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AlbertoBedo
Spesso ho sentito parlare, gente più o meno professionista, di "rimuovere la patina delle foto digitali".

Insomma il senso era che per dare il look delle foto analogiche a quelle digitali bisogna fare un qualche intervento. Non ho mai capito bene cosa.

L'unica cosa che mi viene in mente è aggiungere un po' di grana a foto scattate con ISO particolarmente basso o rendere un po' più ripida la curva RGB nei mezzitoni.

C'è qualche altra operazione da fare per togliere quel look "finto" e "digitale" alle foto scattate con le nostre DSLR? smile.gif
buzz
dipende.
elaborazioni ce ne sono centinaia, e molte sono preconfezionate in alcuni plugin o azioni per photoshop.
Tutto dipende da cosa vuoi ottenere.
Nella foto chimica esistevano numerosi modelli di pellicola che avevano caratteristiche ben definite, per chi ha l'occhio sensibile da riconoscerle.
comunque più che rimuovere una patina io la aggiungerei.
però non vedo look finto nelle foto digitali. in fondo è cambiato il mezzo, ma non il fine, e se non esageri con i ritocchi, a stampa non vedrai più alcuna differenza
AlbertoBedo
QUOTE(buzz @ Jun 9 2013, 01:07 PM) *
dipende.
elaborazioni ce ne sono centinaia, e molte sono preconfezionate in alcuni plugin o azioni per photoshop.
Tutto dipende da cosa vuoi ottenere.
Nella foto chimica esistevano numerosi modelli di pellicola che avevano caratteristiche ben definite, per chi ha l'occhio sensibile da riconoscerle.
comunque più che rimuovere una patina io la aggiungerei.
però non vedo look finto nelle foto digitali. in fondo è cambiato il mezzo, ma non il fine, e se non esageri con i ritocchi, a stampa non vedrai più alcuna differenza


Ok grazie, cercherò qualche azione come punto di partenza

Se hai già qualche nome da consigliarmi mi farebbe piacere!


gabrieledanesi
QUOTE(AlbertoBedo @ Jun 8 2013, 08:25 PM) *
C'è qualche altra operazione da fare per togliere quel look "finto" e "digitale" alle foto scattate con le nostre DSLR? smile.gif

Look "finto" ? La tecnologia digitale ha ormai raggiunto qualità di dettaglio nettamente superiori ai relativi formati analogici. Considera per esempio che una diapositiva 35mm, può produrre una stampa ad altissima definizione non più grande di circa 36x54cm, mentre tramite una digitale DX o FullFrame si può produrre stampe ad altissima definizione anche di 60x90cm. Motivo per cui questi presunti "professionisti" sono forse troppo nostalgici o (molto più probabilmente) poco capaci di trattare il negativo digitale per affermare ciò che dici.

Per ciò che è certo, c'è da dire che la netta differenza tra analogico/digitale risiede soprattutto nella differenza di latitudine di posa tra le due tecnologie. Fotografie scattate su diapositive da 50 ISO, ad esempio, possono avere una latitudine di posa ridottissima (circa 1,5 stop), mentre la latitudine di posa di un RAW è quasi la stessa ad ogni ISO ed è decisamente molto più estesa (mediamente, a seconda del modello di fotocamera, circa 8-10 stop). C'è dunque una differenza sulla resa dei contrasti a dir poco abissale !

Inoltre una pellicola/diapositiva ha un vincolo anche sulla resa cromatica (caratteristica che contraddistingue i vari tipi e marche), che dipende dai composti chimici coloranti che possiede all'interno dell'emulsione. Mentre in digitale la resa cromatica è molto più "libera", dato che è decisa dalla costruzione dei profili colore.

Per questo motivo, dare un look analogico ad uno scatto digitale non è una questione di "finto" o "vero". Senza contare che concetti di "finto" o "vero" li reputo del tutto orribili parlando di fotografia, che per sua natura mostra sempre qualcosa di diverso da ciò che si osserva con i nostri occhi, sia che si tratti di sensore o di pellicola. Basta per esempio considerare che l'occhio umano ha una latitudine di posa di circa 15 stop e che il nostro cervello è auto-adattivo per quanto riguarda bilanciamento cromatico e valutazione luminosa media (siamo una specie di esposimetro matrix molto evoluto ed eseguiamo un costante bilanciamento del bianco).

