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miz
Roma e la sua periferia, quelle borgate di cui sempre meno si parla, ma dove, in verità, da qualche anno qualcosa si muove. I contratti di quartiere, le iniziative locali, le piazze e le aree verdi recuperate. Quartieri nati quasi esclusivamente in modo abuso, costruiti sui sogni di chi per una casa propria ha sfidato ogni norma. Un sogno costoso, per la collettività tutta. Un sogno che spesso è diventato realtà riempendo tasche che nascondono mani sporche, e avide…

Ma Corviale è diverso: Corviale non è nato abuso, Corviale è diventato abusivo. Sì, perché a Corviale le case le ha costruite l’amministrazione pubblica, l’ormai estinto I.A.C.P., Istituto Autonomo per le Case Popolari.
Ma l’abuso a Corviale, negli anni, è diventato la Norma.
Perché a Corviale si è abusato in sperimentazione: un unico edificio, lungo quasi un chilometro e alto più di 30 metri. Il grattacielo orizzontale, idealizzato dalle avanguardie russe negli anni 30, la soluzione all’inurbamento e alla mancanza di spazi per costruire. Un edificio che doveva essere insieme casa e servizi, strada e piazza. A Corviale i piani hanno un nome, i ballatoi si chiamano come strade di paese, i portici si aprono in slarghi con cartelli che vorrebbero dargli un'identità.
Ma a Corviale tutto è uguale, le strade, i portici, le piazze. E le case.
E allora diventa necessario dargli un nome, o assegnargli un colore. Un colore sì, quel colore disperatamente cercato tra tanto grigiume, ma anch’esso va costruito abusivamente, a Corviale.
A Corviale alcuni dettagli fanno presagire un intervento di qualità, ma ad entrarci dentro se ne scopre il cuore, ed è un cuore occupato, e trascurato.
A Corviale l’abuso è anche altro. A Corviale non si fa manutenzione. Il cemento pian piano viene giù, le pareti non vengono intonacate, i fori dei blocchi raccolgono carte e spesso ben altro.
E gli ascensori? Sono famosi a Roma gli ascensori di Corviale: se giri per i ballatoi incontri signore con buste cariche di spesa che aspettano, impassibili oramai, davanti agli ascensori che sono al piano. Perché? Non entrano, non salgono? No. Aspettano, aspettano di essere almeno in 2, meglio in 3, meglio se con la propria vicina. Perché gli ascensori si fermano, e da soli li dentro, per ore, non è piacevole stare.
Ma a Corviale sembra leggerlo sulle facciate l’abuso, quell’abuso che va punito, o che forse va protetto: sbarre, sbarre e griglie di protezione ovunque, a racchiudere case, ad impedire passaggi a proteggere improvvisati spazi di sosta. E muri, tirati su alla meno peggio per non passare, per non accedere, per non sostare.
E c’è anche l’abusivo a Corviale. Il quarto piano: quel piano che doveva essere strada. A Corviale la strada che corre ai piedi dell’edificio per un lungo tratto è a quota più bassa e quasi non ha marciapiede. A Corviale si accede dai sottopassi, tra alte mura, o dai ponti pedonali che superano la strada. Non serviva il marciapiede a Corviale: il quarto piano era la strada pedonale di Corviale. Sì, perché Corviale è città, e quindi le strade sono dentro, le piazze sono slarghi tra le case, al quarto piano. E quindi il quarto piano era aperto su 2 fronti, girava aria nella strada di Corviale. Era, appunto. Perché il quarto piano oramai è il piano abusivo, chiuso negli anni da chi una casa non ce l’aveva, neppure a Corviale. Al quarto piano si va accompagnati, al quarto piano si parla piano, ma forse il quarto piano è anche la vita e la speranza di Corviale. Già, perché al quarto piano c’è la scuola della pace, abusiva, al quarto piano c’è una chiesa, nata abusiva anch’essa.

E così si vive a Corviale, tra macerie e rottami, tra cancelli e panchine improvvisate, per la strada senza sapere che fare.

Ma a Corviale qualcosa si muove, nascono nuovi servizi, si formano comitati, associazioni, luoghi di studio e d’incontro, attenzione per nuove culture.
E nasce la dignità, quella dignità che dovrebbe appartenere ad ognuno di noi e che a fatica, col proprio impegno, ognuno cerca ogni giorno di costruire.


P.s.: Corviale è uno dei quartieri più noti della periferia ovest di Roma. Da anni si discute del suo destino, si è anche ipotizzata la sua totale demolizione. Oggi l’aria che si respira nel quartiere è davvero particolare: tanto degrado, dovuto fondamentalmente alla decisione di vendere le case agli affituari, e quindi alla quasi totale interruzione degli interventi di manutenzione. Ma anche un forte impegno degli abitanti per rendere Corviale davvero vivibile: una grande forza, che ha portato alla realizzazione dell’incubatore sociale, che doveva essere una scuola ed oggi è biblioteca, scuola, palestre, luogo d’incontro. A Corviale c’è la sede del Municipio e la presenza dell’amministrazione pubblica comincia a sentirsi. Altre opere sono in corso di realizzazione: impianti sportivi e nuovi edifici destinati a funzioni terziarie.
FZFZ
Bel lavoro Maurizio!
Corviale è un simbolo molto complesso, non solo di una periferia in condizioni assurde, ma anche di una architettura che forse,e ripeto il forse, non è assolutamente adatta all'uomo.
Fortunatamente, comunque, si vede che qualcosa si stà muovendo...certo è che è ancora poco almeno rispetto alle reali esigenze di quei cittadini che abitano lì...
Ancora complimenti comunque!

Ps: avevo pensato anch'io ad un reportage sù Corviale...tuttavia di sera credo sia ancora più impressionante...(tornerò?!? ph34r.gif )


Ciao!

