Spero il racconto fotografico che segue possa essere di vostro gradimento. Un abbraccio a tutti,
Massimo
Durante gli spostamenti da Roma a Lucera, città scelta da San Pardo per ritirarsi in preghiera, egli rimase tre anni a Larino, all'epoca Larinum, in cui profuse la voce del Vangelo. Leggenda dice che era un vecchietto canuto e con una folta barba bianca e ad una delle sue mani mancava un pollice.
Nell'anno 842 Larino fu invasa dai Saraceni e distrutta. I cittadini furono dispersi nelle campagne circostanti e in una città deserta e diroccata i Lesinati ebbero modo di trafugare le Sacre reliquie dei santi Primiano, Firmiano e Casto.
Tornati nella loro città, i Larinesi scoprirono il furto, e capirono anche che a commetterlo erano stati i Lesinati. Organizzatisi partirono alla volta di Lesina per recuperare le reliquie dei loro santi. Arrivati nei dintorni della città, cercando il punto più favorevole per tentare l'attacco, si imbatterono nel sepolcro di San Pardo, riconoscendolo dalla mancanza del pollice. Memori dell'aura di bontà portata dal Santo secoli prima nella loro città, considerarono il ritrovamento del corpo come un segno della volontà divina favorevole al rientro delle spoglie del Santo a Larino, come protettore della città e della diocesi.
Con un carro agricolo ornato di fiori, i larinesi trasportarono il corpo del Santo nel loro paese.
Da quel giorno, ogni anno, si festeggia con devozione la festa in onore di San Pardo. Questa si svolge nei giorni 25, 26 e 27 maggio tra le vie del centro storico e della zona nuova del paese, in prossimità del cimitero. La processione vede la partecipazione di più di 130 carri trainati da pecore, buoi e mucche, prevalentemente di razza marchigiana.
Raggiungo Larino nelle prime ore del pomeriggio in compagnia del carissimo amico e fotografo Vincenzo. I vicoli del paese sono deserti, quiete e silenzio regnano. Poche e fugaci le occasioni per scorgere la presenza umana. Due vacche sono di ritorno dall'ultimo allenamento, prima che la processione abbia inizio, alle 17:00.

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Percorrendo i vicoli del centro storico ci rechiamo a fare visita ad alcune delle famiglie con cui l'amico Vincenzo, larinese di nascita, ha mantenuto rapporti nel tempo. Attendono l'evento con palpitazione ed entusiasmo contagiosi. Sebbene estraneo mi trattano come un loro familiare, mostrandomi con orgoglio e fierezza gli animali. Mi racccontano le origini e tradizioni della festa di San Pardo, le fasi in cui si articola. I carri, addobbati a festa, sono sottoposti agli ultimi preparativi, l'ultimo dei quali è l'innesto delle ruote.

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Finalmente giunge l'ora tanto attesa, le 17:00. Larino si risveglia all'improvviso ed i carri trainati dagli animali raggiungono Piazza Monumento per il raduno generale. Si dispongono in ordine progressivo in modo che quello contrassegnato dall'ultimo numero (il più giovane) sia il primo ad intraprendere il percorso.

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Raggiunto lo schieramento prende avvio la processione e l'evento dell'anno tanto atteso ha inizio. L'euforia è alle stelle, la concentrazione anche.

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Sebbene gli animali siano allenati e trattati come vere e proprie persone umane, durante il tragitto non mancano momenti di tensione in cui alcuni buoi non rispettano le traiettorie normali.

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Ormai è sera, sono le 20:00, i carri raggiungono la zona nuova di Larino. Ad attenderli c'è un fiume di gente. Il numero 1 giunge per primo al cimitero e qui carica la statua di San Primiano.

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Prima di fare rientro al punto di partenza, ripercorrendo la strada in senso contrario a quello dell'andata, i carri si radunano in sosta in modo che animali e loro proprietari possano sostare per mangiare e riposarsi. Il paese in questo momento è invaso da una folla entusiasmante. Approfitto per ritrarre i proprietari di alcuni carri, tra tanti spicca Vittorio Sabetta, detto "U Cacaie", personaggio storico di Larino.

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Sono le 22:00 e i carri riprendono ordinatamente le postazioni di partenza per poi ripercorrere la via dell'andata in senso contrario. Giunti a destinazione la statua di San Primiano è deposta nella Cattedrale dove ad attenderla ci sono, olltre alle statue delle parrocchie del paese, anche quella del Santo Patrono San Pardo.

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Purtroppo il mio racconto e la visita a Larino terminano qui, ma non senza solenne promessa di essere presente il prossimo anno anche nei due giorni che precedono il primo.
Spero il racconto sia stato di vostro gradimento,
saluti,
Massimo