GLI OCCHIALI DI BABBO NATALE
Non dormiamo dunque come gli altri, ma restiamo svegli"I Tess. 5,6
La piccola Giulia era piuttosto agitata perché si era già ai primi giorni di Dicembre e non era ancora riuscita a mettersi in contatto con Babbo Natale per comunicargli la lista dei regali che desiderava.
Aveva abbandonato l'idea di scrivere la solita letterina perché l'anno prima c'era stato un disguido e non era arrivato quello che lei si aspettava; colpa della posta, come sempre, o forse qualcuno aveva fatto un sabotaggio. Allora, adesso, aveva inviato un "messaggino" col cellulare di sua sorella al "Vecchietto", con preghiera di rispondere subito, subitissimo. Ma il messaggio sembrava si fosse perso nell'aria e lei non era molto sicura che il numero, consigliato da quell'incosciente di sua sorella, fosse quello giusto.
Proprio perché aveva questa preoccupazione, una notte sognò Babbo Natale. Un Babbo Natale un po' dimesso, senza renne e senza slitta, col vestito rosso sbiadito, gli stivali consumati, ma sempre con la sua bella barba bianca. E cosa le disse? Le disse:
- Cara Giulia, sono venuto ad informarti che non ho un cellulare, non è roba adatta ai vecchi come me, non ci capisco nulla e poi non vedo neppure i numeri perché sono troppo piccoli. Ma la tua richiesta mi è arrivata lo stesso perché io ricevo i pensieri e tu mi hai pensato molto in questi giorni. Ho deciso perciò di risponderti in sogno perché lo trovo un sistema pratico e poco costoso. C'è una novità che temo non ti piaccia molto: quest'anno ho deciso che, invece di portare regali, verrò a prenderli. Certamente, lì dove li trovo. Un mio amico, che forse conoscerai perché è famoso e si chiama Robin Hood, mi ha consigliato di fare una distribuzione giusta: prendere a chi ha, per dare a chi non ha. E, se vedo bene, la tua camera è piena zeppa di giocattoli, per cui mi sembra giusto portartene via un po'.
Sentendo questo discorso, Giulia si rannuvolò e cominciò a borbottare:
- Bella giustizia! A me sembra piuttosto un brutto scherzo... Come sarebbe? Io voglio i balocchi e tu, non solo non mi dai nulla, ma me li porti pure via... Allora vuol dire che sei diventato cattivo! Allora mi rivolgerò alla Befana...
- Niente da fare, carina, la Befana è d'accordo con me. Anche lei quest'anno userà il mio sistema, ci siamo messi in società. Piuttosto voglio dirti una cosa: mi dispiace proprio di sentirti protestare, credevo che tu fossi una bambina "sveglia" e invece mi accorgo che sei una bambina "addormentata". Peccato!
- Come sarebbe a dire "addormentata"? - chiese Giulia, stizzita.
- Sarebbe a dire che a furia di pensare a te stessa e ripetere: Io, io, io... alla fine questo diventa una ninna nanna che ti addormenta. E' l'ora di svegliarti e cambiare musica. Ripensandoci bene, la notte di Natale un regalo a sorpresa te lo voglio lasciare e spero proprio che possa servirti.
E, dopo queste parole misteriose, Babbo Natale sparì e Giulia si svegliò un po'intontita e di cattivo umore. Poi andò a scuola di corsa perché aveva fatto tardi e nella giornata successero tante di quelle cose belle e brutte che il pensiero di Babbo Natale fu dimenticato.
La mattina di Natale, quando Giulia aprì gli occhi, vide subito che gli scaffali della sua camera erano mezzi vuoti ed i peluches ed altri giochi avevano preso il volo. Ma sul suo letto c'era un pacchettino avvolto in una bella carta dorata. Si precipitò ad aprirlo e vide un paio di occhiali con un bigliettino su cui c'era scritto: Occhiali per bambini svegli: servono per vedere e per sentire. Tanti auguri da Babbo Natale.
"Che sciocchezza, degli occhiali per vedere, lo capisco, ma per sentire... Questo Babbo Natale deve essere rimbecillito." Però, se li infilò e corse alla finestra. E vide il mondo, quel mondo che ancora non aveva mai visto, quello che cominciava al di là della sua casa: tante case e baracche e capanne sempre più lontane, a perdita d'occhio e dentro tanti bambini che abbracciavano i suoi peluches e giocavano felici con i suoi vecchi balocchi, anche con quelli che lei aveva dimenticato sugli scaffali perché aveva desiderato di avere sempre qualcosa di nuovo.
Poi si accorse che da quegli occhiali le arrivavano alle orecchie dei suoni leggeri di campanello.
Rimase incerta, senza capire, finché non sentì una voce (fuori o dentro di lei?) che le diceva: "Questi sono i campanelli di allarme che ti raggiungono soltanto se hai questi occhiali speciali che ti svegliano. C'è il campanello del bambino che a scuola tutti prendono in giro e lasciano solo, c'è il campanello del compagno malato che ha bisogno di una tua visitina, c'è il campanello della bambina che è timida ma vorrebbe far amicizia con te e -più in là i campanelli di tanta tanta gente- piccola e grande- che si sente sola ed infelice ed ha bisogno di aiuto ma non ha il coraggio di parlare. Puoi rinchiuderti nel tuo bozzolo per non vedere e non sentire, oppure puoi svegliarti ed ascoltare questi silenziosi campanelli e andare incontro a loro..."
Allora Giulia aprì la finestra e gridò:
- Buon Natale a tutti!
E tutti i campanelli insieme si misero a suonare una bella canzone di Natale.
Nicoletta Martiri Lapi