Federico.
Davide_C
Davvero un bel life.
Non conosco il posto, ma la tua minuzionsa descrizione mi ha fatto sentire lì con te Pollice.gif
Davide.
pi.ferr
Ciao Maurizio e complimenti. Non conoscevo Corviale o meglio, lo identificavo in un insieme di, purtroppo, molte "situazioni" simili. Situazioni, questa è la loro fisionomia fino a che, la presa di coscienza, accelerata dal pensiero, le trasforma, nella testa, in realtà. Questa, a mio avviso, è la potenza del tuo LIFE. Un lavoro preciso, intenso, dettagliato; tanto nel testo quanto, nelle ottime (diciamolo pure), fotografie. Un lavoro che riesce a rendere concreto, nella testa di chi lo “consuma”, la realtà di un pensiero. Anzi, del pensiero.

Grazie. Piero Ferrari.
photoflavio
Maurizio,
molto bello questo documento che hai realizzato per noi. L'ho letto e guardato con estremo interesse. Attenzione per i particolari, precise e puntuali informazioni sulla storia di questo quartiere e sull'aspetto sociale. Traspare la tua preparazione sulla materia da alcune tue note e, come in altre discussioni, l'amore per la materia stessa e per la tua città.
Le foto che hai scelto si integrano perfettamente con il testo, particolarmente curato e ricercato nella forma e nell'uso delle parole migliori atte ad esprimere le tue sensazioni e le tue emozioni nei confronti di Corviale.

Spero che voglia essere il primo di una serie di Life, sarebbe molto bello poter essere ancora accompagnati a conoscere parti di Roma meno note dal punto di vista storico ma non per questo meno degne di attenzione.

Bravo Maurizio biggrin.gif

Un caro saluto,
Flavio

havana59
Complimenti Maurizio.
Un Life bello e disincantato, ma ricco di speranza...
D'altronde, c'era chi cantava: "Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior" (vero Valerio? wink.gif ).

Conoscendo la Persona che sei, non mi aspettavo nulla di meno.

Un caro saluto,
giorgiosessa
Bravo Maurizio,
mi hai fatto vedere da dentro una realtà di cui spesso ho sentito parlare e che tante volte ho visto da lontano.

Realtà come quele del Cordiale, purtroppo, sono troppe (vedi le Vele di Napoli), segno che le amministrazioni non voglio imparare dagli errori passati.

E' bello il segno di rinascita e di riscatto che conclude il tuo life.
La speranza che situazioni così degradate possano risorgere dalle proprie ceneri, dimostra quanto può la gente fare da se, senza aspettare i soliti "interventi esterni" che puntualmente, non arrivano mai.

A margine del tuo racconto, complimenti anche per le ottime foto che documentano con eccellenza il racconto.

grazie.gif
stella.degli.angeli
Maurizio smile.gif , hai fatto davvero un ottimo lavoro, anzi io direi un ottimo "reportage" su un quartiere di Roma che io, pur essendo romana, ignoravo completamente... mi ha un po' inquetata, uno di quei posti in cui non andrei sola perchè spaventa... di solito ci spaventa tutto quello che non conosciamo, ma a volte, oltre una parete si nascondono ben altre cose...

Come sai, abito molto vicino ad una "borgata", quella di Primavalle, che si, da un po' ha iniziato la riqualificazione da parte del Comune di Roma e i risultati già iniziano a vedersi... una borgata che si affaccia su San Pietro....fa effetto.... ma conosco bene i disagi che si nascondono dietro, il degrado, ma anche il grande spirito e comunanza di chi vi abita... non c'è ipocrisia dietro le porte, c'è sempre qualcuno disposto a dare una mano, e credo sia così anche lì....

la foto dei portici, è quella che mi ha colpito moltissimo, sembra un tunnel senza fine..... e che rende l'idea della grandezza del palazzo "monocolore"....ma sappiamo bene che dietro l'apparente grigio..si nascondono tutti i colori....quello della gente che ci vive...

bravissimo !! smile.gif
nonnoGG
... la mia analisi, caro nikomiz, coinvolge due livelli emozionali.

... ad altezza d'occhio:
Per non perdermi nelle solite chiacchiere, queste mi hanno colpito particolarmente:
user posted image
... scusa per l'abuso e il "degrado".

... ad altezza di cuore:
Riguardo il significativo appello "disagio e speranza", mi sembra che tu sia riuscito nell'intento di evidenziare con generosità e sensibilità questo gravissimo abuso "totale" imposto alla "Città Eterna" ed ai suoi abitanti, troppo spesso dimenticati.
All'epoca della "realizzazione", ricordo, si scatenò la classica gara tra i maniaci di grandezza ed i soliti "noti": amministratori, politici, urbanisti e progettisti, portaborse e quacquaraquà di turno ... Roma ha bisogno di opere "sociali" significative, dicevano ... memori dei fasti dell'Epoca Imperiale ...
E si tentarono assurdi paragoni con l'opera di Charles-Edouard Janneret ... nickname Le Corbusier, illudendosi che oggi si dicesse di loro qualcosa del genere: "... mentre il razionalismo rinascimentale imponeva planimetrie geometriche, sottoponendo ad esse le esigenze degli abitanti, il razionalismo lecorbusieriano si rivelava 'funzionale', attento a conciliare gusto e novità con le esigenze degli abitanti. L’architettura era per lui "il gioco sapiente rigoroso e magnifico, dei volumi assemblati nella luce", dove lo spirito vitalistico si manifestava attraverso eccessi totalizzanti, composizioni azzardate che sfuggivano ad un’analisi razionale ...".

La tua denucia dimostra chiaramente che Corviale ha forse composizioni azzardate dal punto di vista urbanistico ed architettonico (cioè sulla carta) ma queste non sono sfuggite alla tua affettuosa analisi razionale, mentre per il rispetto delle esigenze degli abitanti ... mi auto-censuro.

