vtdag
Feb 20 2011, 03:48 PM
Ciao ragazzi, volevo anche qui raccogliere pareri inerenti alle modalità di svolgimento del matrimonio. Dato l'argomanto ci sarebbe molto da parlare ma sarò breve.
Esiste realmente un servizio matrimoniale interamente giornalistico o di reportage?
Chi richiede questo tipo di servizio capisce realmente la foto che viene realizzata?
Secondo me no per la prima e no per la seconda domanda. Un matrimonio da reportage secondo me diventerebbe da paparazzo, mentre credo che il fotografo potrebbe interagire con delle disposizioni alla sposa o allo sposo per realizzare lo scatto che in quel momento ha in mente, così da creare una percentuale di immagini "costruite" o così chiamate "di posa" che possano enfatizzare un paesaggio, un vestito, una situazione. Poi, io personalmente, anche su questo cerco sempre la spontaneità o la naturalezza. Infatti il mio punto di incontro è stato raggiunto nel realizzare il servizio con 2/3 fotografi di cui uno solo giornalistico, anche perchè se volessi utilizzare panneli o luci artificiali per creare situazioni di luce diverse viene comunque annullata la parola "reportage" o "giornalistico".
buzz
Feb 20 2011, 03:57 PM
Secondo me è solo una moda ed una terminologia.
Dire "matrimonio reportage" indica una novità, per cui è un modo come un altro per vendere.
Oppure può essere usato quando gli sposi sono troppo imbarazzati o non vogliono mettersi in posa per le foto, e allora tiriamo fuori la nuova moda del reportage.
Voi pensate a sposarvi che alle foto ci pensiamo noi.
però poi la foto all'altare, quella con i genitori e i testimoni, quelle in esterni nel posto romantico dove li portiamo noi altrimenti non ci andrebbero mai da soli, si fanno sempre con cura, con gli assistenti, e l'operatore video che gli dice cosa fare.
Alla fine quello che conta è il risultato, e il modo di porgersi con i clienti.
Boemio
Feb 20 2011, 06:46 PM
QUOTE(buzz @ Feb 20 2011, 03:57 PM)

Secondo me è solo una moda ed una terminologia.
Dire "matrimonio reportage" indica una novità, per cui è un modo come un altro per vendere.
Oppure può essere usato quando gli sposi sono troppo imbarazzati o non vogliono mettersi in posa per le foto, e allora tiriamo fuori la nuova moda del reportage.
Voi pensate a sposarvi che alle foto ci pensiamo noi.
però poi la foto all'altare, quella con i genitori e i testimoni, quelle in esterni nel posto romantico dove li portiamo noi altrimenti non ci andrebbero mai da soli, si fanno sempre con cura, con gli assistenti, e l'operatore video che gli dice cosa fare.
Alla fine quello che conta è il risultato, e il modo di porgersi con i clienti.
Quoto in pieno... Anche perchè è difficile enfatizzare dei momenti se non con l'utilizzo e la cura di luci e quant'altro. Certo si può aumetare il numero di scatti sorpresa, ma di sicuro non saranno quelli dei momenti clou. Ed è ovvio che alcuni scatti vanno fatti, magari rendendoli meno standard e più simpatici, ma vanno fatti... a mio modesto parere... Poi possono sempre non sceglierli e quindi non metterli nell'album (ma ho i miei dubbi)
umbertocapuzzo
Feb 20 2011, 07:15 PM
Quando parlo con gli sposi specifico sempre che opero secondo lo "stile" reportage. Che è molto diverso dal reportage vero e proprio. Ed a mio avviso è estremamente importante essere chiari in questo. Non è reportage perchè si conosce benissimo l'evento a cui si assiste e in cui si lavora. Sono conosciuti i momenti, le situazioni e un minimo di preparazione a priori è pur sempre necessaria. Ti faccio un esempio. Nella situazione che per comodità chiamo "passeggiata" faccio un mini breefing con gli sposi e dico loro soltanto 3 cose: state vicini, interagite tra voi e voi con l'ambiente, se mi vedete correre avanti non affrettate il passo ma continuate nel vostro normale incedere, nel muovervi con la vostra spontaneità. Stop. Io per loro "non ci sono"...ovviamente il tutto "governato" cmq a distanza da me. Non ho scatti di posa. Raramente gli sposi guardano in macchina e se mi accorgo di un loro sguardo o atteggiamento forzato non scatto. Ovviamente non se ne parla di pannelli, luci e altre amenità. Talvolta dal flash cobra un lampo di schiarita....ma raramente.
Ecco...tutto questo costituisce (lo ripeto) lo "stile" reportage....che non è vero reportage.
Umby
Giorgio Baruffi
Feb 20 2011, 07:35 PM
QUOTE(Roomby @ Feb 20 2011, 07:15 PM)

Quando parlo con gli sposi specifico sempre che opero secondo lo "stile" reportage. Che è molto diverso dal reportage vero e proprio. Ed a mio avviso è estremamente importante essere chiari in questo. Non è reportage perchè si conosce benissimo l'evento a cui si assiste e in cui si lavora. Sono conosciuti i momenti, le situazioni e un minimo di preparazione a priori è pur sempre necessaria. Ti faccio un esempio. Nella situazione che per comodità chiamo "passeggiata" faccio un mini breefing con gli sposi e dico loro soltanto 3 cose: state vicini, interagite tra voi e voi con l'ambiente, se mi vedete correre avanti non affrettate il passo ma continuate nel vostro normale incedere, nel muovervi con la vostra spontaneità. Stop. Io per loro "non ci sono"...ovviamente il tutto "governato" cmq a distanza da me. Non ho scatti di posa. Raramente gli sposi guardano in macchina e se mi accorgo di un loro sguardo o atteggiamento forzato non scatto. Ovviamente non se ne parla di pannelli, luci e altre amenità. Talvolta dal flash cobra un lampo di schiarita....ma raramente.
Ecco...tutto questo costituisce (lo ripeto) lo "stile" reportage....che non è vero reportage.
Umby
perfetto! è esattamente il mio modo di operare, chiamarlo reportage è forse eccessivo o fuorviante, ma tu lo hai spiegato benissimo...
buzz
Feb 20 2011, 08:12 PM
Si Roomby, è l'unico genere di reportage che ci si può davvero permettere, ma sempre se ne hai il tempo e la possibilità.
Possibilità che molto spesso non sono quelle che vorremmo, e chi ha esperienza di matrimoni lo sa.
Quando gli sposi sono in esterni, di solito hanno fretta, sono nervosi perchè la zia non è arrivata, o devono collocare il figlio (capita sempre più spesso!) è tardi....
I problemi ci sono sempre, e siccome sono un po' intontiti dalla giornata, se non li guidi rischi di fare un buco nell'acqua.
Ovvio che nel momento che li hai guidati, è finita la spontaneità, ma se ci sai fare, riesci a fare degli scatti che non lo lascino intendere.
del resto, un film non è altro che la resa di una azione comandata, ma che sembri nascere spontaneamente.
La fotografia di matrimonio anche.
Se però hai il tempo e la possibilità, allora ben venga la passeggiatina con il fotografo con un 200mm che riprende da lontano.
umbertocapuzzo
Feb 20 2011, 09:32 PM
QUOTE(buzz @ Feb 20 2011, 08:12 PM)

Si Roomby, è l'unico genere di reportage che ci si può davvero permettere, ma sempre se ne hai il tempo e la possibilità.
Possibilità che molto spesso non sono quelle che vorremmo, e chi ha esperienza di matrimoni lo sa.
Quando gli sposi sono in esterni, di solito hanno fretta, sono nervosi perchè la zia non è arrivata, o devono collocare il figlio (capita sempre più spesso!) è tardi....
I problemi ci sono sempre, e siccome sono un po' intontiti dalla giornata, se non li guidi rischi di fare un buco nell'acqua.
Ovvio che nel momento che li hai guidati, è finita la spontaneità, ma se ci sai fare, riesci a fare degli scatti che non lo lascino intendere.
del resto, un film non è altro che la resa di una azione comandata, ma che sembri nascere spontaneamente.
La fotografia di matrimonio anche.
Se però hai il tempo e la possibilità, allora ben venga la passeggiatina con il fotografo con un 200mm che riprende da lontano.
E' tutto piuttosto giusto quello che dici. Io però, per la verità, insisto sempre, il mese prima dell'evento quando ci si incontra, al fine di ritagliarci fuori il tempo per affrontare quella situazione specifica...e ti dirò che fino ad ora ci sono quasi sempre riuscito.
Condivido appieno anche la questione di una sorta di "regia" ma molto leggera e non invasiva, fatta di pochissimi spunti generali per "orientare" non per guidare. E questo accade per i preparativi, per il "reportage" durante il buffet degli invitati (forse il momento maggiormente in linea con il termine). Durante la cerimonia cerco cmq di fermare aspetti "di racconto", non topici nel senso tradizionale.
Per parte mia in realtà cerco di offrire un servizio che "narri" più che "immortali", più che congeli momenti più o meno classici.
Umby
meialex1
Feb 20 2011, 09:39 PM
Grande Francesco...... Ti straquoto in pieno !!!!!!!!
La moda del reportage sta prendendo sempre più piede e purtroppo molte coppie rimangono "influenzate" da questa nuova moda.
Vorrei spiegare cosa accade nel mio studio quando entrano delle coppie.
La prima cosa è...... vogliamo un matrimonio stile reportage.........
Domando loro cosa, per loro, vuol dire reportage...... risposta, non vogliamo foto in posa.
Ok !!! niente foto in posa.
Spiego il mio modo di lavorare e spiego il reportage...... vero reportage.....
Alcuni accettano il mio modo di lavorare altri vogliono il reportage.....
Quelli che hanno scelto il reportage......
Al matrimonio....... una coppia su mille riesce ad essere spontanea, praticamente non esiste il mio intervento...... le altre ?? Li vedi, purtroppo, impacciati, non sanno come mettersi, come muoversi, cosa fare........ Allora quì entro in campo e ancor prima che accada l'impossibile...... una battuta, un..... sorriso con due parole del tipo, non vi preoccupate..... e si fa il matrimonio....... risultato TUTTI CONTENTI........ Gli sposi felicissimi, io più di loro perchè ho il "MATRIMONIO" e una coppia sorridente.
Penso che Noi fotografi dobbiamo essere il più sinceri possibile con le nostre coppiette....... Spiegare l'una e l'altra cosa. Analizzare anche chi è davanti a noi e capire se è possibile fare il reportage o no. Purtroppo non tutti siamo nati attori, muoversi liberamente davanti ad un obbiettivo non è facile, specialmente in un giorno importante come il matrimonio.
Io stesso quando mi sposai....... qualche annetto fa....... nonostante abituatissimo all'obbiettivo....... mamma mia, me la facevo sotto....... e non solo, ho fatto molti matrimoni a diversi fotografi della mia zona..... ehehehehe quasi tutti come me....... quindi......
Un saluto
vtdag
Feb 21 2011, 03:17 AM
Ok, vedo che siamo tutti sulla stessa linea