Volendo simulare uno scatto analogico tramite il digitale, sarebbe dunque più opportuno trattare questioni che riguardano le caratteristiche intrinseche di una certa pellicola/diapositiva, così da poter operare sul negativo digitale in modo da adeguarsi a tali caratteristiche. Proprio per le questioni sopra esposte, infatti, reputo molto più "falsa" (se proprio vogliamo usare un termine relativo alla realtà rappresentata) un'immagine prodotta su pellicola, rispetto ad un'immagine prodotta tramite sensore.

PS: Forse non avrò risposto alla tua domanda... ma avevo voglia di divagare ! laugh.gif
buzz
QUOTE(gabriele.gdfoto @ Jun 10 2013, 05:26 PM) *
Look "finto" ? La tecnologia digitale ha ormai raggiunto qualità di dettaglio nettamente superiori ai relativi formati analogici. Considera per esempio che una diapositiva 35mm, può produrre una stampa ad altissima definizione non più grande di circa 36x54cm, mentre tramite una digitale DX o FullFrame si può produrre stampe ad altissima definizione anche di 60x90cm. Motivo per cui questi presunti "professionisti" sono forse troppo nostalgici o (molto più probabilmente) poco capaci di trattare il negativo digitale per affermare ciò che dici.

Per ciò che è certo, c'è da dire che la netta differenza tra analogico/digitale risiede soprattutto nella differenza di latitudine di posa tra le due tecnologie. Fotografie scattate su diapositive da 50 ISO, ad esempio, possono avere una latitudine di posa ridottissima (circa 1,5 stop), mentre la latitudine di posa di un RAW è quasi la stessa ad ogni ISO ed è decisamente molto più estesa (mediamente, a seconda del modello di fotocamera, circa 8-10 stop). C'è dunque una differenza sulla resa dei contrasti a dir poco abissale !

Inoltre una pellicola/diapositiva ha un vincolo anche sulla resa cromatica (caratteristica che contraddistingue i vari tipi e marche), che dipende dai composti chimici coloranti che possiede all'interno dell'emulsione. Mentre in digitale la resa cromatica è molto più "libera", dato che è decisa dalla costruzione dei profili colore.

Per questo motivo, dare un look analogico ad uno scatto digitale non è una questione di "finto" o "vero". Senza contare che concetti di "finto" o "vero" li reputo del tutto orribili parlando di fotografia, che per sua natura mostra sempre qualcosa di diverso da ciò che si osserva con i nostri occhi, sia che si tratti di sensore o di pellicola. Basta per esempio considerare che l'occhio umano ha una latitudine di posa di circa 15 stop e che il nostro cervello è auto-adattivo per quanto riguarda bilanciamento cromatico e valutazione luminosa media (siamo una specie di esposimetro matrix molto evoluto ed eseguiamo un costante bilanciamento del bianco).

Volendo simulare uno scatto analogico tramite il digitale, sarebbe dunque più opportuno trattare questioni che riguardano le caratteristiche intrinseche di una certa pellicola/diapositiva, così da poter operare sul negativo digitale in modo da adeguarsi a tali caratteristiche. Proprio per le questioni sopra esposte, infatti, reputo molto più "falsa" (se proprio vogliamo usare un termine relativo alla realtà rappresentata) un'immagine prodotta su pellicola, rispetto ad un'immagine prodotta tramite sensore.

PS: Forse non avrò risposto alla tua domanda... ma avevo voglia di divagare ! laugh.gif



Ci sono diverse imprecisioni nelle tue divagazioni. Non conosco i tuoi trascorsi ma dai l'impressione di averci lavorato poco con la pellicola.

La diapositiva di solito veniva (e viene) proiettata in dimensioni ragguardevoli, nell'ordine di un paio di metri di base, e se non ricordo male (ma posso sempre andare a vedere) i dettagli, se le ottiche erano di qualità, c'erano tutti.
Sulla latitudine di posa e la resa cromatica, c'è un po' di verità, ma va tenuto conto che il digitale lo manipoli, la diapositiva no.
Finora non ho mai visto una resa cromatica, a primo scatto, bella come quella delle ectachrome, ovvio che con photoshop puoi rendere saturi i colori anche di una giornata di pioggia.