Ed è perchè dentro quell'opera mostruosa vive l'Uomo, ma "loro" non lo sanno, anzi non lo hanno mai saputo ... e continuano imperterriti. E noi continuiamo a "Lifare, Lifare, Lifare ..."

Grande, il cuore di Maurizio, meriti un applauso ... ma non trovo la "faccina", per cui ti abbraccio come Romano, Nikonista, Fotografo e ... Uomo. Continua così ... grazie.gif

Luigi
Fabio Capoccia
Un interessantissimo reportage Maurzio... mi piace il taglio che hai dato all'articolo e le foto che ben descrivono ogni aspetto del quartiere.
Un luogo che non conosco ma che grazie a te sono riuscito ad esplorare... purtroppo ogni citta' ha il suo...
click69
... Quando la fotografia può essere qualcosa di più di una "semplice passione".

Ottimo lavoro, Maurizio, ottime le foto che documentano l'abuso non solo urbano ma anche sull'uomo, eh già l'uomo... Questo essere che non dovrebbe mai accontentarsi di sopravvivere, ma pretendere di vivere una vita dignitosa. Ed ecco allora, una volta preso consapevolezza di se stesso, organizzarsi in associazioni per cercare di migliorare ciò che altri hanno tentato di fargli sembrare come una cosa normale, anzi, un favore, un favore per quelle condizioni disagiate che in un paese come il nostro, dove vigono principi di democrazia e di giustizia, non dovrebbero esistere.
Bello Maurizio, molto efficace il messaggio di denuncia che si evince dal tuo life, ma anche il messaggio di speranza in un futuro migliore, speranza che ognuno di noi deve sempre tenere accesa dentro di sè.
Carmine
padrino
Che Mi stavo perdendoooo!!! ohmy.gif
Conosco bene Corviale... Bravissimo Maurizio!!! A parte gli scatti che sono ottimi e molto molto esplicativi, Mi è piaciuto il modo di raccontarli e di raccontare un quartiere che c'è, che vive e che, a volte, fa paura... Sei entrato "dentro" Corviale... CI hai raccontato l'esterno per poi studiarne l'"interno"... Il cuore... La vita che c'è... E speriamo che possa tornare il sereno...
__Claudio__
Questo è il reportage. Potrei fermarmi qui nel commentare questo Life tanto è evidente il valore che un servizio così approfondito, così puntiglioso, così coinvolgente, ha.

Maurizio è davvero una persona speciale, che ha scelto di usare la potenza che, un mezzo come quello fotografico, può avere se messo nelle mani giuste.

Servirebbe soffermarsi sulla forza che esprimono alcune sue foto? Avrebbe un senso discutere se le immagini mostrate siano al servizio dell'informazione? Potrebbe sembrare inutile, tanto è chiara e palese la realtà ripresa. Credo invece che potrebbe essere utile pensare al servizio che ha reso un reportage di così tanto spessore, sia alla conoscenza di certe (troppe) realtà, sia all'uso stesso della Fotografia (il maiuscolo è puramente Voluto).

grazie.gif Maurizio, grazie per aver portato una ventata di Grande Fotografia al servizio della comunità. wink.gif
PAS
Conosco poco la Roma periferica e non conoscevo Corviale, anche se scorrendo il tuo Life ritrovo molto dei quartieri decentrati delle grandi città, vittime di politiche urbanistiche dissennate fatte sulla pelle di chi ci abita.
E chi ci abita spesso si rassegna al degrado, ma altre volte cerca di recuperare diritti e dignità rimboccandosi le maniche e partecipando.
Maurizio un bel documento di denuncia e speranza che dovrebbe trovare spazio anche sulla stampa locale.
miz
Ringrazio tutti per le parole e i commenti che avete voluto spendere per il mio Life.

E' un reportage, è vero. Ho pensato molto prima di decidere se postarlo qui, o in un'altra sezione. Poi ho deciso che questo era il luogo più adatto: ho passato una mattina intera a Corviale, in occasione di un workshop organizzato per un'università americana. Ci sono andato con gli occhi di un architetto, pensando di portare a casa un contributo di conoscenza necessario alla mia professione. Ma a casa invece ci sono tornato angosciato e perplesso, carico di dubbi, ma sicuramente arricchito per essere entrato in contatto con alcuni abitanti del quartiere e con alcuni responsabili del Comune di Roma; persone che da anni lottano per migliorare la qualità della vita nella più discussa periferia romana.

E quindi l'ho messo qui, a raccontare la realtà che alcune persone vivono ogni giorno, ma anche a raccontare le emozioni che io stesso ho provato in una mattina nella periferia romana.

Uno stimolo a pensare, come sempre quando un'emozione forte si impossessa di noi.
Giuseppe78
Maurizio,
sai quanto io tenga a questo tuo lavoro per una serie di motivi e non ultimo il fatto che Corviale è al centro della mia attenzione fotografica (e non) da tanto tanto tempo. Io vivo lì a due passi dal "Serpentone", ho frequentato Corviale a continuo a farlo perchè molti miei (ormai ex) compagni e ora ancora amici, di scuola abitano là...Mi è piaciuto il tuo lavoro perchè è carico di speranza e di forza e non è solo abbandono e disperazione. Ed è questa la sensazione che si prova conoscendo a fondo la gente che ci abita: la speranza mai morta di un domani più luminoso e la forza delle persone che ogni giorno "resistono".
Fotograficamente parlando non ho nulla da dire, parlano le tua parole e le tue immagini. Claudio ha colto in pieno il tutto: questo è il vero reportage.

Grazie Mauri...lo sai che il mio lavoro su Corviale continua e continuerà, mi farebbe piacere poter qualche volta condividerlo con te sul campo.