. In particolare approvo BUZZ sul fatto che sia una terminologia che porti a pensare ad una nuova moda.
Beh, quello che sicuramente per me è importante è la chiarezza con gli sposi in base alla tipologia di servizio che chiedono, lo dico perchè non tutti lo sono per "acchiapparsi" il servizio. Credo che la nostra pubblicità migliore è il lavoro che consegnamo e che dura nel tempo.
buzz
Feb 21 2011, 08:10 AM
Non dimentichiamo anche il nostro modo di porgerci.
Ormai dei buoni risultati tecnici sono facili da raggiungere. Tra digitale, photoshop e montaggio fotoalbum è difficile vedere un "brutto" servizio.
Quindi occorre puntare su servizi accessori per "meravigliare" (videoproiezione delle foto in anteprima o visione al PC, stampe immediate alla cena da dare agli ospiti come ricordo e fantasie varie)
Io non faccio quasi nulla di tutto questo, ma insisto nel dire agli sposi che qul giorno loro non saranno i miei "attori" per cui la pia presenza sarà il più discreta possibile.
E' la loro giornata di festa e non devono sacrificarla per fare i "comodi" del fotografo, ma sarà il fotografo a stare a quelli loro.
Ovvio che ci saranno dei piccoli momenti in cui dovranno darmi conto, ma sono talmente pochi che quando li richiedo, difficilmente mi trovo in difficoltà.
E poi, forti di questa premessa, gli sposi mi "ascoltano" con più interesse.
Giorgio Baruffi
Feb 21 2011, 08:26 AM
parole sante Francesco, credo che oggi sia proprio questo il modo di porgerci davanti agli sposi... nemmeno io punto su servizi accessori particolari, punto piuttosto sul prendere confidenza con gli sposi ben prima della cerimonia (una pizza assieme, qualche serata passata in loro compagnia per capire il loro carattere e per diventare loro "amico"), credo che la maggior confidenza si noti poi nella spontaneità con la quale "mi seguono" durante la cerimonia.
49luciano
Feb 21 2011, 12:52 PM
QUOTE(Giorgio Baruffi @ Feb 21 2011, 08:26 AM)

parole sante Francesco, credo che oggi sia proprio questo il modo di porgerci davanti agli sposi... nemmeno io punto su servizi accessori particolari, punto piuttosto sul prendere confidenza con gli sposi ben prima della cerimonia (una pizza assieme, qualche serata passata in loro compagnia per capire il loro carattere e per diventare loro "amico"), credo che la maggior confidenza si noti poi nella spontaneità con la quale "mi seguono" durante la cerimonia.
Pienamente in sintonia, da tempo i miei servizi matrimoniali li riservo a figli di amici, sono in pensione ormai e la fotografia è passata all'hobby...
Negli ultimi servizi ho cercato di eliminare le fotografie della sposa a casa, perché ero costretto dal tempo a fare un set fotografico "finto" qualche giorno prima, ho sostituito queste immagini con quelle che ho preso d'abitudine scattare in un incontro pre-matrimoniale, anche più di un mese prima delle nozze, concordo sempre con gli sposi, un intero pomeriggio, dove facciamo quattro chiacchiere, quattro passi, e un po' di fotografie in un area scelta insieme, durante questo tempo spiego loro come sarà la cerimonia, quando scatterò fotografie loro non devono preoccuparsi di nulla, saremo due fotografi, e poi a parte i suggerimenti (camminare piano all'entrata, cercare di ricordarsi come mettere le mani durante lo scambio degli anelli, tenere la testa alta alle firme, ecc ecc.), non tralascio ovviamente un incontro col celebrante, al quale spiego che cosa "vorrei", ad esempio....la posizione dell'eventuale chierichetto che si mette sempre in mezzo, chiedo la possibilità di salire in spazi chiusi della chiesa, in genere sulla balconata dell'organo, chiedo di valutare l'illuminazione della chiesa per limitare l'uso di flash, chiedo se ha esigenze particolari... insomma ci vuole un colloquio cordiale anche con il celebrante.
Invece non mi sono mai preoccupato della location del pranzo o buffet ma quando sono sul posto valuto la possibilità di vedere se ci sono fra gli invitati dei bambini/e dai 10 ai 14/15 anni, se ci sono li prendo e do a ciascuno di loro una fotocamera usa e getta, gli spiego cosa devono fare, e da queste fotografie, (non sempre utilizzabili purtroppo), a volte traggo quello che si può definire il "reportage da un matrimonio"
fotoandreani
Feb 22 2011, 05:54 PM
salve a tutti,
la fotografia di matrimonio come reportage fotogiornalistico, nata in usa e diventata autorevole grazie soprattutto al WPJA, ed importanta anche da noi dopo un fiorente successo nei paesi anglosassoni, ormai come dicevate in molti e' un termine molto alla moda, di cui molti fotografi abusano nel vendere i loro prodotti.
io sono sempre stato dell idea che nei siti dei "piu quotati" fotografi di matrimonio che si dedicano o almeno dicono di farlo al fotogiornalismo di matrimonio, vediamo molte foto di matrimonio di standard elevatissimo che consentono appunto la possibilita' , oltre alla bravura del fotografo, anche di far scattare ottime foto di questo genere. tanto per intenderci le location sono essenziali, un conto ritrovarsi tutti a tavola con gli invitati a immortalare persone " sfatte dal caldo" o che addentano il cinghiale un altro ritrovarsi in ville seicentesche sul lago di como.
oltre alle locations e di conseguenza agli standard dei matrimoni in se, seconda cosa essenziale , a mio parere e' essere in 2 fotografi, quindi uno che scatta le cose istituzionali, classica entrata anelli, ecc ...e un altro che quasi si confonde con gli inviati e che cerca prospettive e tagli che l' altro fotografo, non potendosi sdoppiare, non riuscirebbe a fare.
trovo invece che al giorno d' oggi sia assolutamente superfluo il discorso di aiutarsi con luci o set, anch' io qualche anno fa portavo in chiesa 2 lampade, ma attualmente grazie all incredibile capacita' delle reflex digitali di spingersi a iso prima impensabili ( ero comunque un fautore del tmax 3200) e l utilizzo di ottiche molto luminose si puo' tranquillamente gestire un matrimonio senza quasi l uso di un sb, tranne come dicevo prima quelle foto istituzionali.
quindi si puo' ragionare sull applicabilita' del completo matrimonio reportagistico nel classico matrimonio all' italiana, ma almeno da mio gusto personale, l' uso di cavalletti, lampade, fondali, pannelli sia comunque inutile e almeno qui dalle mie parti ampiamente superato. in qualche anno che mi occupo di questo lavoro sinceramente non ho mai incontrato alcun fotografo che usasse un assistente per dirigergli i pannelli o che approntasse set in casa, laddove tra l altro , secondo me, si ottengono gli scatti migliori e piu reportagistici
QUOTE(49luciano @ Feb 21 2011, 12:52 PM)

