Escluso pioggia, comunque.
Così io e Antonella partiamo in macchina di buon mattino, usciamo a Piacenza ed incominciamo ad inerpicarci su una statale che porta al paese di Bobbio, poi supera il M.Penice e scende nell'oltrepò pavese.
Già in autostrada un breve acquazzone e l'orizzonte cupo cominciano a renderci dubbiosi circa l'attendibilità delle previsioni, ma non ci importa più di tanto: stiamo benone per i fatti nostri, e comunque visitare luoghi interessanti è sempre bello, anche se metto da parte l'idea di realizzare foto spettacolari.
Comunque ho messo assieme qualche scatto, che vi propongo (so che ad alcuni non piace, abbiate pazienza) unendo serie in bianconero con altre a colori: nell'insieme la cosa mi pare riesca, ma capisco i puristi.
Lungo la statale, mi fermo a fotografare un gruppetto di cascine in mezzo ai colli

le nebbioline e la bruma - ahinoi - non si trovavano soltanto al suolo, ma l'atmosfera, certamente fredda cupa, era anche a suo modo affascinante ed intima

Una breve deviazione ci porta all'interessante borgo rinascimentale di Travo: qui un paio di vedute (a diversa l.focale) dal ponte sul fiume Trebbia


L'accesso al borgo fortificato avviene attraverso questo passaggio. Intanto che innestavo il 14-24 al posto del 24-70 usato finora, Antonella memore di fasti passati, decide di entrare da un panettiere, uscendone non senza un vassoio con un chilo abbondante di eccellenti tortelli ripieni, specialità del loco, che la sera stessa troveranno a casa la loro morte trionfale, annegati nel burro fuso e salvia.

Depositati i tortelli in auto, ci aggiriamo per il borgo antico, con la bella chiesa di origini romaniche, ancorchè poi rimaneggiata ampiamente


In queste circostanze, il 14-24 sul pieno formato consente agevoli inquadrature d'ampio respiro; occorre però sempre stare attenti agli elementi di disturbo, perennemente in agguato

Riprendiamo la via, ma mi fermo dopo breve tempo, per immortalare i vigneti che, nonostante la giornata uggiosa, donano un po' di colore ai colli piacentini che ci circondano.
Quest'immagine l'ho già proposta in separata sede: secondo i suggerimenti di alcuni, l'ho contrastata maggiormente, ma continuo a preferire l'originale.
70-200vr, a focale 135 (credo)


ed eccoci a Bobbio. Parcheggio l'auto meno peggio che riesco, rimetto il 24-70 e mi dedico a qualche scatto, mentre camminiamo verso il centro del paese, che vanta un monastero di origini e dimensioni non seconde a quello di Montecassino

...ma arrivati in piazza, grande delusione: è giorno di mercato, ed ogni ripresa decente è resa prosaicamente poco efficace dalla presenza di innumerevoli salami, prosciutti, altri salumi di vario genere e generose forme di cacio, il tutto penzolante dai sostegni di numerose bancarelle qui convenute. Ci rassegniamo alla fatalità, e ci consoliamo acquistando un paio di spettacolari salami piacentini, che per lunga pezza, a casa, si fecero perdonare l'invasione della piazza.
Ripiego su qualche scatto all'interno della chiesa, impostando gli alti ISO che con la D700 consentono risultati qualitativamente impensabili fino a poco tempo fa (entrambe a 6400, 24-70)...


Tornando all'esterno, tra salami e pancette, inquadro questo negozio "vecchio stile" di cui ormai a Milano si son perse le tracce

Le suggestioni geometriche d'un chiostro antico mi "obbligano" a reinnestare il 14-24, che dimostra doti più che buone anche nelle riprese architettoniche



Altra caratteristica del paese è il "ponte del Diavolo" o "ponte gobbo", bellissima e antica realizzazione dall'andamento sinusoidale, che consente d'attraversare il Trebbia; il 24-70 bastò per tutta la serie di riprese che segue



il tempo in quel momento alternava rapide occhiate di sole al cielo coperto

Scalata l'erta fino al Penice, da cui nelle belle giornate si possono ammirare le Alpi, ed in quelle come la "nostra" non si vede a 10 m. di distanza, ci siamo fermati per una breve visita al bell'abitato di Varzi, anch'essa forse ingiustamente più famosa per i salami che per il bel centro storico
Non pioveva a dirotto, e mi son fidato a realizzare ancora qualche scatto con la D200 ed il 14-24, senza alcun inconveniente o precauzione, salvo quella - ovvia - di asciugare con un panno l'attrezzatura prima di riporlo in borsa


Questa cancellata, dato il colore, non poteva mancare nel mio reportage...

E rieccoci in auto, per raggiungere una chiesetta in mezzo ai boschi di cui -ahimè - non ricordo il nome.
Nessuno ci corre dietro, e mi fermo diverse volte per qualche immagine dell'oltrepò sotto la pioggia...

un vantaggio del tempo coperto (non ve ne sono molti...) è che i colori - soprattutto in primo piano - sono al massimo grado possibile della loro saturazione, dato che in pratica non vi sono riflessi sulle pagine delle foglie nei vigneti: ecco l'effetto, che trovo intrigante e molto più efficace del miglior polarizzatore in commercio


...ma la pioggia aumentò ancora, e quando mi fermai nel bosco per realizzare questo scatto, tornai in auto quasi inzuppato.
La D700 dimostrò d'essere realmente ben protetta, e l'atmosfera del bosco sotto la pioggia mi lascia ben soddisfatto...

Arrivammo alfine al bel complesso monastico cui eravamo diretti: ma ormai, un po' per l'ora, un po' per le condizioni atmoferiche, ebbi il tempo (ed il coraggio) di scattare queste ultime due foto, con la gente che esce frettolosamente di chiesa dopo la funzione: infine visitammo la bella chiesa (splendidi ed antichi affreschi del '300 sulle volte) e tornammo a Milano.


Pensavo che avrei buttato via tutto, invece trovo questi scatti sotto la pioggia degni o quasi della vostra misericordiosa benevolenza, talchè ve li propongo...
Buona luce e grazie