Ad Maiora.

wink.gif G.
miz
Giuseppe, aspettavo il tuo commento. Sei stato il primo a sapere che avevo in mente di fare questo Life, e parlando con te ho avuto conferma sulle sensazioni che ho provato girando per il quartiere.
Il tuo lungo lavoro su Corviale porterà di certo ad una visione più ampia delle problematiche e delle speranze del luogo, e lo aspetto con ansia.
Ci sarà inoltre modo di di girare insieme, ne sarei più che felice.

Grazie di cuore
albertofurlan

Ciao Maurizio.

Conosco bene il quartiere in questione e ho alcuni amici che "vivono" li.

E' opinione comune, anzi, MOLTO comune che chi abita li è un avanzo di galera oppure uu personaggio poco raccomandabile.

Ma non è sempre cosi.
Perchè mi è capitato spesso di essere invitato da loro, e devo dire che sono (almeno quelli che conosco), tutte persone splendide. E sarebbe veramente troppo bello se le cose cambiassero. Ovvero se si riuscisse a cambiare quel quartire.

Si è costruito un nuovo centro commerciale, ed è sicuramente qualcosa, ma è ancora troppo poco.

Noto con piacere che hai una "sensibilità" particolare verso queste cose (mi ricordo anche una tua discussione sull'utilità degli argini del Tevere ndr). Poi vedo questi tuoi BELLISSIMI life, e non posso far altro che dirti CONTUA COSI'.

Bravissimo.
guru.gif

Alberto.

Knight
Complimenti Maurizio, veramente un bel reportage.

Conosco Corviale per esserci passato vicino qualche volta e per averne sentito parlare tante volte (troppe?) al tg.

L'impressione, evidentemente superficiale, che me ne ero fatto era di un obbrobbrio architettonico abitato da rifiuti umani.

Mai e poi mai avrei pensato che qualcuno avrebbe potuto tirar fuori di lì ottime foto e, soprattutto, un life emozionante, coinvolgente, ma al tempo stesso oggettivo e quasi documentaristico.

Veramente bravo guru.gif !

Buone foto

Fabrizio
Mezzumione
Maurizio, soltanto adesso ho avuto modo di guardare il tuo "reportage".
Ho sempre avuto un pò di diffidenza a vedere quello che a Roma chiamano il "serpentone", ma tu cogli come sempre con la tua sensibilità uno spaccato della nostra amata odiata città.
Vai avanti cosi.
Un saluto
miz
Grazie a Alberto, Fabrizio e Massimo. Ma ancora grazie a tutti gli altri, Davide, Alessia, Claudio, Giuseppe, Flavio, Federico, Carmine, Piero, Roberto, Nonno Gigi, Giorgio, Fabio, Giuseppe...
Vi nomino tutti, perchè sono felice delle parole che avete speso, e delle emozioni che ancora mi avete fatto provare stamattina, rileggendo tutto il post.

Grazie smile.gif
ciro207
Ieri ero stanco e non ho avuto coraggio biggrin.gif di leggerlo tutto. Stamattina fresco e riposato l'ho letto con piacere. La cosa che ti da una marcia in più sono secondo me le inquadrature che (forse per il tuo lavoro) sono sempre ottime, scegliendo punti di fuga che rendono alla perfezione l'atmosfera del posto.

Le parole si legano molto molto bene, l'utilizzo di parole adatte ed esatte legano benissimo con gli scatti.

I miei complimenti per un gran bel lavoro.
PS: Mi pare di esserci stato una volta in quel quartiere per delle gare, ma onestamente non mi ricordo granchè del posto. Anche questo sarà un segno? hmmm.gif
Franco_
Bravo Maurizio.
Non conosco Corviale; adesso, dopo aver visto le tue foto, penso di essermi fatto un'idea piuttosto precisa.
Roma non è solo la splendida città che tutti conoscono, è anche una città con molte contraddizioni, con quartieri nati come funghi senza alcun piano regolatore ed altri, come Corviale, studiati a tavolino mad.gif .
Trovo che la cosa più bella sia il messaggio di speranza e risanamento che trasuda dalle tue parole e dalle immagini che hai postato.
Marco Cocceio Nerva
un grande reportage, immagini e parole descrivono molto bene un quartiere, che non conosco, ma grazie a te adesso si. sulle conclusioni ottimistiche non sono molto d'accordo, per come la vedo io, ho le cose peggiorano o rimangono stazionarie, ma sono un pessimista.
Complimenti! ciao Marco
cratty
NOn conosco Corviale....... ma ora grazie a te e alle tue foto ci sono stato anche io.
guru.gif
Saluti
walter55
Caro Maurizio,
riesco a trovare un po' di minuti, finalmente, per un commento che volevo fare da tempo, anche se ripeterò diverse cose che altri hanno già detto:

Ciò che mi piace del tuo Life:
la forma espositiva che racchiude in un solo post sia la parte scritta che le immagini, consentendo un approccio coerente ed organico ai contenuti del life;
lo stile giornalistico onesto che non si affida all'enfasi o ai sociologismi fini a se stessi;
la capacità di trasmettere, con competenza professionale (da architetto) gli aspetti fondamentali dello "spazio": linee e volumi;
la tecnica fotografica asciutta del reportage, e in tal senso il b&w ci sta tutto;
e soprattutto la passione dell'uomo che guarda il mondo ponendo a riferimento le persone prima di ogni altra cosa, e che è in grado di cogliere e trasmettere con onestà e disincanto le contraddizioni, positive e negative, del vivere civile.

Cosa non mi piace:
nulla

Complimenti.
Walter

P.S.
un p.s. che nulla toglie alla qualità del lavoro e alla condivisibilità dei suoi contenuti: sono convinto che a Roma ci sono tanti che darebbero chissà cosa per abitare al Corviale.
miz
Grazie ancora a tutti. Non me la sento di rispondervi personalmente, anche perchè forse andrei ben oltre lo scopo di questo spazio, che è e resta un luogo dove trasmettere emozioni.
Oltretutto le vostre parole completano in modo egregio la trasmissione di un'idea che io volevo trasmettere e che ho cercato di evidenziare: il disagio del vivere in un luogo non a misura d'uomo, e la forza e la speranza di chi, suo malgrado, è costretto a viverci.