Pienamente in sintonia, da tempo i miei servizi matrimoniali li riservo a figli di amici, sono in pensione ormai e la fotografia è passata all'hobby...
Negli ultimi servizi ho cercato di eliminare le fotografie della sposa a casa, perché ero costretto dal tempo a fare un set fotografico "finto" qualche giorno prima, ho sostituito queste immagini con quelle che ho preso d'abitudine scattare in un incontro pre-matrimoniale, anche più di un mese prima delle nozze, concordo sempre con gli sposi, un intero pomeriggio, dove facciamo quattro chiacchiere, quattro passi, e un po' di fotografie in un area scelta insieme, durante questo tempo spiego loro come sarà la cerimonia, quando scatterò fotografie loro non devono preoccuparsi di nulla, saremo due fotografi, e poi a parte i suggerimenti (camminare piano all'entrata, cercare di ricordarsi come mettere le mani durante lo scambio degli anelli, tenere la testa alta alle firme, ecc ecc.), non tralascio ovviamente un incontro col celebrante, al quale spiego che cosa "vorrei", ad esempio....la posizione dell'eventuale chierichetto che si mette sempre in mezzo, chiedo la possibilità di salire in spazi chiusi della chiesa, in genere sulla balconata dell'organo, chiedo di valutare l'illuminazione della chiesa per limitare l'uso di flash, chiedo se ha esigenze particolari... insomma ci vuole un colloquio cordiale anche con il celebrante.
Invece non mi sono mai preoccupato della location del pranzo o buffet ma quando sono sul posto valuto la possibilità di vedere se ci sono fra gli invitati dei bambini/e dai 10 ai 14/15 anni, se ci sono li prendo e do a ciascuno di loro una fotocamera usa e getta, gli spiego cosa devono fare, e da queste fotografie, (non sempre utilizzabili purtroppo), a volte traggo quello che si può definire il "reportage da un matrimonio"
vtdag
Feb 23 2011, 12:07 AM
Sono in perfetta sintonia con "fotoandreani" per quanto riguarda l'uso di luci artificiali, anzi, non mi vergogno a dire che ho difficoltà ad utilizzare il flash. Ho 2 nikon D3 e una D700 e utilizzo luci artificiali solo in casi estremi. I pannelli mi piace utilizzarli per enfatizzare soggetti all'interno di paesaggi e quindi sfruttare dei controluci, ma è ovvio che siamo lontano dal reportage.
Per quanto riguarda "49luciano", ho letto che hai cercato di eliminare le fotografie a casa. Purtroppo nella mia zona se dovessi consigliare una cosa del genere mi ritroverei la mamma e la suocera col manico di scopa in mano dietro la porta che urla: "ho appena imbiancato il salotto e adesso viene a fare le foto!!". E in ogni caso, per quanto ognuno di noi vuole proporre il proprio stile e il proprio modo di lavorare, ricordiamoci che (almeno io) abbiamo una "bottega" da mandare avanti, quindi dobbiamo trovare sempre dei punti di incontro. Mi auguro, un giorno, di poter dire con "presunzione" alla coppia: questo è il mio stile e vale xxx, prendere o lasciare. Ci vuole tempo, nella mia zona sono riuscito distinguermi dalla massa ed è veramente un passo importante vedendo e sentendo quello che c'è in giro.
49luciano
Feb 23 2011, 12:42 AM
QUOTE(vtdag @ Feb 23 2011, 12:07 AM)

Per quanto riguarda "49luciano", ho letto che hai cercato di eliminare le fotografie a casa. Purtroppo nella mia zona se dovessi consigliare una cosa del genere mi ritroverei la mamma e la suocera col manico di scopa in mano dietro la porta che urla: "ho appena imbiancato il salotto e adesso viene a fare le foto!!".
Effettivamente possiamo dire che abitiamo in realtà diverse, al sud siete più espansivi, molto più portati ad avere documentazioni della giornata del matrimonio più che noi al nord, la sposa, il mattino della cerimonia, torna a casa dopo essere stata congedata dall'estetista quasi sempre pochi minuti prima della cerimonia, quindi è tutta una corsa a vestirsi, preparare il velo, il fiore ecc il che porterebbe a fare quattro scatti brutti e senza senso, preferisco a quel punto iniziare il fotolibro o l'album con scatti precedentemente effettuati in stile "fidanzamento".... a meno che, la sposa sia disponibile a fare fotografie il giorno precedente durante le prove d'abito e di estetismo.
Poi vorrei spiegare che ho fatto fotografie ai matrimoni da quando avevo 18anni, quindi da 44 nel campo della fotografia, prima analogica ovviamente, dove, si partiva con la sola 6x6 e al massimo 10 rulli, per un totale di 120 scatti "parenti compresi", rigorosamente in B/N, e soprattutto da soli, non c'era la possibilità di essere in due fotografi... oggi è tutto facilitato, scatti e poi hai sempre il secondo punto di vista, ma la bella fotografia la si cerca sempre anche se la tecnologia, ti da non una ma cento mani, e sono certamente della stessa idea con
vtdag, quando dice che alla coppia deve piacere il suo stile, tornando poi alle fotocamere usa e getta in mano ai ragazzini.... provate a sperimentare questa opzione, scoprirete che lavorare con punti di vista "diversi" dà veramente un'impronta di stile unica ai vostri lavori.
umbertocapuzzo
Feb 23 2011, 09:21 AM
QUOTE(49luciano @ Feb 23 2011, 12:42 AM)

Effettivamente possiamo dire che abitiamo in realtà diverse, al sud siete più espansivi, molto più portati ad avere documentazioni della giornata del matrimonio più che noi al nord, la sposa, il mattino della cerimonia, torna a casa dopo essere stata congedata dall'estetista quasi sempre pochi minuti prima della cerimonia, quindi è tutta una corsa a vestirsi, preparare il velo, il fiore ecc il che porterebbe a fare quattro scatti brutti e senza senso, preferisco a quel punto iniziare il fotolibro o l'album con scatti precedentemente effettuati in stile "fidanzamento".... a meno che, la sposa sia disponibile a fare fotografie il giorno precedente durante le prove d'abito e di estetismo.
Poi vorrei spiegare che ho fatto fotografie ai matrimoni da quando avevo 18anni, quindi da 44 nel campo della fotografia, prima analogica ovviamente, dove, si partiva con la sola 6x6 e al massimo 10 rulli, per un totale di 120 scatti "parenti compresi", rigorosamente in B/N, e soprattutto da soli, non c'era la possibilità di essere in due fotografi... oggi è tutto facilitato, scatti e poi hai sempre il secondo punto di vista, ma la bella fotografia la si cerca sempre anche se la tecnologia, ti da non una ma cento mani, e sono certamente della stessa idea con vtdag, quando dice che alla coppia deve piacere il suo stile, tornando poi alle fotocamere usa e getta in mano ai ragazzini.... provate a sperimentare questa opzione, scoprirete che lavorare con punti di vista "diversi" dà veramente un'impronta di stile unica ai vostri lavori.
Mah...Luciano....generalizzare va bene ma poi a volte la realtà è diversa. Per il 99,9% dei matrimoni che faccio i preparativi a casa sono compresi (opero principalmente a Verona e provincia, ma pure a Milano, Venezia, Piacenza, Modena, Bologna, Aosta, Padova....voglio dire...giro abbastanza il Nord Italia) e per una percentuale analoga riesco a fare in modo che trucco e parrucco della sposa venga fatto nella stessa abitazione. Sempre rigorosamente da solo, senza altri collaboratori.
Questo per portarti il mio punto di vista.
Umby
ildena
Mar 2 2011, 06:14 PM
chiedo scusa per l'intrusione agli abitué di questa sezione del forum...
Per quanto mi riguarda, a parte una volta, non ho mai postato in questa sezione limitandomi a guardare i post ed i commenti altrui non per snobbismo ma per la curiosità di vedere la crescita dei vari utenti, sia dal punto di vista della qualità delle immagini sia da quello delle linee di pensiero che maggiormente influenzano chi il fotografo di matrimonio lo fa di professione ma anche chi, diciamo e nessuno si scandalizzi, per divertimento.
Intervengo su questo spinoso argomento perché, lavorando e collaborando con chi di questa "moda" ha fatto la sua filosofia, mi sento colto sul vivo in questa discussione.
Inizierei innanzitutto a rielevare il genere togliendo la parola "moda" dalla discussione perché ritengo sia poco riguardoso per chi ha sposato, è proprio il caso di dirlo, questa linea di pensiero: infatti, complice internet che ha contribuito ad aprire una finestra sul mondo, tutti coloro che hanno avuto interesse a sapere come negli altri paesi viene vista questa cenerentola della fotografia hanno avuto modo di confrontarsi e apprendere nuove tecniche e modus operandi di professionisti di livello elevatissimo che anche per carineria non definirei proprio modaioli...
Non è un mistero infatti che l'approccio reportagistico alla cerimonia non sia bagaglio proprio italico dove la fotografia posata ancora gode di buonissima salute e speriamo che mai si ammali.
E proprio da qui partirei... dalla parola "approccio" per arrivare al succo del mio dibattere;
dove sta scritto che per fare un buon reportage di matrimonio gli sposi devono essere dei guerriglieri afghani e i fotografi ninja che sanno mimetizzarsi nelle paludi del Borneo??
Non sempre succede di lavorare con sposi Inglesi che ti salutano quando arrivi e ti risalutano quando vai via... troppo facile così :-)
In Italia ancora la mentalità non è pronta e il genere reportagistico è ancora molto embrionale per una serie di motivi... chi non ha mai fatto i conti con le mamme degli sposi, coi parenti che vengono a chiederti la foto della nonna che regge l'anima coi denti da mettere sulla tomba, con lo zio del babbo che si presenta con una D3 e ti chiede come mai scatti col flash di rimbalzo che illumina solo le pareti o con la sposa che ti vede come una specie di guru dei matrimoni perché ne hai visti e rivisti...
E' fondamentalmente impossibile fare un servizio di matrimonio senza rivolgere parola agli sposi che spesso chiedono consigli e pendono dalle tue labbra... chi non ha mai fatto il nodo alla cravatta dello sposo??
L'approccio reportagistico non è fare una foto alla sposa che dietro un cespuglio si bacia col testimone, ma è nel far sì di non interferire con gli eventi naturali della giornata cercando di essere più trasparenti possibile... se poi gli sposi stessi vengono a chiederti le foto di gruppo o la sposa vuole la foto davanti alla tenda che male c'è...
E' chiaro che nel momento in cui si parla con la coppia deve emergere quello che è il proprio modo di lavorare e i clienti vanno un po' educati e anche selezionati a sposare la nostra linea di pensiero... se poi quello che vogliono è un reportagista che faccia le foto posate a quel punto sarebbe bello avere il coraggio di indirizzarli verso colleghi che lavorano in quel modo che non è assolutamente un diniego ma il semplice vendere bene il prodotto che si sente "proprio".
In sintesi... non chiamiamo "moda" un modo diverso di concepire la foto di matrimonio e neanche la richiesta dei clienti di provarla... evviva quindi il fatto che ci siano fotografi che lavorano in maniere diverse e clienti che cercano cose diverse, ad ogni coppia il suo fotografo si direbbe, e quello che conta, per fare una morale, è cercare di offrire il miglior lavoro e la migliore professionalità possibili.
Tutto questo, ovviamente, IMHO... :-)
buzz
Mar 2 2011, 07:00 PM
Ma quale intrusione, la sezione è libera e aperta a tutti i pareri!

