Roma e la sua periferia, quelle borgate di cui sempre meno si parla, ma dove, in verità, da qualche anno qualcosa si muove. I contratti di quartiere, le iniziative locali, le piazze e le aree verdi recuperate. Quartieri nati quasi esclusivamente in modo abuso, costruiti sui sogni di chi per una casa propria ha sfidato ogni norma. Un sogno costoso, per la collettività tutta. Un sogno che spesso è diventato realtà riempendo tasche che nascondono mani sporche, e avide…
Ma Corviale è diverso: Corviale non è nato abuso, Corviale è diventato abusivo. Sì, perché a Corviale le case le ha costruite l’amministrazione pubblica, l’ormai estinto I.A.C.P., Istituto Autonomo per le Case Popolari.
Ma l’abuso a Corviale, negli anni, è diventato la Norma.
Perché a Corviale si è abusato in sperimentazione: un unico edificio, lungo quasi un chilometro e alto più di 30 metri. Il grattacielo orizzontale, idealizzato dalle avanguardie russe negli anni 30, la soluzione all’inurbamento e alla mancanza di spazi per costruire. Un edificio che doveva essere insieme casa e servizi, strada e piazza. A Corviale i piani hanno un nome, i ballatoi si chiamano come strade di paese, i portici si aprono in slarghi con cartelli che vorrebbero dargli un'identità.
Ma a Corviale tutto è uguale, le strade, i portici, le piazze. E le case.
E allora diventa necessario dargli un nome, o assegnargli un colore. Un colore sì, quel colore disperatamente cercato tra tanto grigiume, ma anch’esso va costruito abusivamente, a Corviale.
A Corviale alcuni dettagli fanno presagire un intervento di qualità, ma ad entrarci dentro se ne scopre il cuore, ed è un cuore occupato, e trascurato.
A Corviale l’abuso è anche altro. A Corviale non si fa manutenzione. Il cemento pian piano viene giù, le pareti non vengono intonacate, i fori dei blocchi raccolgono carte e spesso ben altro.
E gli ascensori? Sono famosi a Roma gli ascensori di Corviale: se giri per i ballatoi incontri signore con buste cariche di spesa che aspettano, impassibili oramai, davanti agli ascensori che sono al piano. Perché? Non entrano, non salgono? No. Aspettano, aspettano di essere almeno in 2, meglio in 3, meglio se con la propria vicina. Perché gli ascensori si fermano, e da soli li dentro, per ore, non è piacevole stare.
Ma a Corviale sembra leggerlo sulle facciate l’abuso, quell’abuso che va punito, o che forse va protetto: sbarre, sbarre e griglie di protezione ovunque, a racchiudere case, ad impedire passaggi a proteggere improvvisati spazi di sosta. E muri, tirati su alla meno peggio per non passare, per non accedere, per non sostare.
E c’è anche l’abusivo a Corviale. Il quarto piano: quel piano che doveva essere strada. A Corviale la strada che corre ai piedi dell’edificio per un lungo tratto è a quota più bassa e quasi non ha marciapiede. A Corviale si accede dai sottopassi, tra alte mura, o dai ponti pedonali che superano la strada. Non serviva il marciapiede a Corviale: il quarto piano era la strada pedonale di Corviale. Sì, perché Corviale è città, e quindi le strade sono dentro, le piazze sono slarghi tra le case, al quarto piano. E quindi il quarto piano era aperto su 2 fronti, girava aria nella strada di Corviale. Era, appunto. Perché il quarto piano oramai è il piano abusivo, chiuso negli anni da chi una casa non ce l’aveva, neppure a Corviale. Al quarto piano si va accompagnati, al quarto piano si parla piano, ma forse il quarto piano è anche la vita e la speranza di Corviale. Già, perché al quarto piano c’è la scuola della pace, abusiva, al quarto piano c’è una chiesa, nata abusiva anch’essa.
E così si vive a Corviale, tra macerie e rottami, tra cancelli e panchine improvvisate, per la strada senza sapere che fare.
Ma a Corviale qualcosa si muove, nascono nuovi servizi, si formano comitati, associazioni, luoghi di studio e d’incontro, attenzione per nuove culture.
E nasce la dignità, quella dignità che dovrebbe appartenere ad ognuno di noi e che a fatica, col proprio impegno, ognuno cerca ogni giorno di costruire.
P.s.: Corviale è uno dei quartieri più noti della periferia ovest di Roma. Da anni si discute del suo destino, si è anche ipotizzata la sua totale demolizione. Oggi l’aria che si respira nel quartiere è davvero particolare: tanto degrado, dovuto fondamentalmente alla decisione di vendere le case agli affituari, e quindi alla quasi totale interruzione degli interventi di manutenzione. Ma anche un forte impegno degli abitanti per rendere Corviale davvero vivibile: una grande forza, che ha portato alla realizzazione dell’incubatore sociale, che doveva essere una scuola ed oggi è biblioteca, scuola, palestre, luogo d’incontro. A Corviale c’è la sede del Municipio e la presenza dell’amministrazione pubblica comincia a sentirsi. Altre opere sono in corso di realizzazione: impianti sportivi e nuovi edifici destinati a funzioni terziarie.