di una stampa.
In quanto ai colori, tutte quelle tabelle stanno solo ad indicare quanto ogni supporto sia in grado di rappresentare.
Alcune differenze sono notevoli, altre esistono ma non te ne accorgi nemmeno.
La differenza tra visione a monitor e stampa invece è forte, a causa del diverso sistema per geberarla.
+QUOTE(giuliomagnifico @ Nov 27 2013, 10:45 AM)

Ma è completamente diverso! La differenza principale è che -spiegato molto semplicemente- i monitor hanno una luce che proviene da dietro o di lato ma MAI di fronte! Questa è la principale differenza poi ci sono le infinite sfumature disponibili da un plotter, poi il nero che in stampa è nero mentre su monitor LCD no, il contrasto infinito contro uno finito ecc...
E comunque l'effetto che fa una stampa 100x70cm con luce incidente, un monitor non te la darà mai! Anche perchè non ci arriva a quella risoluzione, se non con i nuovi 4K OLED ma rimane sempre il più grande limite che ti ho scritto all'inizio. Di spazio colore non ha senso parlarne
se per vedere i colori noi abbiamo bisogno della luce e la luce che arriva su una stampa non è quella proiettata da dietro che produce i colori ma è quella li crea andandoci a sbattere contro e rimbalzando ai nostri occhi (non so come dire più semplice di così

)
Avete entrambi colto il punto cruciale. Ero consapevole della differente modalità di generare la visione (fa monitor ed una stampa) ma mi sono posto il problema di chi compra un buon impianto audio ma poi lo monta in un autovettura. In stanza "asettica" (o meglio ottimizzata per il suono) l'impianto audio suonerà in modo - leggi le nostre orecchie sentiranno delle cose - ma in automobile ne sentiranno ben altre se non sono prese delle accortezze per avvicinarsi al suono riprodotto nell'ambiente ottimizzato.
Cosa voglio dire con questo? Ritorno alla fotografia. Una volta generata la stampa ha nella carta dei colori, se vogliamo "assoluti"; il foglio è stato stampato ed ogni parte dell'immagine avrà avuto - una volta per sempre - un certo dosaggio degli inchiostri per riprodurre un determinato colore.
Per non complicare il discorso lascio per un attimo da parte la questione di fedeltà all'originale - non è questo esattamente l'intento della mia curiosità - ma mi faccio una domanda.
Per
vederla, una stampa, devo osservarla sotto una certa luce. Con certe caratteristiche. Se la guardo di sera alla luce della mia scrivania o la guardo in pieno giorno i risultati sono diversi; anche se il mio occhio si adatta.
Se la guardo in un monitor
per uso fotografico - quindi non un apparecchio per TV/riproduzione di filmati - la luce foto la vedrà perchè "retroilluminata". Il sistema di illuminazione del monitor è sempre quello (lampade, LED .. e/o sofismi vari per compensare la luce del sistema di illuminazione ai vari momenti - ovvero tipi di luce - della stanza in cui si trova il monitor.
Qual è quindi l'immagine "migliore", mi sono chiesto? Qual è quella più "ricca" sul piano emotivo e, se vogliamo, quella che sotto l'aspetto della percezione della foto stessa mi da maggior coinvolgimento?
Quando andiamo ad una mostra in una pinacoteca l'illuminazione delle tele è curata in ogni dettaglio. Lo è quella dei supporti che le illuminano, lo è quella della stanza in cui sono esposte e lo è la distanza a cui - oltre che per questioni di sicurezza - talvolta lasciano avvicinare l'osservatore.
Se osserviamo una delle tele esposte alla National Gallery che superano abbondademente il paio di metri per lato l'atto di avvicinarsi si fa per esaminare un dettaglio: un colpo di pennello, un elemento della tela, o proprio per la sensazione di "maggior intimità" con l'opera. Ma la visione d'insieme l'abbiamo a debita distanza. Ad una distanza a cui spesso la sala museale ha già predisposto delle sedute, per far si che il coinvolgimento emotivo che si ha osservando l'opera sia maggiormente "enfatizzato", maggiormente ... "coinvolgente".
E perchè non deve essere lo stesso con una fotografia, mi chiedevo?
Quando si stampa su carta lucida, ad esempio, o peggio quando si incornicia la foto aggiungendo un vetro protettivo al tutto, finiamo per falsare parte della visione dell'immagine se questa da "riflessioni".
Per evitare questo io spesso scelgo la carta opaca, ma mi sono accorto che il senso di "brillantezza" che talvolta può dare una carta lucida è migliore per alcuni soggetti.
Ed il monitor? Lui è sempre quello. Ok. cambia la luce della stanza, ma non è che ci restituisce forse più dettagli di una stampa?
Se a questo aggiungiamo l'aspetto di "fedeltà del risultato all'intento del fotografo" forse il monitor è quello più ingestibile (processing finalizzato alla visione sul monitor come quando si parla di post processing con intento stampa?) ma siccome i supporti evolvono - e le carte, e tutte le accortezze per osservare una stampa mi sembra che lo facciano meno e/o con meno consapevolezza dell'osservatore, qual è, a questo punto il miglior sistema "Hi-Fi" per la visione di ciò che voleva vedessimo il fotografo quando ha preparato "l'output" del suo scatto? (ho volutamente parlato di output per non specificare se stampa o via monitor).
Spero di non aver fisolofeggiato troppo e chiarito meglio a cosa mi riferissi con la mia curiosità
Seb