Mi trovi d'accordo con tutto tranne che con... il termine che non ti piace.
E' proprio per merito/colpa di internet che è nata la
moda del matrimonio reportage, che come hai giustamente scritto, non è proprio farina del nostro italico sacco. Anzi, proprio per il fatto che la nostra tradizione è tutt'altro che reportagistica, molti sono usi chiamare i due stili: uno matrimonio all'italiana e l'altro reportage.
La continuo a chiamare moda proprio perchè
moda indica uno o più comportamenti collettivi con criteri mutevoli (wiki) e qui il comportamento collettivo è palese ed evidente, altrimenti non staremmo nemmeno qui a parlarne!
Ed essendo "di moda" fare il reportage, questo viene usato come richiamo anche da chi non ha la più pallida idea di come si faccia o di cosa realmente sia (clienti compresi)
Il tutto senza offesa alcuna a chi il reportage lo fa e lo sa fare.
Un domani qualcuno farà dei bei servizi fuori dagli schemi, verrà imitato, e da lì partirà una nuova moda, ma sempre moda si chiama!
Claudio Rampini
Mar 2 2011, 11:30 PM
QUOTE(buzz @ Mar 2 2011, 07:00 PM)

E' proprio per merito/colpa di internet che è nata la moda del matrimonio reportage, che come hai giustamente scritto, non è proprio farina del nostro italico sacco.
Questa affermazione mi sorprende alquanto perchè io fin dai primissimi anni '80 ho praticato il genere del reportage applicato al matrimonio. E questo per alcune ragioni a mio parere importantissime: era l'epoca in cui i filtri Cokin e i matrimonialisti "registi" la facevano da padrone, io che invece fotografavo in teatro e per qualche quotidiano, avevo in mente fin dall'inizio un genere di fotografia matrimoniale del tutto diversa. A pensarci bene anche i fotografi "registi" praticavano il genere del reportage, perchè mentre essi erano impegnati con le loro pesanti Hasselblad nella documentazione ufficiale, i galoppini se ne andavano in giro a fare foto ambiente a colori e in bianco/nero, spesso servendosi di un cavalletto. Io, che ho sempre odiato gli artifici fotografici, ho rovesciato il concetto, decisi di dare alla foto di ambiente il posto che gli spettava di diritto, ossia quello di documentare l'evento. Senza cavalletto. Ma sbaglierebbe chi pensasse che la foto di reportage consista in una tecnica, quella applicata al matrimonio una fotografia in piena intesa con gli sposi, i quali spesso e volentieri fanno a meno degli effetti speciali ed artificiosi, prediligendo una presenza costante e discreta da parte del fotografo, è un fatto squisitamente di sensibilità che ti porta a vivere l'evento a prescindere dalla borsa (non quella fotografica). Questo gli sposi lo percepiscono in modo netto, e così anche il resto degli invitati, i quali sentendosi a proprio agio, non si sentono mai in imbarazzo e si lasciano fotografare senza nemmeno far caso alla tua presenza. Quello che a mio parere la maggior parte dei fotografi non capisce nella foto matrimoniale, è che il fotografo deve "sparire" dalla scena, nel vero senso della parola. Ho ancora centinaia di negativi che parlano per me, alcuni migliori, alcuni peggiori, ma dopo tanti anni riguardando quelle foto si capisce che si è stati testimoni di un evento, le foto sono ancora fresche e parlano ancora.
buzz
Mar 2 2011, 11:59 PM
Claudio, non ti seguo.
Moi stai dicendo che sei stato tu a lanciare il genere nel mondo, dato che lo praticavi negli anni 80?
O forse vuoi dire che siccome c'è stato qualcuno che lo ha fatto, la moda non è più partita dagli stati uniti ma dall'italia?
O che è un genere che contraddistingue la nostra nazione nel modo di concepire i matrimoni?
O che tu sei speciale perchè hai praticato un genere che poi è diventato di moda, ma lo hai fatto 20 anni prima?
In qualsiasi di queste ipotesi, non comprendo cosa c'entri la frase mia che hai quotato.
Io continuo a sostenere che la pubblicità del genere reportage che è stata trasmessa tramite internet ha contagiato gli emuli che l'hanno trasformata in una moda.
Che qualcun altro lo abbia fatto singolarmente, non è un evento impossibile, ma non fa parte della massa attuale.
Probabilmente qualcuno avrà fatto un quadro "strano" prima di Picasso, ma la corrente cubista, storicamente, è nata con lui.
------------------
Non capisco la contraddizione della seconda parte del tuo discorso:
Prediligendo una presenza costante e discreta da parte del fotografo,
Quello che a mio parere la maggior parte dei fotografi non capisce nella foto matrimoniale, è che il fotografo deve "sparire" dalla scena, nel vero senso della parola
Dici che il fotografo deve essere discreto ma presente, poi dici che deve sparire....
Non è che abbia capito molto la tua impostazione ideale di matrimonialista.
49luciano
Mar 3 2011, 01:44 AM
Rileggendo un po' tutto il dibattito trovo che effettivamente non si sta cercando di definire con concretezza il modo definito "giornalistico" o "reportage", si cerca di dare più un'impronta personale a servizi fotografici che dovrebbero distinguere un professionista dall'altro.
Ci sono momenti che, pur cercando nuovi modi di scattare, si devono fare fotografie che sono da definirsi "standard", (intendo la cerimonia religiosa, che cambierà per la diversità delle chiese, ma alla fine sono le solite fotografie, scambio fedi, firme, pensiero del celebrante, amici e amiche che leggono passi del vangelo... ecc) la diversità fra un fotografo e l'altro la si potrà notare quando si potranno creare quei momenti nei quali ci si può inventare la scena; ad esempio all'arrivo della sposa sul sagrato, la festa dei parenti e amici che contribuiscono a fare scenografia se sono molti e vivaci, mentre risulterà classica e tranquilla se gli stessi saranno pochi e in "etichetta", altro esempio, l'uscita degli sposi dal portone della chiesa, tralasciando il solito cuore con le iniziali fatto con il riso, è la capacità e la fortuna dei due fotografi che devono trovare la posizione e il momento giusto, trovata quella possono trarre scatti a raffica spontanei e simpatici, se poi invece del riso gli sposi vengono immersi in bagni di coriandoli e/o petali di carta colorati, ecco che allora vieni definito bravo, ma ripeto ...è la fortuna, si deve fare un sopralluogo al ristorante qualche giorno prima e cercare la location per fare fotografie durante il pranzo/rinfresco perché, tralasciando le solite parentofoto, si deve sapere dove portare gli sposi per un set che deve essere decisamente da professionisti.
Un esempio che ho citato in una precedente risposta, è l'uso di scatti fatti da bambini durante tutto il ricevimento, vedono quel giorno come un giorno al quale anche loro vorranno arrivare, e vi assicuro che i loro scatti sono sempre eccezionali, vivi e spontanei, i grandi si lasciano andare a boccaccie e si comportano da bambini con i bambini.
Il taglio della torta cerco sempre di farlo su un tavolo in mezzo alla sala, oppure se è possibile farlo all'esterno se esiste un giardino, sempre magari con bimbi che scattano ai miei ordini, cosi facendo ottengo la sicura attenzione di tutti sugli sposi, (non sarà una finezza educativa ma mi piace far "leccare" il coltello con la crema/panna/e quant'altro agli sposi).
Ma per avere questi scatti in modo spontaneo, ecco la necessità di quella mezza giornata pre-matrimoniale dove io e gli sposi scattiamo quelle fotografie che sciolgono il ghiaccio, la sposa vede che il "profilo" che dice essere brutto, lo trova poi piacevole nelle foto di prova, sa che gli scatti che faccio a sorpresa non saranno mai scelti se non si vedrà bella, (in genere lo sposo è meno esigente), secondo me, gli sposi devono poi sentire una fiducia sul come li fotograferai e acquisita quella, non si preoccuperanno più di tanto della presenza del fotografo stesso, ma sapranno benissimo che lui c'è.
Forse sommando tutti questi ingredienti, e non è facile, si ottiene un servizio fotografico che possiamo definire una sorta di reportage, ma molto, molto .... annacquato come reportage.
Questo è ovviamente il mio modo di vedere un matrimonio in stile reportage.
Claudio Rampini
Mar 3 2011, 01:15 PM
QUOTE(buzz @ Mar 2 2011, 11:59 PM)