Una sola risposta personalizzata a Walter: è vero, a Roma (ma non solo) esistono migliaia di persone che darebbero chissà che cosa per poter avere una casa a Corviale, e questo rafforza una parte del mio discorso: è compito nostro, come progettisti, e delle amministrazioni pubbliche far si che i luoghi dell'abitare abbiano una dignità umana. C'è gente che sogna una casa da anni, ma l'urgenza non giustifica la scarsa qualità, il degrado, l'abbandono.
E' un impegno difficile, ma una tensione verso che mai mi abbandonerà.
walter55
QUOTE(nikomiz @ Jan 27 2006, 01:27 PM)

E' un impegno difficile, ma una tensione verso che mai mi abbandonerà.
*



Pollice.gif (....qundi ci vuole, ci vuole!)
Francesco T
QUOTE(nikomiz @ Jan 26 2006, 12:41 AM)
Perché a Corviale si è abusato in sperimentazione: un unico edificio, lungo quasi un chilometro e alto più di 30 metri.


Ovviamente questo Life mi piace.
Trattando un arogmento che a me interessa, nella sua forma generale, così come in quella particolare.
Le somiglianze tra Corviale ed altri esempi moderni di urbanistica, porterebbero a numerose citazioni. Soprattutto quando tutta l' architettura sociale di un certo periodo, pensava che l' obiettivo primario era dare una casa a tutti. Non come, non dove, ma una casa per tutti.

Tuttavia, mi vengono alla mente altri esempi celebri di simili - architettonicamente - costruzioni.
Uno lontano nello spazio e nel tempo: il progetto Prora voluto da Hitler, nell'isola di Ruegen, Mar Baltico, Germania. Iniziato e non finito a cavallo tra gli anni 20 e 30 del 1900.
Il secondo più vicino a noi. Il complesso "Granili", voluto da Ferdinando IV e realizzato da Ferdinando Fuga, nel 1779. Il complesso fu poi demolito dopo la seconda guerra mondiale.

Come a dire, non necessariamente una buona idea si trasforma in una felice realizzazione.

Bel lavoro Maurizio.
Saluti
Francesco





Giorgio Baruffi
QUOTE(nikomiz @ Jan 27 2006, 01:27 PM)
il disagio del vivere in un luogo non a misura d'uomo, e la forza e la speranza di chi, suo malgrado, è costretto a viverci.




ci sei riuscito in maniera drammaticamente splendida, complimenti Maurizio, davvero tanti tanti complimenti, un Life da vedere e rivedere, da tenere a mente (e non è difficile, anzi...)
ConteMaxS
Quanto sono stupido.
A quali pensieri miseri mi sono abbandonato.
Si Maurizio, è la verità, dopo aver letto con molta considerazione questo life, la prima cosa che ho provato è stata una sensazione di soddisfazione, dettata esclusivamente dalla mia idiozia: allora non solo Napoli ha quelle periferie squallide.
E che facciamo? Mal comune mezzo gaudio?
No, non va bene, non faccio altro che aggiungere cattiveria ad altra cattiveria.
Questo ci mostri no? La cattiveria dell' Uomo verso i suoi simili.

Amo i reportage, specie quando denunciano, la fotografia assume un valore altissimo, e come ha detto il prof. Orlando non c'è altro da aggiungere.
margior
Mi piace molto questo life perché è alla ricerca di un equilibrio difficile, tra domande senza risposte scontate.

Corviale, come probabilmente altre decine di simili "casi" italiani, è stato progettato con una logica...e poi sostanzialmente costruito un po' così, non finito e quindi lasciato ad un destino di degrado.

Può essere che nell'idea iniziale ci fosse un vizio concettuale che oggi siamo portati a vedere, ma...

La soluzione è dovuta anche se prezzo pagato e costo da pagare (e non mi riferisco solo a prezzi e costi materiali) sono stati e saranno alti.
la.deda
Bravo Maurizio, ottimo social life.
non conoscevo questa situazione e chi la porta a conoscenza di altri in maniera cosi esplicita e attenta merita la mia stima e un applauso guru.gif

grazie.gif

Davide
Michele Festa
la tua descrizione è sapientemente esplicativa, ma è la fotografia che la rende vera, viva, attuale e soprattutto ammirevole!

Un gran bel lavoro Maurizio! Pollice.gif Pollice.gif Pollice.gif

Un caro saluto


Michele
ClaudioGambelli
Live bello ed intenso.
Conosco la tua sensibilità e peercepisco appieno le tue emozioni, che mi hai trasmesso in manira coinvolgente.
Bravo davvero.
Sono contento di poterti frequentare al circolo, sei una persona positiva.
Claudio
Forty
Complimenti Maurizio.
Vedo ora il tuo reportage e da romano posso solo esprimerti il mio orgoglio nel vedere con quale oggettività e con quanto cuore hai trattato questo delicato argomento.

Potresti inviarlo in Comune, magari qualcuno potrebbe ricordarsi che la grandezza di Roma si esprime anche da come gli abitanti ci vivono... lo so, sono un illuso.

Grande Maurizio Pollice.gif

Antonio
Pegaso
QUOTE(nikomiz @ Jan 26 2006, 01:41 AM)
Roma e la sua periferia, quelle borgate di cui sempre meno si parla, ma dove, in verità, da qualche anno qualcosa si muove.
*


Sono arrivato in fondo e sono tornato all'inizio.

Purtroppo quel tipo di problemi non è solo di Roma.
La speranza è che qualcosa si muova anche nelle altre città, che si trovi la volontà di fare ma soprattutto la possibilità di agire.

