Come in un mucchio di altri posti, del resto.
Ma questa regione, non so perchè, mi ha sempre affascinato molto.
Dopo un anno bello, ma molto difficile, mia moglie Antonella ha ripreso i contatti con i suoi amici "trapiantati" là da Milano ormai da 20 anni, che gestiscono un agriturismo ad un paio di chilometri da Assisi: così in Agosto finalmente siamo arrivati là coi miei tre figli, per una settimana di "immersione" nel verde e nel rosa delle pietre con cui molti antichi edifici sono costruiti.
Certo, Agosto non è il mese migliore, ma...l'alternativa, semplicemente, non c'era.
Eppoi, tanto per complicarmi l'esistenza dopo 2 anni di felicità digitale, ho scelto di scattare con FM2t, Velvia e obiettivi fissi: perchè l'ho fatto? Non so. Forse nostaglia, forse l'idea di qualcosa di fisico da toccare come risultato del tuo impegno, forse - non ultima - la possibilità di utilizzare il 14 ed il 28mm con tutto l'angolo di campo che possono dare, senza la "riduzione" del formato Dx.
Fattostà che mi son dovuto riabituare a ricaricare a mano l'otturatore dopo ogni scatto, a riavvolgere il rullo alla fine (stavo per aprire il dorso senza farlo, una volta!) a misurare con cura l'esposizione e l'inquadratura, sapendo che ogni "colpo" sbagliato ha un costo ben superiore a quello di un errore in digitale...
Così, dopo una prima sciagurata presentazione dei miei scatti (non so se ricordate) malamente "scansionati" con D70 e 60micro ed inguardabili, ho riacceso il vecchio e fedele Coolscan IV Ed, e lentamente ma inesorabilmente, le ho riscansionate tutte in maniera meno indecorosa: ve ne propongo alcune.
Qualche nota tecnica qua e là mi sarà concessa: in fondo, quando scatto, cerco di stare attento anche a quello: il soggetto, la luce, "commuovono", nel senso che spingono a scattare, a tirare giù lo zaino dalle spalle, a cambiare l'obiettivo, a fare insomma tutto ciò che la pedante tecnica richiede di fare: ma appunto, è un tuttuno.
Gli strumenti e le regolazioni sono secondari rispetto al risultato: ma secondario non significa da trascurare. Una foto perfetta di un soggetto banale, è certamente inutile; ma anche una foto scadente di un soggetto splendido lascia un po' l'amaro in bocca, no?
Appena arrivati, il giorno del mio compleanno, abbiamo sistemato le valigie ed ho gironzolato un po' nei pressi della cascina in cui alloggiavamo.
C'era un silenzio che i milanesi di solito apprezzano moltissimo, rotto solo dalle cicale che festeggiavano la bella giornata.
L'uliveto era splendido, e la luce del pomeriggio inoltrato invitava a provare, finalmente sul pieno formato, il mio 14mm...

p.s. - mi son reso conto che questo life è lunghetto anzichenò: me ne scuso fin d'ora; d'altra parte voleva essere un racconto, per quanto sintetico, delle situazioni e sensazioni scatto per scatto.
Buona luce e - per chi avrà la costanza di seguirlo fino in fondo - buon viaggio!