Claudio, non ti seguo.
Moi stai dicendo che sei stato tu a lanciare il genere nel mondo, dato che lo praticavi negli anni 80?
O forse vuoi dire che siccome c'è stato qualcuno che lo ha fatto, la moda non è più partita dagli stati uniti ma dall'italia?
O che è un genere che contraddistingue la nostra nazione nel modo di concepire i matrimoni?
O che tu sei speciale perchè hai praticato un genere che poi è diventato di moda, ma lo hai fatto 20 anni prima?
In qualsiasi di queste ipotesi, non comprendo cosa c'entri la frase mia che hai quotato.
Io continuo a sostenere che la pubblicità del genere reportage che è stata trasmessa tramite internet ha contagiato gli emuli che l'hanno trasformata in una moda.
Che qualcun altro lo abbia fatto singolarmente, non è un evento impossibile, ma non fa parte della massa attuale.
Probabilmente qualcuno avrà fatto un quadro "strano" prima di Picasso, ma la corrente cubista, storicamente, è nata con lui.
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Non capisco la contraddizione della seconda parte del tuo discorso:
Prediligendo una presenza costante e discreta da parte del fotografo,
Quello che a mio parere la maggior parte dei fotografi non capisce nella foto matrimoniale, è che il fotografo deve "sparire" dalla scena, nel vero senso della parola
Dici che il fotografo deve essere discreto ma presente, poi dici che deve sparire....
Non è che abbia capito molto la tua impostazione ideale di matrimonialista.
A mio parere il dire che il matrimonio "reportage" sia una moda importata nel nostro paese è semplicemente sbagliato perchè ignora il lavoro di molti fotografi che negli anni passati hanno inteso la foto di matrimonio come un semplice racconto/reportage privo di retorica ed effetti speciali. Ed io fui, e sono ancora tra questi, anche se la foto di matrimonio è un genere che non pratico più. Questo naturalmente non rende il matrimonio più semplice, anzi, è molto più impegnativo perchè la condizione essenziale è fotografare l'ambiente senza ausilio di flash ed altri mezzi tecnici tipici della fotografia di matrimonio.
La parola "reportage" va a passeggio con "istantanea", ossia cogliere il momento, e per farlo devi stare leggero e muoverti a tuo agio.
Quando io sono partito a fare matrimoni in questo modo, come ho già detto precedentemente, ero supportato dalla esperienza della fotografia in teatro, che a mio parere è una delle maggiori scuole di vita e professionali per un fotografo. Se impari a fotografare in teatro, sei in grado di fotografare dappertutto. Non so quanti abbiano praticato questo genere di fotografia di matrimonio, so che almeno in parte è stata una tendenza che è appartenuta a tutti i fotografi, in quanto i "galoppini" e a volte anche i titolari del servizio, indulgevano in modo abbastanza sostanzioso nella fotografia "immediata". Tuttavia credo che siamo stati in pochi a scegliere di lasciare i flash a casa e ad affidarci a pellicole a colori negative da 400 Iso che poi in laboratorio venivano "tirate" a 1600 iso (quelle in b/n le sviluppavo e le stampavo io), perchè la gran parte dei colleghi non sapeva fare a meno del cosiddetto "risultato sicuro".
Non saprei dirti se la fotografia fatta con lampade, flash ed altri mezzi che trasformano la scena in una improvvisata sala di posa, possa consentire la stessa velocità e freschezza di ripresa, a mio parere la foto di reportage, anche quella applicata al matrimonio, ha come principio fondamentale la leggerezza e una certa "sporcizia", ossia le regole compositive vanno lasciate a casa, come i flash. Naturalmente la ricerca della composizione non è mai improvvisata e fatta a casaccio, tuttavia si cerca di preferire l'immediatezza e la spontaneità della scena rispetto al rigore piuttosto insapore della foto classica. Ovviamente qui sto parlando della foto in chiesa, luogo principale dove il fotografo è chiamato a dare il massimo, una volta che la cerimonia è finita le cose diventano un pò più semplici.
Per quanto riguarda la tua ultima domanda, non c'è contraddizione in termini, in quel che ho scritto sopra vi è implicita la risposta.
Qui sotto un esempio dell'anno scorso, sono le nozze d'oro di una coppia di miei amici, la sposa è fotografata con una delle testimoni dell'epoca. La foto è scattata con un 20mm, un reportage lo si fa bene con un grandangolo spinto, ma il rischio è quello di una eccessiva distorsione, in questi casi ho sempre cercato di tenere i soggetti al centro. E' una foto che sembra non avere niente di speciale, eppure la ricerca di un colore "giusto" e non "urlato", le ombre leggibili, una espressione naturale dei soggetti, un equilibrio della scena che permette di capire l'ambiente senza lasciarsi imbrigliare dai principi compositivi. Una fotografia del genere non è difficile da fare, ma lo diventa se fotografi per gli altri.
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buzz
Mar 3 2011, 03:21 PM
Quasi chiaro, ma non ancora.
Concordo con te sull'esperienza del teatro. Non a caso ho cominciato con il fare il fotografo di scena e ho imparato parecchie cose, specialmente quando non hai (raramente) la possibilità di seguire le prove, e sapere cosa starà per accadere. Devi avere intuito e colpo d'occhio, e non parliamo di flash perchè è un accessorio che non è previsto nemmeno portarlo.
Se parliamo di reportage come lo conosciamo noi, è palese che il servizio di matrimonio è necessariamente il reportage di una giornata. Un racconto di un giorno sintetizzato in n fotografie.
Su questo non ci piove ma....
il ma consiste nel metodo di effettuare questo reportage.
Se fai il reportage di una guerra non potrai certo decidere quando, come, perchè degli avvenimenti.
Sono sorprese per tutti. Ma qualcuno n passato è riuscito a mettere il soldato in posa a far finta di sparare, a fare fotomontaggi (e per questo ha perso il posto di corrispondente) o a programmare gli eventi. Ma in linea di massima restano sorprese.
In un matrimonio è diverso.
Sai già cosa sta per accadere e quando, si tratta solo di cambiare i personaggi, ma il rituale è sempre lo stesso.
La differenza quindi tra quello che viene definito reportage "di moda" e il tradizionale (che come ho detto è sempre un reportage) è che nel secondo il fotografo riveste una funzione di regista, muove, dispone, mette in posa, decide e coordina le fasi, nel secondo, il fotografo lascia fare, non è presenza invadente, e il risultato sono foto nella maggior parte delle quali gli sposi non guardano in macchina, non sono messi in posa "forzata" e scelgono da loro persono le location.
Il fatto che questo non sia sempre possibile è un argomento da trattare in separata sede, ma c'è.
Tornando infatti alla domanda principale di vtdag, la risposta non è semplice.
Esiste realmente un servizio fotografico giornalistico o di reportage?Il giornalista non è partecipe, ma è un "reporter" ovvero un occhio sulla notizia.
Se il fotografo è uno che non ha alcun tipo di interazione con gli sposi, allora fa il servizio realmente di reportage. Gli sposi non sono nemmeno tenuti a conoscerlo. Quindi è utopico.
Chi richiede questo tipo di servizio capisce realmente la foto che viene realizzata?Anche secondo me è no (e chi sono, Mara Maionchi?!)
Tutto il resto sono chiacchiere (le mie) e se ho usato il termine moda, ho spiegato anche il perchè.
E ne continuo ad essere convinto, rafforzato proprio dal fatto che molti, in passato, ma anche in presente, intendono reportage il servizio in sé, mentre io capisco e riconosco che questo termine attualmente (e anche impropriamente) intende ben altra cosa, cioè il reportage all'americana, ovvero il finto essere estranei alla faccenda.
Il tutto serve solo per dire agli sposi "quel giorno non sarò invadente"
Ed ecco che vendi il servizio anche a quelli che non amano mettersi in posa.
Claudio Rampini
Mar 3 2011, 03:54 PM
QUOTE(buzz @ Mar 3 2011, 03:21 PM)