Bel lavoro, complimenti Pollice.gif

Angelo
miz
Ancora grazie a tutti. Come già detto i vostri commenti completano e allargano le problematiche che ho mostrato.
Carissimo Massimo, secondo me non si tratta di cattiveria: devo essere sincero? lo sarò. Perchè non ci si rende conto prima che un'operazione edilizia, specie se relativa al sociale, può compromettere la vita di chi vivrà quegli spazi? Secondo me perchè molto spesso chi ha la possibilità di decidere ha una visione della vita, e un carico di esperienze, limitata alla sua cultura e al suo stile di vita. Ti sei mai chiesto quante persone esistono che non hanno idea di cosa voglia dire vivere in un condominio? Provaci, e prova a chiedere... Ehi, ho apprezzato molto il tuo intervento, lo sai, non serve che lo specifichi. wink.gif
ConteMaxS
QUOTE(nikomiz @ Jan 28 2006, 01:56 PM)
Ancora grazie a tutti. Come già detto i vostri commenti completano e allargano le problematiche che ho mostrato.
Carissimo Massimo, secondo me non si tratta di cattiveria: devo essere sincero? lo sarò. Perchè non ci si rende conto prima che un'operazione edilizia, specie se relativa al sociale, può compromettere la vita di chi vivrà quegli spazi? Secondo me perchè molto spesso chi ha la possibilità di decidere ha una visione della vita, e un carico di esperienze, limitata alla sua cultura e al suo stile di vita. Ti sei mai chiesto quante persone esistono che non hanno idea di cosa voglia dire vivere in un condominio? Provaci, e prova a chiedere... Ehi, ho apprezzato molto il tuo intervento, lo sai, non serve che lo specifichi.  wink.gif
*



Chiaro, molto chiaro.
Grazie.

Francesco T
QUOTE(nikomiz @ Jan 28 2006, 01:56 PM)
...
Carissimo Massimo, secondo me non si tratta di cattiveria: devo essere sincero? lo sarò. Perchè non ci si rende conto prima che un'operazione edilizia, specie se relativa al sociale, può compromettere la vita di chi vivrà quegli spazi? Secondo me perchè molto spesso chi ha la possibilità di decidere ha una visione della vita, e un carico di esperienze, limitata alla sua cultura e al suo stile di vita. Ti sei mai chiesto quante persone esistono che non hanno idea di cosa voglia dire vivere in un condominio? Provaci, e prova a chiedere... Ehi, ho apprezzato molto il tuo intervento, lo sai, non serve che lo specifichi.  wink.gif
*



Maurizio, nel lavoro "La città involontaria", per una foto postata, ho utilizzato quest' aforisma, di Hesse:
Penso spesso che se tutte le case e le strade avessero un aspetto gradevole e ordinato e nobile, la gente sarebbe necessariamente gentile e amabile.

Che in un qualche modo si collega al tuo pensiero. Tuttavia, è un equazione "bella casa = bella gente", che ha anche tante sfumature diverse. Basta farsi appunto un giro in certe zone della nostra provincia. Oppure, basterebbe vedere in quali condizioni versano oggi edifici di edilizia residenziale realizzati per privati alla fine degli anni 80, e consegnati ad alcune famiglie terremotate, non appena terminate.
Eppure quegli edifici erano state realizzati per un pubblico diverso.

Saluti
Francesco



borgunto
c'è una colonna sonora per questo tuo bel reportage. E' la canzone "Eclissi di periferia" di Max Gazzè, dedicata proprio a Corviale. Eccone le parole:

Sotto i baffi del quartiere popolare
l'astronave ha un sorriso
di panni ancora stesi
s'intrattiene sulla collina
prima del decollo
accensione motori
e qualcuno si gira a vedere
Corviale che prende Il volo
e si tiene il cappello con le mani
accanto a una donna
che prega l'eclissi di periferia

Cadono dal cielo pezzi di fondamenta e
un bambino si commuove guardando
sotto un nido di formiche conosciute
e dalle finestre i fazzoletti
come in crociera agitano saluti

C'è chi abbandona i pacchi della spesa
per portare in braccio lo stupore
e la paura di

Corviale che prende il volo
e si tiene il cappello con le mani
accanto a una donna
che prega l'eclissi di periferia

Rumore assordante rimbalza fra i palazzi
e gli abitanti come un grande cerchio
parcheggiano macchine sui marciapiedi
e mangiano i cellulari
ancora per pochi secondi il serpente
sbuffa sospeso poi punta ai Parioli

Corviale che prende il volo
e si tiene il cappello con le mani
accanto a una donna
che prega l'eclissi di periferia
__Claudio__
QUOTE(nikomiz @ Jan 28 2006, 01:56 PM)
.......... Perchè non ci si rende conto prima che un'operazione edilizia, specie se relativa al sociale, può compromettere la vita di chi vivrà quegli spazi? Secondo me perchè molto spesso chi ha la possibilità di decidere ha una visione della vita, e un carico di esperienze, limitata alla sua cultura e al suo stile di vita. Ti sei mai chiesto quante persone esistono che non hanno idea di cosa voglia dire vivere in un condominio? Provaci, e prova a chiedere... .........


Capisco la tua "voglia" di defilarti, Maurizio smile.gif . Contremporaneamernte però chi incappa (il termine è puramente voluto) in UN LIFE di questo spessore non può, anche volendo, non esprimere ciò che il Life stesso ha provocato in lui, di qui tutte le considerazioni che sono state fatte e che spero continueranno.
Con un pizzico di polemica, che purtroppo e nonostante tutto, mi accompagna da sempre, mi piacerebbe che le pagine a commento di quest'Opera si moltiplicassero quasi come quelle in cui si disquisisce della risolvenza degli obiettivi ai bordi estremi. Lo so, è pura retorica, ma la speranza che dalle pagine di questo Forum fuoriesca altro che puro e semplice tecnicismo, continua a non abbandonarmi. Chiusa parentesi, accapo.

