QUOTE(marcox076 @ Jan 16 2013, 08:04 PM)

sottoesporre una foto di un valore inferiore ad uno stop provoca decadimento della qualita' dell'immagine in termini di nitiedezza, ecc.?
Si, non tanto nella nitidezza ma più che altro nei colori.
ma lo stesso avviene sovraesponendo.
Qualunque intervento sull'esposizione comporta un decadimento qualitativo.
Se poi questo decadimento è percepibile, non è detto.
Anzi, per modifiche così lievi certamente non lo è, su questo non ho dubbi.
Anzi, l'impressione è persino che sottoesponendo via software una foto leggermente sovraesposta in fase di scatto, si abbia un vantaggio sul rumore (specie se si ha in previsione di schiarire molto le ombre, come nell'esempio di Max Lucotti).
Quello che volevo sottolineare con il mio primo intervento, è che gli esposimetri sono strettamente correlati al sensore e tarati in base alle sue caratteristiche (maggior facilità di recupero delle ombre oppure delle luci, e gamma dinamica complessiva, principalmente)
E i software (perlomeno quelli evoluti come Camera Raw) sono studiati per lavorare in un certo modo, e le curve interne del software prevedono di applicarsi a ben determinati valori tonali, tenendo conto della provenienza del file che aprono.
Camera Raw ha al suo interno uno o più profili per ogni fotocamera con cui è compatibile, e questi profili vengono generati con scatti reali correttamente esposti.
In questo modo, la fedeltà dei colori è assicurata.
E pensiamo per esempio a chi (come me, ma molti altri) si è creato un profilo colorimetrico specifico per la
propria fotocamera, tramite la tavoletta x-rite e un software di profiling.
Questo profilo è calcolato utilizzando una esposizione standard, corretta. I colori delle varie tessere vengono mappati per ottenere la massima fedeltà, ma se si modifica l'esposizione, la curva di Gamma non opera più sugli stessi valori tonali (viene "traslata") e quindi la fedeltà cromatica non può più essere garantita. Il discorso sarebbe ben più complesso e non sono in grado di spiegarlo più chiaramente, però credo che la sostanza sia comprensibile.
Ora, questo decadimento della fedeltà cromatica può essere considerato importante, oppure assolutamente trascurabile, a seconda del tipo di foto e anche dei gusti e della sensibilità personale.
In un ritratto "classico", quindi uno scatto dove l'incarnato deve apparire naturale e fedele, la precisione è molto importante. Oltretutto sono tonalità delicate e che conosciamo molto bene nella nostra esperienza visiva quotidiana, per cui notiamo più facilmente se c'è qualcosa di anomalo.
Un paesaggio è molto diverso, per varie ragioni: intanto la gamma di colori possibili presenti in scena è molto più ampia e diversificata, poi le condizioni di luce sono estremamente mutevoli, e infine (ma forse più importante di tutto), ormai ci stiamo sempre più abituando a una fotografia di paesaggio molto enfatica.
Certe foto sono totalmente irrealistiche, (saturazioni, colori etc...) ma a forza di vederle l'occhio si abitua.
In questo contesto,
(in cui viene anche fortemente incrementato sia il contrasto localizzato, che appiattita la gamma dinamica con filtri digradanti e/o esposizioni multiple, oltre che con un pesante schiarimento delle ombre), la precisione cromatica è un problema che semplicemente non si pone.
Un paesaggio cromaticamente fedele, corrisponde ad una foto "smorta", perlomeno per i canoni attuali (ma anche in passato, altrimenti non sarebbero esistite pellicole come la Velvia).
Tornando alla domanda iniziale quindi, la risposta è che per variazioni inferiori allo stop, una sottoesposizione via software non comporta
evidenti problemi di nessun genere (a condizione che non si sia bruciato neanche un canale in zone importanti della foto).
Ma più si interviene sui cursori, più la fedeltà cromatica decade, sempre.
Questo bisogna perlomeno saperlo, poi ci si regola di conseguenza.