mentre io capisco e riconosco che questo termine attualmente (e anche impropriamente) intende ben altra cosa, cioè il reportage all'americana, ovvero il finto essere estranei alla faccenda.
Il tutto serve solo per dire agli sposi "quel giorno non sarò invadente"
Ed ecco che vendi il servizio anche a quelli che non amano mettersi in posa.
Se mi permetti, il vederla così è a mio parere quanto meno riduttivo. L'elemento "reportage" è condizionato profondamente dal grado di partecipazione del "reporter", non si può e non si deve banalizzare su un concetto su cui può essere necessario lavorare anni per tirare fuori qualcosa di buono. Perchè, abbiamo capito, che un reportage (matrimoniale o altro), ha la sua caratteristica fondamentale della immediatezza, quindi dell'essere presente, vivo e vegeto. Il non essere non invadente può essere già un buon punto di partenza, ma le tue immagini, almeno agli sposi o al committente devono apparire penetranti ed efficaci, se ti defili dalla scena, addio buoni propositi.
E' una questione di delicati equilibri che dipende fortemente dalla personalità del fotografo, perchè in un genere di fotografia ridotto all'essenziale, senza ausilio di tecniche che aiutino a colmare il vuoto concettuale dietro il tuo lavoro, il tipo di partecipazione che sei in grado di offrire è di importanza capitale. Ciò detto, il reportage non lo vendi solo a gente che non ama mettersi in posa, ma lo puoi vendere a tutti, così come io lo vendevo a tutti.
Agli sposi piace riconoscersi e fra il mettersi in posa tra lazzi, sprazzi e sposi sospesi in aria in una bolla di sapone, essi preferiscono sempre una fotografia naturale. Invece i fotografi amano spesso fare sfoggio di mezzi, amano stupire con effetti speciali, alcuni di questi sono molto abili, vedo colori accattivanti, sorrisi sinceri ma stampati, post produzione molto raffinata, atmosfere di sogno. Fanno 100 matrimoni, e tutti e 100 uguali, quasi che bastasse per ogni servizio cambiare le facce dei protagonisti con photoshop. Impossibile che non piaccia una cosa del genere, specialmente a persone non avvezze alla fotografia, ma d'altro canto se gli proponi il confronto con qualcosa di più essenziale, ecco che l'immediatezza riprende il sopravvento. Perlomeno questa è la mia esperienza, ci sono anche molti sposi che amano mettersi in posa sempre e comunque, non fosse altro che per fare bella figura con i parenti, ma questo è un altro discorso.
A me quel che mi preme, e penso di esserci riuscito, è quello di dare un'idea del reportage come di una cosa viva, che esca fuori da ogni concetto precostituito (reportage "americano", che roba è???), e che metta in primo piano il valore dell'esperienza diretta e della partecipazione, che si esprime con il senso di intesa con gli sposi e con il resto del parentame tutto. E' ovvio che ognuno realizzerà il proprio servizio a seconda del proprio carattere, però metterei come condizione fondamentale che se non ami incontrare gente e metterti a loro disposizione, forse è meglio cambiare mestiere.
buzz
Mar 3 2011, 08:21 PM
Claudio, d'accordo su tutto, ma non hai dato una risposta al quesito principale.
Il reportage esiste realmente? (come tecnica diversa da un tradizionale) e visto che adesso (aggiungo io, dato che è diventato di moda) lo richiedono in tanti, siamo sicuri che tutti coloro che lo richiedono sappiano di cosa si tratta realmente?
Claudio Rampini
Mar 3 2011, 10:53 PM
La risposta mi sembra scontata: il reportage esiste. In fondo anche il matrimonio più "tradizionale" non è altro che una tecnica di reportage applicata ad una specie di cerimonia di corte. Però esistono i reporter, ognuno diverso dall'altro, ed ognuno con una diversa idea del lavoro da fare. 50 anni fa il fotografo aveva il dovere di rendere un quadro dignitoso dell'avvenimento da riprendere, oggi si tiene invece ad evidenziarne il lato umano. Francamente non sapevo che fosse diventata una moda, se tutte le mode fossero come queste, allora ben vengano le mode, sempre che non sia un atteggiamento moralista e un pò radical chic. In quanto agli sposi, non è strettamente necessario che sappiano di cosa si tratta, io stesso che ho praticato il reportage fotografico su tutti i generi di fotografia, non ne ero molto consapevole. Insomma, non bisogna legarsi troppo alle parole, l'importante è farsi testimoni di un evento e interpretarlo con gusto facendone parte. Agli sposi io facevo sempre presente che il mio modo di procedere sarebbe stato analogo a quello della foto di cronaca, quindi niente effetti speciali. E facevo anche presente che quello era il loro giorno più importante e che le foto avrebbero restituito impietosamente ogni atmosfera costruita in modo artificioso. Siccome le spose sono in genere persone piuttosto sensibili e attente ai dettagli, ecco la necessità di riappropriarsi dell'evento senza avere fotografi "registi" tra i piedi, diventava primaria.
buzz
Mar 3 2011, 11:29 PM
Mi spiace, claudio, ma non riesco proprio a seguirti.
Probabilmente non sai di cosa stiamo discutendo, o forse lo sai ma glissi l'argomento su ciò che è il tuo immaginario.
Credo sia importante per gli sposi sapere cosa vogliano, altrimenti facciamo come quelli che anni fa mi chiedevano il computer multimediale, senza avere una minima idea di cosa la parola significasse.
vaglielo a spiegare che qualsiasi cosa che avesse più di un mezzo di comunicazione (già visivo e sonoro erano sufficienti) è multimediale...
Avevano sentito questa bella parola nuova e volevano il meglio della novità: il pc multimediale.
Adesso vogliono il matrimonio reportage, ma guai se non li metti in posa con la mamma, la nonna,. lo zio che ha pagato il ricevimento, e se poi non gli dici come si devono sedere, come devono bere, come devono mangiare, come camminare...
"ma che ti abbiamo pagato a fare?!"
e tu mi dici che non è importante che lo sappiano?
ma lavori ancora?!
ildena
Mar 4 2011, 12:58 AM
ok... allora forse cerco di spiegare quale è il mio punto di vista...
reportage significa raccontare con le proprie foto quello che è successo nella giornata, nel modo più sincero e trasparente possibile senza interferire se non richiesto nel normale flusso degli eventi;
significa alle volte fotografare in situazioni improbabili facendo il meglio che si può con quello che passa il convento e portando l'attrezzatura al limite;
significa a volte salvare qualche scatto magari un po' imperfetto, rumoroso o sfocato ma che contribuisce in maniera eccezionale all'insieme delle foto che è la vera meta del reportagista, ossia la sequenza preferita alla supernitidezza e perfezione assoluta di ogni singolo scatto;
significa fare le foto "d'ufficio" perché cmq ci vogliono ma cercare anche di sperimentare cose ogni volta diverse senza cmq perdere mai di vista il contesto in cui si scatta;
significa alle volte buttarsi per terra, in acqua, nel mezzo ai rovi e sfasciare un obiettivo ogni 20 matrimoni;
significa soprattutto, come avete indicato voi, farlo per vocazione e il meglio possibile e far sì che gli sposi sappiano bene chi stanno scegliendo... almeno noi lavoriamo così... :-)
Spero di aver reso l'idea...
buzz
Mar 4 2011, 01:09 AM
Per me l'hai resa perfettamente.
Adesso tocca stabilire se gli sposi sappiano questo, lo accettino (o lo richiedano) e quanto fotografi se la sentano di basare il proprio servizio in questo modo.
49luciano
Mar 4 2011, 01:28 AM
In un modo o nell'altro, questa discussione sta dando delle risposte, possiamo dedurre quindi che per arrivare al risultato di un "reportage" matrimoniale uno degli ingredienti necessari è un rapporto di dialogo e fiducia fra le parti.
Gli altri ingredienti?
................
Claudio Rampini
Mar 4 2011, 01:39 AM
Mi pare finora di aver risposto in modo piuttosto puntuale alle domande e di non avere glissato in alcun modo. Credo anche di avere un'idea piuttosto concreta di cosa si sta parlando. Forse la tua difficoltà di comprensione sta nel mio modo di pormi che forse a te può apparire un poco evanescente e di scarsa applicazione pratica. Certamente non ho la pretesa che altri lavorino esattamente come io ho lavorato nel passato, ho solo voluto comunicare il senso del mio fare reportage nel matrimonio, capace di trasformare un genere piuttosto stereotipato di fotografia in un evento più autentico e personale.
Ovviamente il matrimonio ha i suoi punti obbligati e devi fare le foto con la mamma, i suoceri e i parenti tutti, ma è evidente che il fotografo ha a disposizione alcune "finestre" in cui è libero di esprimersi a proprio piacimento. Ma agli sposi non devi dire come devono mangiare, bere, sedere. Per quello ci hanno già pensato i loro genitori quando erano piccoli. Per me una delle fasi importanti non è tanto il "durante" o il "dopo" cerimonia, ma il "prima", ossia il momento del primo incontro con gli sposi, perchè è da lì che inizia una fase empatica con la coppia. Tientela bene a mente questa parola "empatia". Si capisce molto bene la personalità della coppia che hai davanti e loro capiscono subito dove tu li vuoi portare, non c'è bisogno di stare a spiegare tante cose, anche se è necessario sapere bene come e dove si svolgeranno gli avvenimenti quel giorno.
Alla tua domanda "siamo sicuri che tutti coloro che lo richiedono sappiano di cosa si tratta realmente?" io ribadisco ancora una volta che ciò non è strettamente necessario, perchè alla libertà di muoversi degli sposi corrisponde la tua libertà d'azione. Questo in un'ottica di reportage è fondamentale. L'importante è aver fatto capire il tuo modo di lavorare e aver dato un'idea sufficiente di quel che sei capace di offrire "prima" dell'evento.
Non lavoro più nei matrimoni, nè con la fotografia, ogni tanto mi capita di fotografare battesimi e nozze di amici, ma solo come fotografo "collaterale" e non ufficiale.
buzz
Mar 4 2011, 05:10 PM
QUOTE(49luciano @ Mar 4 2011, 01:28 AM)