Le dimensioni di stampa delle dia potevano arrivare quindi a metri (si facevano i cartelloni 3x6) mentre quelle del digitale hanno delle dimensioni finite, che tramite interpolazioni, ovvero invenzioni di pixel intermedi, puoi spingerle quanto vuoi, ma non credere di migliorare il dettaglio. E' un artificio. Quello che non c'è, non ci sarà mai.

Inoltre l'analogico contiene le informazioni delle gradazioni in maniera lineare, e non a scalini come il digitale, per cui l'enuance è sempre più graduale in una dia o negativo che in un digitale. Per questo hanno portato la campionatura a 14 bit e con il tempo la aumenteranno ancora.

Io non sono un nostalgico della pellicola, e non ci tornerei mai, nonostante le numerose macchine inutilizzare che fanno ormai solo da soprammobile, ma alla vista una foto fatta bene da pellicola non ha nulla da invidiare al digitale. Solo la possibilità di essere manipolata.
gabrieledanesi
QUOTE(buzz @ Jun 10 2013, 06:21 PM) *
Ci sono diverse imprecisioni nelle tue divagazioni. Non conosco i tuoi trascorsi ma dai l'impressione di averci lavorato poco con la pellicola.

La diapositiva di solito veniva (e viene) proiettata in dimensioni ragguardevoli, nell'ordine di un paio di metri di base, e se non ricordo male (ma posso sempre andare a vedere) i dettagli, se le ottiche erano di qualità, c'erano tutti.
Sulla latitudine di posa e la resa cromatica, c'è un po' di verità, ma va tenuto conto che il digitale lo manipoli, la diapositiva no.
Finora non ho mai visto una resa cromatica, a primo scatto, bella come quella delle ectachrome, ovvio che con photoshop puoi rendere saturi i colori anche di una giornata di pioggia.

Le dimensioni di stampa delle dia potevano arrivare quindi a metri (si facevano i cartelloni 3x6) mentre quelle del digitale hanno delle dimensioni finite, che tramite interpolazioni, ovvero invenzioni di pixel intermedi, puoi spingerle quanto vuoi, ma non credere di migliorare il dettaglio. E' un artificio. Quello che non c'è, non ci sarà mai.

Inoltre l'analogico contiene le informazioni delle gradazioni in maniera lineare, e non a scalini come il digitale, per cui l'enuance è sempre più graduale in una dia o negativo che in un digitale. Per questo hanno portato la campionatura a 14 bit e con il tempo la aumenteranno ancora.

Io non sono un nostalgico della pellicola, e non ci tornerei mai, nonostante le numerose macchine inutilizzare che fanno ormai solo da soprammobile, ma alla vista una foto fatta bene da pellicola non ha nulla da invidiare al digitale. Solo la possibilità di essere manipolata.

Ciao Buzz, la mia esperienza con l'analogico non sarà sicuramente come la tua (non ne ho idea). Ho solo scattato diversi anni su diapositiva, ma tuttavia non ho esperienza diretta di camera oscura. Ad ogni modo non mi risulta che da un piccolo formato si possano fare stampe 3x6 metri (anche perchè altrimenti che senso avrebbe avuto inventare il medio formato ed il banco ottico ?). Anche in ambiente accademico ho sempre avuto conferma delle ridotte dimensioni massime di stampa permesse da un piccolo formato per non avere eccessivo degrado qualitativo... certo andare oltre non è vietato, ma lo stesso allora si rifà alla questione dell'interpolazione. Le mie considerazioni sulle dimensioni di stampa da piccolo formato digitale infatti escludevano l'eventuale interpolazione sulle immagini, ovviamente.

Anch'io sono innamorato della resa cromatica di certe dia a bassi ISO, viste col lentino su un bel banco luminoso ! Ma da questo punto di vista la controparte digitale deve tener presente sia dei limiti di gamut dei monitor che delle tecnologie di stampa. E ovviamente non sto parlando di saturare un'immagine, ci mancherebbe... questo lasciamolo agli spippolatori di PS ! laugh.gif Per esempio già costruire un profilo fotocamera con un semplice colorchecker ed associarlo al RAW senza alcuna ulteriore modifica alla saturazione, fa produrre colori che vanno quasi ai bordi del modello CIE1931. Tant'è che solo lavorando in ProPhoto si riescono a mantenere quasi inalterati... peccato che poi tali colori non sono nè visualizzabili nè stampabili.