Per tornare a cose più serie, vorrei solo dire che mi piacerebbe davvero che quel che muove la scelta di questi orrori edilizi sia solo "inconsapevolezza". Purtroppo credo non sia così. Dietro certe scelte, quella di Corviale non è la sola e neanche l'ultima purtroppo qui a Roma, c'è il disinteresse più completo e cosciente di quanto si va perpetrando. Interessi privati in opere pubbliche, scelte coscienti e di conseguenza coerenti, nella volontà ghettizzante dei diversi e degli esclusi. Pervicacia nel non voler spandere su tutto il territorio cittadino realtà scomode ai più, formula che avrebbe conseguenze ben diverse se attuata, evitando i ghetti precostituiti.
Sto da mesi preparando un reportage non dico simile, sarebbe impossibile per le mie capacità, ma comunque steso sullo stesso argomento, su un'altra realtà che rasenta ormai (o dovrebbe rasentare) gli incubi più profondi di un qualsiasi amministratore, per mostrare a chi ne ha voglia, che non basta certo l'inaugurazione di una piazza o di un teatro, lasciato dopo le prime serate in balia di chiunque, a far sentire a chi ci vive, la presenza delle autorità cittadine.
Perdonerai la mia innata vis polemica su argomenti anche non pertinenti ma così sono e nonostante tutto, talvolta non riesco proprio a star zitto cerotto.gif
ConteMaxS
Ehhhh, m'avete messo un poco in crisi......
Bruno L
Bellissimo ed importante nella discussione questo thread. Un ottimo reportage, realizzato con competenza ed emozione, foto che presentano drammaticamente il tema cruciale delle periferie. Non conosco Corviale, ma quante scene ho riconosciuto, viste anche qui a Napoli e non ho potuto fare a meno di pensare ai quartieri di Scampia e alle Vele, le colossali ”ziqqurat” considerate all'epoca architetuttura della modernità, della sperimentazione e oggi abbattute; ne resta in piedi ancora qualcuna, relitto scampato al naufragio di un utopia.
Nikomiz, complimenti per l'ottimo reportage, motivo di riflessione oltre che di ottima fotografia, grazie a tutti per le interessanti pagine di discussione.

saluti
Bruno

margior
Non credo che quando Mario Fiorentino ha progettato Corviale lo abbia fatto con incoscienza, nel senso di mancanza di coscienza.
Così come non credo che qualche responsabilità del degrado possa essere attribuita agli abitanti.

Piuttosto le responsabilità pesanti sono della italica non-amministrazione pubblica.
Che ha impiegato anni per realizzare e non finire il progetto, lo ha trasformato in ghetto e lo ha abbandonato.

Oppure dobbiamo ipotizzare che nei primi anni Settanta Fiorentino fosse "preveggente"?

Poi certamente si può discutere il senso di queste tipologie progettuali, che peraltro annoverano padri e antenati assai illustri e sèguiti contemporanei e futuri. E soprattutto si può discutere la leggerezza con cui talvolta vengono inseriti (o come per Corviale, ricontestualizzati) in contesti assolutamente impropri.

Ma rimane il fatto che, spiace dirlo, le responsabilità più gravi sono di chi male amministra i beni pubblici.
miz
Ed eccoci al nodo. Non ho voluto approfondire il discorso prima, perchè, avevo detto, volevo che l'emozione provata quella mattima prendesse il soppravvento su questioni di politica urbana, nonostante, queste ultime, siano il mio pane quotidiano.
Ok, mi ci butto dentro: Mario Fiorentino, grandissimo architetto, persona di cultura spropositata, direi, come era di moda fino a qualche tempo fa, illuminato della cultura architettonica italiana. Cosa ha fatta Mario Fiorentino quando ha deciso di progettare Corviale in quel modo? Ha sperimentato. E cosa sperimentava? L'unità orizzontale, quella preconizzata e realizzata (a Marsiglia) da Le Corbusier, come ricordato dall'ottimo nonno gigi poco più su. E allora? Le Corbusier è il padre del razionalismo, e delle sue evoluzioni successive. Ha realizzato le più belle pagine di architettura del 900. Ma allora dov'è l'errore? L'errore è culturale. Provate a prendere 1500 contadini, dategli un lavoro, e una casa in una qualsiasi periferia d'Italia. Cosa succederebbe? Ma per non fare falsa retorica... prendete 1500 abitanti di una grande città, portateli in a vivere in centinaia di borghi rurali, lontani da qualsiasi cinema, teatro, bar, ristorante...
Cosa ne vien fuori? DISAGIO innanzitutto!!! Perchè? Perchè non c'è radicamento. A mio giudizio l'architettura è radicamento, e intendo dire che ogni edificio dovrebbe innanzitutto confrontarsi con il contesto in cui viene calata, e poi con le personalità delle persone che dovranno viverla. Perchè Corviale non è radicata' Perchè inserita in un non-contesto, fuori da ogni logica progammatoria, e completamente, quando pensata e progettata, isolata dalla città a cui doveva appartenere. E' questo il baco di Corviale. Ed è lo stesso baco di tutte le periferie del mondo, abusive e non.
Poi certo, le amministrazioni pubbliche non fanno mai il loro dovere fino in fondo: non realizzano i servizi, non fanno manutenzione, non si interessano dei problemi primari che quelle persone vivono ogni giorno sulla loro pelle. Tutto vero. Ma il problema di fondo è di natura programmatico-urbanistica. Un bravo progettista sa, o dovrebbe sapere, come uno spazio sarà vissuto. Un pessimo progettista pensa che l'uomo ha una gran capacità di adattamento, e quindi si permette di abusare in nome della sperimentazione. O peggio: il pessimo progettista pensa di possedere conoscenze tali da poter cambiare il mondo. Lui decide come la gente dovrà vivere, tutto il resto è retorica popolare...