In un modo o nell'altro, questa discussione sta dando delle risposte, possiamo dedurre quindi che per arrivare al risultato di un "reportage" matrimoniale uno degli ingredienti necessari è un rapporto di dialogo e fiducia fra le parti.
Gli altri ingredienti?
................
... saperlo fare?
umbertocapuzzo
Mar 4 2011, 05:27 PM
QUOTE(ildena @ Mar 4 2011, 12:58 AM)

ok... allora forse cerco di spiegare quale è il mio punto di vista...
reportage significa raccontare con le proprie foto quello che è successo nella giornata, nel modo più sincero e trasparente possibile senza interferire se non richiesto nel normale flusso degli eventi;
significa alle volte fotografare in situazioni improbabili facendo il meglio che si può con quello che passa il convento e portando l'attrezzatura al limite;
significa a volte salvare qualche scatto magari un po' imperfetto, rumoroso o sfocato ma che contribuisce in maniera eccezionale all'insieme delle foto che è la vera meta del reportagista, ossia la sequenza preferita alla supernitidezza e perfezione assoluta di ogni singolo scatto;
significa fare le foto "d'ufficio" perché cmq ci vogliono ma cercare anche di sperimentare cose ogni volta diverse senza cmq perdere mai di vista il contesto in cui si scatta;
significa alle volte buttarsi per terra, in acqua, nel mezzo ai rovi e sfasciare un obiettivo ogni 20 matrimoni;
significa soprattutto, come avete indicato voi, farlo per vocazione e il meglio possibile e far sì che gli sposi sappiano bene chi stanno scegliendo... almeno noi lavoriamo così... :-)
Spero di aver reso l'idea...
Condivido pienamente quanto dici...
Umby
Claudio Rampini
Mar 4 2011, 06:15 PM
QUOTE(buzz @ Mar 4 2011, 05:10 PM)

... saperlo fare?
Saperlo fare.
Questa discussione mi ha mosso alla riflessione e a qualche ricordo, c'era un collega che era sicuramente più radicale del sottoscritto. All'epoca si chiamavano "freelance", oggi non so se ne esistono ancora, spero di sì, e che soprattutto abbiamo conservato lo stesso spirito. Era un tizio che aveva qualche anno più di me e lavorava fotografando tutto, dalla manifestazione operaia, allo spettacolo teatrale d'avanguardia, all'ospizio dei poveri, insomma era uno tipo parecchio inserito nel sociale. Credo che le sue due Nikon perennemente attaccate al collo non abbiano mai conosciuto l'onta di un rullo a colori, un giorno mi raccontò che qualche volta faceva anche matrimoni per sbarcare il lunario, però senza mai concedersi alle "smargiassate" tipiche dei matrimonialisti. Lui il matrimonio, mi diceva, lo faceva da freelance. Io gli chiesi se gli sposi fossero sempre tutti d'accordo nel vedersi un intero servizio fatto esclusivamente in B/N, di scatti "rubati" e senza foto di parenti. Mi rispose che lui il matrimonio lo vedeva così e che comunque gli sposi erano messi sull'avviso mostrandogli i lavori precedenti. Prendere o lasciare. Mi disse che non erano pochi quegli sposi che desideravano un matrimonio diverso, più intimo e ben documentato con fotografie d'autore. Confesso che un pò invidiavo la sua sicurezza e il suo modo di fare fotografia, oggi lo ricordo con una certa nostalgia, era uno che andava sempre in moto BMW, ma che non disdegnava di spostarsi in bici da corsa per tragitti fino ai 20 km. L'automobile era una cosa troppo borghese. Ecco, per me questo era un fotografo che andava oltre il significato comune di "reportage", il suo sicuramente era un matrimonio d'autore. Chissà se oggi potrebbe ancora trovare posto un fotografo disposto solo a fotografare in B/N e passare intere nottate sotto l'ingranditore e curare le immagini una per una?
goldjob
Mar 5 2011, 01:52 AM
QUOTE(buzz @ Mar 3 2011, 08:21 PM)

Claudio, d'accordo su tutto, ma non hai dato una risposta al quesito principale.
Il reportage esiste realmente? (come tecnica diversa da un tradizionale) e visto che adesso (aggiungo io, dato che è diventato di moda) lo richiedono in tanti, siamo sicuri che tutti coloro che lo richiedono sappiano di cosa si tratta realmente?
Salve da Filippo, fotografo professionista di Catania. Quando si usavano prettamente le macchine a pellicola erano rari gli amatori della fotografia che si prendevano sulle spalle il peso di un matrimonio, ma con l'era del digitale le cose sono cambiate di molto. E questo cosa c'entra? potreste dire voi:c'entra...c'entra eccome!!! la pellicola significava lavorare in manuale, sia in termini di tempi e aperture che in termini di messa a fuoco! La reflex digitale ha la sua bella rotellina che girandola la puoi fermare sulla lettera "P", e il suo bell'autofocus, anche a inseguimento!! Ma a casa degli sposi, durante le esterne...come cavolo li dobbiamo mettere in posa? direbbe lo sprovveduto di turno che si prende la grandissima responsabilità di fare un matrimonio, solo perchè qualcuno ha visto le sue belle foto scattate in program e che gli ha suggerito di fare il fotografo.. ed ecco che si è inventata la fotografia di reportage, scatti senza pose per chi non conosce...LE POSE!!! Si sparafleshano 3000 scatti...a volte per un matrimonio vendi più fotografi li che davanti allp sheraton hotel all'arivo di megan gale..e vorrei vedere se non ti escono 100 foto decenti!!! Ma la fotografia di reportage, (che esiste, anche se riservata a pochi) non è questa: il vero fotografo di reportage ha mille occhi puntati sugli sposi e sugli invitati che partecipano attivamente al matrimonio, scatta la foto curiosa, la lacrima del genitore o della zia, è invisibile ma è dappertutto, scatta poche foto ma indispensabili e preziose, senza portare a casa 2000 scatti inutili di dita nel naso, smorfie varie.
umbertocapuzzo
Mar 5 2011, 02:48 AM
QUOTE(goldjob @ Mar 5 2011, 01:52 AM)

....La reflex digitale ha la sua bella rotellina che girandola la puoi fermare sulla lettera "P", e il suo bell'autofocus, anche a inseguimento!! Ma a casa degli sposi, durante le esterne...come cavolo li dobbiamo mettere in posa? direbbe lo sprovveduto di turno che si prende la grandissima responsabilità di fare un matrimonio, solo perchè qualcuno ha visto le sue belle foto scattate in program e che gli ha suggerito di fare il fotografo.. ed ecco che si è inventata la fotografia di reportage, scatti senza pose per chi non conosce...LE POSE!!! Si sparafleshano 3000 scatti...a volte per un matrimonio vendi più fotografi li che davanti allp sheraton hotel all'arivo di megan gale..e vorrei vedere se non ti escono 100 foto decenti!!!
Qui dici una cosa sbagliata ed una giusta...la fotografia stile reportage per le cerimonie non è nata certo così...ti assicuro. Sono 10 anni che la pratico (e il mio "maestro" da più di venti), per metà con gloriose macchine analogiche e messa a fuoco manuale, che peraltro ancora eseguo per la grande maggior parte degli scatti. Rigorosamente in scatto singolo. Le mie attuali D3 e D300 non sanno neppure di avere la modalità di scatto in sequenza.
La cosa condivisibile è che qualcuno, grazie alla tecnologia, può spacciare per tale stile mitragliate di immagini...tanto qualcuna decente per raffazzonare una album la si trova...ma ti garantisco che presto si tagliano fuori da soli.
Per il resto...ci sta la lacrima della zia, della nonna, della mamma...di chi vuoi...come ci stanno uno sguardo buffo, un gesto tenero, un'aria insoddisfatta, l'insofferenza dei bimbi in chiesa, il loro disinteresse totale per la cerimonia perchè è più bello giocare col nastro del vestito della sposa, un bacio dello sposo sulla guancia della sposa con tal trasporto da deformare completamente il suo viso, un figlio che accende una sigaretta al padre, vizioso incallito, una sposa che prende il caffé con le amiche con i capelli combinati e infiorati e mezzo abito da cerimonia addosso, uno sposo che non vuol saperne di vestirsi completamente perché vuole fare l'ultimo strimpello al pianoforte prima di andare a dire "sì", una sposa che con un cenno tra il divertito e lo stizzito mette a tacere le sue testimoni che ciarlano un po' troppo...e miriadi di altre situazioni che a me piace "fermare" e che gli sposi sanno (poiché è quello che da me vogliono) che avranno nel loro album...
Umby
buzz
Mar 5 2011, 09:54 AM
QUOTE(goldjob @ Mar 5 2011, 01:52 AM)