Ad ogni modo penso che abbia poco senso discutere su cosa dovrebbe avere la pellicola da invidiare al digitale o viceversa... tant'è che mi ero soffermato più che altro proprio sull'appropriare parole strane come "finto" per un'immagine digitale, che trovo del tutto privo di senso. Pellicola e sensore sono tecnologie molto differenti tra loro, con le proprie caratteristiche... non è proibito preferire l'una a l'altra in base ai propri gusti ed alle proprie conoscenze. Di sicuro una ha ormai fatto il suo corso e la sua storia... l'altra era scadente agli inizi, poi l'ha raggiunta e superata sotto molti aspetti, ed è tuttora in piena fase di sviluppo.
AlbertoBedo
Nel post iniziale, quando chiedevo di riprodurre la resa analogica su digitale, mi riferivo nello specifico al fatto che la pellicola a metà esposizione ha una resa dinamica migliora, più contrastata. Per dirla con altre parole la curva intorno +/- 0 stop è più ripida nell'analogico rispetto al digitale.

Inoltre il digitale non contiene la stessa quantità di informazioni su tutti i livelli!

Mi chiedevo quali operazioni, a parte esporre a destra, vengono normalmente eseguite in ambito professionale per compensare questi problemi, se c'è qualcosa di default o se semplicemente uno se frega e valuta di volta in volta, a discapito del tempo!


buzz
io, la seconda smile.gif
gabrieledanesi
QUOTE(AlbertoBedo @ Jun 14 2013, 08:11 PM) *
Mi chiedevo quali operazioni, a parte esporre a destra, vengono normalmente eseguite in ambito professionale per compensare questi problemi, se c'è qualcosa di default o se semplicemente uno se frega e valuta di volta in volta, a discapito del tempo!

Beh, in effetti a livello di sviluppo RAW credo che non si possa stabilire una procedura automatizzata che vale per tutte le situazioni.

Di sicuro alcune operazioni dovranno necessariamente essere simili... ad esempio nel caso ci si voglia avvicinare alla resa di una diapositiva a bassi ISO si dovrà stabilire la corretta intensità sui mezzitoni tramite il cursore Esposizione e poi chiudere drasticamente Bianchi e Neri in modo da simulare la ridotta latitudine di posa della dia. Queste operazioni sulla gamma dinamica andranno inoltre ad influire anche sulla saturazione dei colori, accentuandola. Il bilanciamento del bianco andrà scelto in base alla resa di una certa pellicola/dia (predominanza di toni caldi, freddi o neutri).

Una volta ottenuto un buon sviluppo RAW, personalmente mi piace abusare della tecnica delle Maschere di Luminosità su PS... che permette di agire sulle diverse zone tonali dell'immagine in maniera molto localizzata. Solitamente con tale tecnica (che ricorda un po' il sistema zonale) si riesce a vivacizzare i contrasti su ombre, mezzitoni e luci in modo molto efficace.
pes084k1
QUOTE(buzz @ Jun 9 2013, 01:07 PM) *
dipende.
elaborazioni ce ne sono centinaia, e molte sono preconfezionate in alcuni plugin o azioni per photoshop.
Tutto dipende da cosa vuoi ottenere.
Nella foto chimica esistevano numerosi modelli di pellicola che avevano caratteristiche ben definite, per chi ha l'occhio sensibile da riconoscerle.
comunque più che rimuovere una patina io la aggiungerei.
però non vedo look finto nelle foto digitali. in fondo è cambiato il mezzo, ma non il fine, e se non esageri con i ritocchi, a stampa non vedrai più alcuna differenza


Il problema digitale non è tanto la stampa (specie su carta fotografica), ma la ripresa, ancora limitata come risoluzione, gamut e qualità del colore. Una Cibachrome o una Galerie baritata vorrei farla stampare oggi da una Frontier o una Theta (è possibile...), altro che patina!

A presto telefono.gif

Elio
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