E il discorso si fa complicato...

scusatemi
angeletto
Grazie per questo bellissimo life... smile.gif
nisex
sono sempre più fermamente convinto che questi tipi di studi hanno sempre un valore aggiunto. è più difficile affrontare certi discorsi sottolineando le brutture attraverso belle immagini. nic
ConteMaxS
Allora Maurizio, provo a dirti come la penso, dal basso della mia incompetenza.
Va bene, si tratta di progettazione sbagliata e poco attenta alle esigenze dell' Uomo. Capisco e condivido, ma fino ad un certo punto, ovvero, non posso e non voglio sempre assolvere i responsabili di tali mostruosità, pensando sempre alla buona fede che ha mosso le scelte progettuali.
Ad un certo punto questo ragionamento non mi sta più bene.
Il danno ormai è fatto e chi ne paga le conseguenze non è certo il progettista o il grande genio dell' architettura.
Ma il Centro Direzionale di Napoli lo hai mai visto?
Penso che essendo tu del mestiere, ricorderai quanti gargarismi si sono fatti gli amministratori, intellettuali e architetti: il GRANDE PROGETTO DI KENZO TANGE.
Senti, una cosa più brutta e invivibile di quella proprio non poteva pensarla l' amico Nipponico, ma si è reso conto del contesto?
Attenzione, non sto dicendo che perchè siamo a Napoli dobbiamo costruire per forza chissà quale tipo di strutture.
Quindi, cosa voglio dire, che non sono per niente obbligato a pensare che una cosa è buna perchè l' ha pensata uno ritenuto grande, né tanto meno, io, cittadino devo farmi carico di comprendere la buona fede del genio.
Ci venissero a vivere loro nelle case di Scampia.
Poi c'è il discorso delle amministrazioni pubbliche che non fanno il loro dovere, e questa non è cattiveria? Tu mi dici che non è cattiveria?
Secondo me lo è.
Altrimenti come me lo spieghi che per costruire le pareti divisorie delle case popolari di Monteruscello, periferia di Napoli, sono stati utilizzati pannelli di cartongesso?
Io me lo spiego col fatto che in questo modo c'è stato un enorme risparmio sul costo dei materiali e qualcuno ha fatto la cresta.
Ma questi per molti sono luoghi comuni, vero? Polemiche ideologiche, giusto?
Tutto questo è un reato contro l' Umanità, altro che cattiveria.


Sai che ti dico Maurizio, che la verità, sta nel fatto che chi ci amministra, e parlo in assoluto, non di fatti riconducibili a particolari momenti, ne tantomeno all' attuale situazione Italiana, ritiene che la massa è stupida, che la delega ricevuta col voto li autorizza a fare ciò che vuole: statevi nei vostri ghetti come tante bestioline e lasciateci in pace.
Lo stesso vale per questi geni della scienza: voi siete il popolo noi sono le divinità.
Vorrei vedere loro dove vivono.

Ma non sarebbe una grande cosa quella di sottoporre al voto democratico dei cittadini l' idea di un progetto?
Difficile?
No per niente, ma fa paura a troppi, ne sono certo.
miz
QUOTE(ConteMaxS @ Jan 29 2006, 12:35 PM)

[...]
Ma questi per molti sono luoghi comuni, vero? Polemiche ideologiche, giusto?
Tutto questo è un reato contro l' Umanità, altro che cattiveria.
Sai che ti dico Maurizio, che la verità, sta nel fatto che chi ci amministra, e parlo in assoluto, non di fatti riconducibili a particolari momenti, ne tantomeno all' attuale situazione Italiana, ritiene che la massa è stupida, che la delega ricevuta col voto li autorizza a fare ciò che vuole: statevi nei vostri ghetti come tante bestioline e lasciateci in pace.
Lo stesso vale per questi geni della scienza: voi siete il popolo noi sono le divinità.
Vorrei vedere loro dove vivono.

Ma non sarebbe una grande cosa quella di sottoporre al voto democratico dei cittadini l' idea di un progetto?
Difficile?
No per niente, ma fa paura a troppi, ne sono certo.
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Caro Max, ho tenuto questo pezzo del tuo intervento proprio perchè è ESATTAMENTE quello che penso anch'io!!! Quando dicevo sperimentare sulla pelle di chi vivrà intendevo questo. Quando parlavo di questione culturale intendevo questo. Ho parlato di radicamento, intendendo con questo la capacità del progettista di calarsi nell'ambito in cui deve intervenire, capire i problemi, sentirne gli umori, appropriarsi delle esigenze della gente. E quando ho parlato di Mario Fiorentino come illuminato della cultura architettonica italiana, intendevo dire proprio che tale illuminazione è qualcosa di troppo simile alla divinizzazione del genio (o peggio, all'arroganza che la cultura può indurre), tanto da infischiarsene di quelle che sono le esigenze di chi vivrà gli spazi da lui pensati.
Ed ho detto che non si tratta di cattiveria, è vero, ma solo perchè io non considero cattiveria l'incapacità di prevedere come una scelta possa interferire pesantemente con la vita delle persone, Sarò ancora più duro se possibile: non è cattiveria è ignoranza, di quelle più becere, l'ignoranza di chi (ancora dall'alto della sua cattedra culturale) decide, in virtù delle sue ipotetiche capacità di scelta, che La Soluzione è quella, perchè così gli ha detto il grande tecnologo di turno, o il grande illuminato del momento.
Insomma Max, nel mondo sono sempre esistiti i Maestri, ma esistono maestri che costruiscono cultura tra la gente, esistono maestri che la cultura l'impongono come una fede. E di quest'ultimi ne farei volentieri a meno.
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