...Quando si usavano prettamente le macchine a pellicola erano rari gli amatori della fotografia che si prendevano sulle spalle il peso di un matrimonio, ma con l'era del digitale le cose sono cambiate di molto. E questo cosa c'entra? potreste dire voi:c'entra...c'entra eccome!!! la pellicola significava lavorare in manuale, sia in termini di tempi e aperture che in termini di messa a fuoco! La reflex digitale ha la sua bella rotellina che girandola la puoi fermare sulla lettera "P", e il suo bell'autofocus, anche a inseguimento!! Ma a casa degli sposi, durante le esterne...come cavolo li dobbiamo mettere in posa? direbbe lo sprovveduto di turno che si prende la grandissima responsabilità di fare un matrimonio, solo perchè qualcuno ha visto le sue belle foto scattate in program e che gli ha suggerito di fare il fotografo.. ed ecco che si è inventata la fotografia di reportage, scatti senza pose per chi non conosce...LE POSE!!! Si sparafleshano 3000 scatti...a volte per un matrimonio vendi più fotografi li che davanti allp sheraton hotel all'arivo di megan gale..e vorrei vedere se non ti escono 100 foto decenti!!! Ma la fotografia di reportage, (che esiste, anche se riservata a pochi) non è questa: il vero fotografo di reportage ha mille occhi puntati sugli sposi e sugli invitati che partecipano attivamente al matrimonio, scatta la foto curiosa, la lacrima del genitore o della zia, è invisibile ma è dappertutto, scatta poche foto ma indispensabili e preziose, senza portare a casa 2000 scatti inutili di dita nel naso, smorfie varie.
Se mi parli degli albori della fotografia, potrei essere d'accordo, ma già la Mamya 4,5x6 che usavo 25 anni fa aveva l'autofocus, inoltre tanti servizi si potevano anche fare con la 35mm, e quella oltre l'autofocus aveva un sacco di esposizioni automatiche.
Inoltre se uno ha l'occhio, la tecnica di una macchina la impara in mezza giornata o anche meno, ma se non sei capace, puoi fare davvero 100 scatti e sperare che qualcuno venga bene.
oi nessuno ha mai detto che questo sistema è la foto di reportage! Su questo concordo.
Il reportage occorre saperlo fare, saper cogliere i momenti fuori dall'ordinario, avere occhi dappertutto e sempre vigili. Meglio sei si è in due, così uno si concentra su quei momenti "obbligatori" (immagino un servizio dove durante lo scambio degli anelli, l'unico fotografo si trova fuori dalla chiesa a riprendere i bambini che giocano).
Ma per inserire queste foto in un album tradizionale non occorre imperniare tutto il servizio come reportage. Io non metto etichette ai miei lavoro.,
Io faccio l'album. Faccio vedere qualcosa di mio in precedenza, specificando che nessun servizio è uguale ad un altro.
non può esserlo! A parte che i soggetti e i luoghi sono diversi, è diversa l'atmosfera, il contesto, il contorno. Le foto vengono ad ispirazione. Qualche volta mancano anche qualcuna delle "obbligatorie" perchè magari lo sposo non aspettava oin chiesa ma è arrivato in ritardo, oppure i genitori sono scappati subito dopo la messa, quindi niente foto all'altare con loro.
Quello che infatti contesto, chiamandola moda., è l'ostinarsi ad usare un termine anche quando non si sa cosa sia (non parlo ovviamente di chi il genere lo fa davvero e lo sa fare) sia da parte del fotografo che degli sposi.
Ma è di moda, fa figo e quindi facciamo il fotoreportage, così giustifichiamo anche le pose storte, le foto sfocate e quelle mosse.
PiernicolaMele
Mar 5 2011, 11:32 AM
QUOTE(buzz @ Mar 3 2011, 08:21 PM)

Claudio, d'accordo su tutto, ma non hai dato una risposta al quesito principale.
Il reportage esiste realmente? (come tecnica diversa da un tradizionale) e visto che adesso (aggiungo io, dato che è diventato di moda) lo richiedono in tanti, siamo sicuri che tutti coloro che lo richiedono sappiano di cosa si tratta realmente?
Ho visto fotografi scattare le proprie foto super posate con tanto di doppio assistente luci, sguardo sognante ed etereo e 15 minuti di prova a foto con busti inclinati e pose da modella e flou a manetta e sposi che corrono verso l'obiettivo in un campo di grano e poi presentarsi dicendo "A me piace scattare così vedi? Molto naturale!"
Quindi cosa sia una "reportage" lo dice il vocabolario, così come cosa siano "le pose" lo dice una serie di album "classici" che ancora giustamente incontrano il favore di molte coppie anche giovani. Ma a volte sono i fotografi a no sapere bene cosa fanno, però lo fanno bene e vendono! non so se rendo l'idea!
Facciamo prima a mostrare le nostre foto e dire ai clienti... io scatto cos' ti piace?
Nel mio caso "reportage" vero, che no vuol dire scattare a casa come spesso accade, e momenti "X" in posa, perchè prima o poi la foto posata dove lei sembra immacolata farà il suo effetto!
Tutto reportage è molto difficile da vendere, foesse per me farei tutto con un 200 mm nascosto e con foto incollate in bianco e nero e niente fotolibri, ma rischierei di sembrare molto "approssimativo" all'occhio di chi non capisce. Tutto pose no perchè è davvero "lento" e stancante... un giusto mix è la soluzione ideale secondo me.
umbertocapuzzo
Mar 5 2011, 11:54 AM
QUOTE(buzz @ Mar 5 2011, 09:54 AM)

Se mi parli degli albori della fotografia, potrei essere d'accordo, ma già la Mamya 4,5x6 che usavo 25 anni fa aveva l'autofocus, inoltre tanti servizi si potevano anche fare con la 35mm, e quella oltre l'autofocus aveva un sacco di esposizioni automatiche.
Inoltre se uno ha l'occhio, la tecnica di una macchina la impara in mezza giornata o anche meno, ma se non sei capace, puoi fare davvero 100 scatti e sperare che qualcuno venga bene.
oi nessuno ha mai detto che questo sistema è la foto di reportage! Su questo concordo.
Il reportage occorre saperlo fare, saper cogliere i momenti fuori dall'ordinario, avere occhi dappertutto e sempre vigili. Meglio sei si è in due, così uno si concentra su quei momenti "obbligatori" (immagino un servizio dove durante lo scambio degli anelli, l'unico fotografo si trova fuori dalla chiesa a riprendere i bambini che giocano).
Ma per inserire queste foto in un album tradizionale non occorre imperniare tutto il servizio come reportage. Io non metto etichette ai miei lavoro.,
Io faccio l'album. Faccio vedere qualcosa di mio in precedenza, specificando che nessun servizio è uguale ad un altro.
non può esserlo! A parte che i soggetti e i luoghi sono diversi, è diversa l'atmosfera, il contesto, il contorno. Le foto vengono ad ispirazione. Qualche volta mancano anche qualcuna delle "obbligatorie" perchè magari lo sposo non aspettava oin chiesa ma è arrivato in ritardo, oppure i genitori sono scappati subito dopo la messa, quindi niente foto all'altare con loro.
Quello che infatti contesto, chiamandola moda., è l'ostinarsi ad usare un termine anche quando non si sa cosa sia (non parlo ovviamente di chi il genere lo fa davvero e lo sa fare) sia da parte del fotografo che degli sposi.
Ma è di moda, fa figo e quindi facciamo il fotoreportage, così giustifichiamo anche le pose storte, le foto sfocate e quelle mosse.
Ti do ragione su tutta la line, Buzz...quasi tutta...

La tecnica del mezzo la si impara in breve. L'allineamento tra occhi, cuore e testa è un altro paio di maniche. La concentrazione è costantemente al massimo (beh, dai...al buffet quei dieci minuti di relax li prendo anch'io) e pure il fisico, girando sempre come una trottola coi carichi da quintale addosso, subisce la sua buona dose di fatica.
Inoltre condivido assolutamente il fatto che ogni matrimonio è un caso a sé, ogni matrimonio evidenzia "potenzialità fotografiche diverse" per tutta la serie di motivi che hai indicato.
Fare il parallelismo tra il genere di servizio che io come altri proponiamo e lo stile reportage...è solo una questione di dargli un nome. Mi pare che sia quello più consono per rappresentare sinteticamente quello che si va a fare. I punti che accomunano una tale tipologia di lavoro al reportage vero sono in verità parecchi.
Compreso qualche scatto non perfetto tecnicamente, con l'inquadratura leggermente inclinata o dove il mosso riesce a rendere la dinamicità della situazione (non parlo del soggetto fuorifuoco perché quello a mio avviso è un errore e basta, non parlo del fuoco selettivo ovviamente)...tutto questo perché, come nel reportage vero, quella frazione di secondo in cui "la sostanza" è interessante, quel momento o quell'istante sta avvenendo adesso e poi sarà perso...tutto ciò non può essere sempre assoggettato alla perfetta fasatura del mezzo.
Poi sai, credo stia nella coscienza di ognuno "spacciarsi e giustificarsi" o rendere realmente agli sposi un servizio in linea con quanto proposto poiché voluto e coscientemente realizzato in quei termini.
Umby
Maurizio M
Mar 5 2011, 05:24 PM
QUOTE(Roomby @ Mar 5 2011, 11:54 AM)

Poi sai, credo stia nella coscienza di ognuno "spacciarsi e giustificarsi" o rendere realmente agli sposi un servizio in linea con quanto proposto poiché voluto e coscientemente realizzato in quei termini.
Anche dal mio punto di vista è così...ma guarda:
http://www.youtube.com/watch?v=bDs_F1bk3I8...feature=relatedMM