L'esposimetro e il termocolorimetro sono due oggetti esteriormente molto simili ed è possibile confonderli se li si guarda da lontano, però come già ho detto hanno due funzioni del tutto diverse.
Quello usato dagli assistenti dei fotografi di moda è l'esposimetro: lo si collega al flash da studio (non alla macchina fotografica), poi si preme il suo pulsantino il quale fa scattare la flashata e ne misura l'intensità restituendo sul suo display il diaframma da impostare in macchina (con i flash il tempo il tempo di esposizione non ha importanza, di solito è 1/125 o 1/250).
Dopo, quando si inizia scattare, entra in gioco l'altro dispositivo che è il comando radio (o infrarossi) che pilota i flash da studio. Il trasmettitore si mette sulla slitta della macchina fotografica e il ricevitore si collega al flash, questo per non avere il cavo sincro a "penzoloni" durante l'intera sessione fotografica

L'esposimetro nell'era del digitale è ancora utile anche se non è più indispensabile visto che per una valutazione sommaria dell'esposizione si possono usare il display e l'istogramma, ma per avere un totale e preciso controllo della potenza dei flash l'esposimetro è ancora l'oggetto da usare.
Al contrario il termocolorimetro con il digitale diventa meno importante perchè la correzzione delle dominanti di colore si fa tramite software.
Racconto una mia esperienza dell'uso del termocolorimetro: il lavoro consisteva nel fotografare uno show room di arredo bagno, c'erano faretti e altre luci di cui ovviamente non si conosceva la temperatura colore. Lo scatto viene fatto con banco ottico e lastra dia daylight. A questo punto bisogna mettere un filtro sull'obiettivo per correggere la dominante dovuta alle luci ad incandescenza. Il termocolorimetro quindi ha misurato la temperatura colore dell'ambiente (si fanno varie misurazioni per valutare i diversi punti luce) e mi indica il numero del filtro da applicare all'obiettivo del banco ottico per la correzione della dominante.
Infine l'esposimetro ha misurato la giusta esposizione restituendo il numero di secondi necessari per esporre la lastra usando il diaframma molto chiuso (f 45 o f 64). Fatto lo scatto e poi sviluppato senza fastidiose dominanti di colore.
Spero che adesso sia un po' più caro l'uso dei due strumenti e le loro funzioni "sul campo".